Capitolo 7

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Louis non sa esattamente per quanto tempo la sua mente rimane imprigionata nel buio, per quanto tempo vede solo ombre.

Sente del dolore ma non capisce da dove proviene, sente delle voci ma sono suoni confusi e lontani.

Ciò che però, nel cuore, sente con forza è la presenza di Harry. Il castano non sa se perché sono anime gemelle o semplicemente perché è pazzo, ma sente il riccio così vicino da voler dormire mille vite, rassicurato dal suo calore.

Un urlo di dolore lo scuote fin nelle viscere, facendo scattare i suoi occhi ancora stanchi ed in balia dell'oblio, con una tale facilità da far rimanere Louis decisamente confuso.

Non stava dormendo? Non era forse in qualche limbo?

Vedeva il nero con tante piccole stelle bianche ed ora, nonostante sa di avere gli occhi aperti, continua a vederle.

Che sta succedendo?, pensa tra sé e sé, confuso, mentre poi un altro urlo squarcia l'aria: Harry.

È sempre stato il guerriero ad urlare, per questo nonostante il suo stato fluttuante deve comunque tornare alla realtà; ma perché, dov'era finito?

Quando, con una lentezza angosciante, le figure di fronte a Louis vengono messe a fuoco, improvvisamente ricorda.

Tempio. Arma. Harry. Frecce. Serpente-drago.

Oh merda, pensa, il minchia di serpente-drago!, così facendo cerca di alzarsi di scatto in piedi, con scarsissimi risultati, è debole e la testa gli pulsa, ma doveva proprio sbattermi contro un muro?, pensa Louis con uno sbuffo, se sopravvive l'ammazzo, conclude soddisfatto mentre inizia già a pensare al suo piano malefico.

"Indietro" senza una voce strillare. "Indietro, essere senz'anima" continua il Dio.

Non appena il giovane dagli occhi color cielo alza lo sguardo sulle figure che ha di fronte, il primo pensiero è quello di darsela a gambe levate: Harry ha la testa buttata all'indietro mentre cerca di reprimere un ruggito di dolore, visti i denti affilati del mostro conficcati nel suo braccio.

Una goccia di sangue, due, tre, Louis non sa esattamente quante ne conta prima di riuscire a reagire, prima che qualcosa dentro di lui cambi: è la valchiria.

Il castano non sa nemmeno quello che sta facendo ma, con uno scatto repentino è in piedi ed afferra da terra una delle frecce acuminate che poco prima avevano rischiato di ridurli a due spiedini - l'ironia non abbandona mai la mente del ragazzo.

Essere se stessi ed allo stesso tempo non esserlo sta facendo scindere qualcosa dentro Louis, o forse lo sta unendo a fuoco caldo, davvero ancora non lo sa.

Ma non c'è tempo per pensare e:

"HARRY" urla ma non perché voglia davvero richiamare l'altro, quanto più per attirare l'attenzione del mostro su di sé e ci riesce, fin troppo bene.

Il serpente estrae le zanne affilate dalla carne del suo amante - sì, ha appena deciso che Harry è suo e che se la fanno insieme; ironico, vero?

Sente il guerriero urlargli qualcosa ma sono mormorii lontani rispetto alle preghiere che Louis stesso sta pronunciando - da quando parla correntemente l'antica lingua Norrena?

In un attimo, come la Valchiria che è sempre stato, si dà la spinta sul corpo di Harry librandosi in aria e, con un colpo preciso e mortale, trafigge l'occhio del mostro arrivando fino al suo cervello.

La caduta non è aggraziata come il salto stesso ma ehi, la Valchiria sembra essere andata in vacanza - o forse è la consapevolezza che ha appena ucciso un serpente-drago come si sbatte un tappeto alla mattina?

Minn ValkyrjaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora