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***Gli incontri più importanti sono già combinati dalle anime prima ancora che i corpi si vedano

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Gli incontri più importanti
sono già combinati dalle anime
prima ancora che i corpi si vedano.
(Paulo Coelho)
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Ho lo sguardo rivolto verso il finestrino, siamo in viaggio da 20 minuti e tra un po arriveremo alla Columbia.
Ripenso a tutte le raccomandazioni di mia madre, come se andassi a vivere dall'altra parte del mondo! mi mancheranno molto, ma in compenso potrò andarli a trovare spesso visto i soli 30 minuti di distanza.
<<Tesa?>> chiede mio fratello destandomi dai miei pensieri,
<<un po, ma l'emozione di iniziare una vita indipendente è più forte>>.
Si gira verso di me guardandomi, e riportando lo sguardo verso la strada sorride <<sembra ieri che ti tenevo in braccio, e ora guardati! sei già al college>> guardo Mason con occhi lucidi abbracciandolo forte.
<<Calma furia sto guidando, rimandiamoli a dopo gli abbracci>> mi sorride, e sorrido a mia volta al ricordo di Mason che da piccola mi chiamava furia, e se tutt'oggi usa ancora questo nomignolo significa che anche se sono cresciuta rimarrò sempre la sua piccola furia.
Arriviamo al college parcheggiando l'auto, scendo di corsa ammirando l'immensa struttura che mi ritrovo davanti, circondata da prati verdi e ragazzi che si abbracciano ritrovandosi dopo l'estate. <<Questa mattina andrai alle lezioni, e nel pomeriggio porteremo le tue cose nel dormitorio>> dice mio fratello iniziando ad incamminarsi verso l'entrata <<vieni andiamo in segreteria a prendere l'orario e la chiave>>.
Guardandomi intorno affascinata dalla grandezza di questo posto seguo Mason. Siamo nel corridoio diretti in segreteria, quando mi accorgo che tutti iniziano a salutare mio fratello, soprattutto le ragazze osservandolo con sguardi maliziosi, <<cosa sei un Dio?>> chiedo riferendomi ai saluti ricevuti da parte di mezza università.
<<No>> dice, <<questo è quando sei il quarterback della squadra>> mi sorride, ed io a mia volta alzo gli occhi al cielo. Arrivati in segreteria mi avvio dalla signora dietro il bancone, <<buongiorno>> dico con gentilezza senza avere risposte, la guardo accigliata <<salve, sono del primo anno e vorrei ritirare gli orari delle lezioni e la chiave del dormitorio>> finalmente mi guarda, <<nome e cognome?>> dice, <<ehm... Nina.. Nina Carver>> ritorna con lo sguardo basso mentre digita qualcosa sul computer.
Dopo mezz'ora di attesa mi da tutto l'occorrente e salutandola vado via. Mason viene verso di me <<preso tutto?>> annuisco <<fa vedere?>>, prendendo il mio orario in mano dice << scrittura, bene vieni e di qua>>.
Riprendo il mio orario e incamminandoci nel corridoio vedo le ore successive matematica e psicologia, ma di colpo vado a sbattere contro la schiena di mio fratello notando che si è fermato davanti la porta di un'aula, <<ok! questa è l'aula di scrittura le altre due sono dall'altra parte dell'università, non potrò portarti personalmente per via degli allenamenti, ma so che le troverai>> detto questo lo saluto e va via.
Mi giro verso la porta e con un sonoro respiro faccio il mio ingresso notando una serie di ragazzi che già prendono posto.
In terza fila vicino la finestra intravedo un banco vuoto ed è li che vado a sedermi. Dopo 10 minuti il professore di scrittura entra, salutando tutti si presenta dicendo di chiamarsi Arnold Devis.
Spiega che per oggi ci lascerà l'ora libera ma con la premessa che dalla prossima volta parleremo degli argomenti di quest'anno iniziando da Philip Roth, dove senza dubbio resta uno dei maggiori interpreti mondiali della storia della letteratura contemporanea.
Sentendo un leggero bussare, <<avanti>> dice il professor Devis, mentre sono concentrata sul mio foglio alzo lo sguardo sulla ragazza appena entrata. <<Buongiorno, sono in questo corso>> dice consegnando un foglio al professor Devis. <<Prego si accomodi pure, non stavamo facendo lezione, ma spero che dalla prossima volta lei arrivi in orario>>. La vedo avanzare verso di me sedendosi al banco libero di fianco al mio.
Qualche minuto dopo la vedo muoversi indaffarata a cercare qualcosa nello zaino, incrocia il mio sguardo e sorridendomi si presenta, <<ciao, io sono Sarah>> ricambio il sorriso presentandomi <<piacere Nina>>.
Ad un certo punto sentendomi lo sguardo puntato a dosso mi giro verso di lei <<scusami ma hai per caso una penna?>> chiede sorridendomi, <<certo>> le dico consegnandogliela e pensando come faccia una persona a venire in aula senza penna, ma scaccio via questo pensiero sorridendo a mia volta.
Finita la lezione mi precipito fuori ricordando che la mia prossima lezione è dall'altra parte dell'università, sono nei miei pensieri quando qualcuno mi tocca la spalla e girandomi vedo Sarah la ragazza del corso di scrittura.
<<Ciao ehm..>> la vedo torturarsi le mani dal nervosismo e prendo parola <<ciao, ti serve qualcosa?>> le chiedo, di rimando mi sorride ''ma sorride sempre questa?'' <<si, ho un problema dovrei andare al corso di matematica ma non so dove sia, pensavo potresti aiutarmi>> la fisso per un istante pensando che sia davvero una bella ragazza.
Le sorrido <<non lo so nemmeno io, ma mio fratello ha detto che si trova dall'altra parte dell'università, se vuoi, andiamo insieme>>, batte le mani contenta e ci incamminiamo fuori nel cortile per dirigerci nell'aula di matematica.
Chiedendo indicazioni a destra e a sinistra riusciamo a trovare l'aula di matematica ma con un problema, siamo a mezz'ora di ritardo decidendo di seguire l'ora successiva delle lezioni, scoprendo che sono li vicine decidiamo di sederci su una panchina in cortile sotto al sole, dove Sarah inizia a raccontarmi della sua vita. Si è trasferita qui per la Columbia con suo fratello, che lavora come meccanico da suo zio per mantenere i sui studi, e la vedo rabbuiarsi  per via di quest'ultimo che secondo lei si sta sacrificando.
<<I tuoi genitori?>> chiedo, e vedendo una lacrima scendere dalla sua guancia mi mordo la lingua, non posso stare zitta qualche volta? <<mia madre è morta quando avevo 7 anni, e non ho più avuto rapporti con mio padre da quando mio fratello mi ha portata via con se, e tutt'ora quando chiedo di lui non mi dice mai come mai c'è l'abbia così tanto con papà>> dice interrompendo i miei pensieri, le metto una mano sulla spalla <<stai tranquilla, un giorno si sistemerà tutto>> dico sorridendole, e vedendo che anche lei ricambia decido di parlare della mia di famiglia spiegandogli del lavoro dei miei genitori, di mio fratello, e della tranquillità che ci circonda.
Intravedo ragazzi uscire dall'istituto capendo che le lezioni sono finite, e prima di fare tardi anche a quest'ultima lezione rimasta ci incamminiamo nelle nostre rispettive aule, promettendoci di incontrarci qua fuori finita la lezione.
La saluto entrando nell'aula con la consapevolezza di avere una nuova amica.

Finita la lezione di psicologia mi avvio fuori trovando Sarah ad aspettarmi, sono ancora le 11:00 e avendo due ore di buca andiamo verso in bar dell'università ordinando due caffè e accomodandoci ad un tavolo all'interno aspettando che il tempo passi per andare poi in mensa a pranzare.

<<Cosa prendi? non mi convince tanto questo cibo>> dice Sarah in fila davanti a me, <<credo prenderò un panino ed una coca-cola>>, dopo aver preso tutto ci incamminiamo per sederci.
Mangiando intravedo Mason, alzo la mano per farmi notare e lo vedo avvicinarsi, <<ehi furia>> dice divertito <<smettila Mason non sei divertente>> dico <<comunque lei è Sarah>> mio fratello guardandola si presenta <<piacere, Mason>> Sarah fa solo un cenno con la mano e rimango sbalordita della sua timidezza.
<<Dopo pranzo porteremo le tue cose nel dormitorio>> mi avverte <<fatti trovare davanti la mia auto, ciao furia>> dice andando via.
E seguendolo con lo sguardo lo vedo salutare di tanto in tanto qualche ragazza, <<che sbruffone>> dico facendo ridere la mia nuova amica <<è simpatico>> dice <<si come no>> dico guardandola in faccia e mettendoci a ridere.
Usciamo fuori e Sarah inizia a parlare <<ti va se domani mattina ci ritroviamo all'entrata?>>, <<certo, ma come vai a casa?>> chiedo <<viene a prendermi mio fratello>> si perché lei non sta nel dormitorio ma ha una casa qua vicino, <<va bene a domani allora>> ci salutiamo andando in direzioni diverse, ma quando mi accorgo di non avergli chiesto il numero mi giro ma di lei nessuna traccia.
Glielo chiederò domani.
Arrivata all'auto di mio fratello lo vedo appoggiato sul cofano con lo sguardo rivolto al cellulare, lo richiamo e prendendo una delle mie valige mi incammino verso il dormitorio.
Vedo mio fratello affiancarsi a me <<com'è andata oggi?>> chiede << bene, non hanno svolto lezioni essendo il primo giorno>> dico <<capisco. Allora! quale stanza è?>> chiede <<ala est, stanza C16, terzo piano>>.
Entrando prendiamo l'ascensore e arrivati al terzo piano andiamo verso la mia stanza. Arrivati a destinazione apro la porta trovando la stanza completamente vuota. <<Waw! è più grande della mia>> dice mio fratello poggiando la valigia sul letto di sinistra.
La stanza è costituita da due letti da una piazza e mezza ai margini del muro uno di fronte all'altro, due comodini sotto la finestra, altrettanti due armadi appoggiati alla parete difronte i letti, e due scrivanie. È stupenda penso, vado ad aprire la finestra ed il verde prato che circonda l'università mi fa sorridere.
<<Perfetto>> dice Mason <<aggiusta le tue cose, quando avrai finito ti porterò a cena con me>> acconsento.

Passo il resto del pomeriggio ad aggiustare tutte le mie cose, scoprendo una porta dove ho trovato il bagno, un bagno tutto mio.
Finito di sistemare vado a farmi una doccia, mettendomi l'intimo bianco, un jeans scuro maglia bianca e le Dr Martens.
Come promesso mio fratello mi porta fuori a mangiare in una pizzeria italiana.
Parliamo del più e del meno, cerco di farmi dire qualcosa di più sui suoi incontri ma niente perentorio cambia discorso.
<<Grazie Mason, di tutto>> dico una volta in auto rientrando nel dormitorio, <<di nulla furia>>.
Arrivati parcheggia davanti l'entrata, scendo dall'auto e mi giro verso mio fratello <<Mason ma la mia auto? come farò se vorrò uscire?>> mi guarda accigliato <<non uscirai facile>> lo guardo con sguardo furioso <<dai Mason>> inizia a ridermi in faccia, <<tranquilla furia, domani te la porterò io>> contenta bacio mio fratello dandogli la buonanotte e mi incammino nel dormitorio verso la mia stanza.
Lavata e messa a letto penso alla svolta che d'ora in poi prenderà la mia vita, e con questi pensieri cado tra le braccia di Morfeo.



Spazio Autrice:

Bene ragazze/i ed ecco il 3 capitolo...
✌🏼 un Kiss a tutti...
#Alexein💋

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