Il Supplente | Jeffrey X Reader

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Suona la sveglia, come ogni mattina, alle 7.00 spaccate. Il suo suono stridulo si insidia fastidiosamente nelle tue orecchie fino a strapparti dal sonno profondo e scaraventarti brutalmente nella realtà. I tuoi occhi pigri si aprono faticosamente: non hai dormito molto e nemmeno bene, ma devi alzarti comunque ed andare a lezione.

La tua routine quotidiana è semplice perché al mattino non hai né la forza né la voglia di fare chissà cosa.

Dopo circa 20 minuti sei sazia e lavata e ti porti fino all'armadio per la fatidica scelta di cosa indossare oggi.

Ogni mattina la stessa storia: l'armadio esplode di vestiti di tutti i tipi ma niente ti ispira mai veramente, così scegli qualcosa di semplice. Un paio di jeans neri attillati ma comodi ed una canottiera bianca che fascia delicatamente le poche curve che hai. Per sicurezza ti porti dietro anche una felpa leggera, rigorosamente nera.

Prendi le ultime cose ed esci di casa in ritardo di almeno 5 minuti come al solito.

Il tragitto non è lungo ed arrivi appena in tempo per vedere che fuori non c'è già più nessuno e perciò deduci che sono già sicuramente tutti dentro.

Dannazione anche oggi.

Percorri il corridoio camminando in fretta e mentre vai verso l'aula ti viene in mente che non ti ricordi in quale ci sia lezione stamattina.

Perfetto. Di bene in meglio stamattina.

Afferri il telefono, lo sblocchi e cerchi la foto in cui ci sono segnati tutti gli orari.

Aula B13.

Naturalmente stavi andando dalla parte sbagliata quindi ti volti sbuffando e ricominci a camminare ad ampie falcate per arrivare meno in ritardo di quanto tu già non sia.

Il telefono vibra insistentemente dentro la borsa, apri la cerniera e cerchi con la mano dove si sta nascondendo e quando finalmente lo trovi lo porti subito all'orecchio rispondendo senza nemmeno guardare chi sia.

<Pronto?>

<Hey tesoro ma dove sei finita? Guarda che la lezione sta per cominciare e ti ho tenuto un posto vicino a me... Sapendo che saresti arrivata tardi anche oggi> ti dice ridendo.

La tua amica è davvero un toccasana per le tue giornate piene di lezioni e preoccupazioni.

<Ahh grazie mille, sei la migliore!
Faccio più in fretta che posso ed arrivo. A tra poco>

<Ti aspetto baby> risponde terminando la chiamata.

Blocchi il telefono e mentre riapri la borsa per mettercelo dentro, svoltando l'angolo, centri in pieno qualcuno.

<Oddio scusa non ti avevo visto> ti esce dalla bocca senza aver nemmeno visto con chi stai parlando.

<Non ti preoccupare dolcezza> una voce calda e roca ti risponde. Non è la voce di ragazzo, ma quella di un uomo.

Alzi lo sguardo fino ad incrociare il suo e noti che non si tratta di certo di un ragazzo, ma di un uomo ben più grande: ha i capelli corti neri leggermente arruffati ma ordinati, la barba perfettamente colta e brizzolata, un paio di occhi marroni con sfumature verdi magnetici come pochi e la pelle leggermente abbronzata.

Imbarazzata per avergli appena parlato dando per scontato che fosse tuo coetaneo, riformuli mentre ti guarda sorridendo mettendoti a disagio.

<Cioé scusi, non volevo dire quello che ho detto. Intendevo dire che...>

<Ti scusi troppo: non l'hai fatto apposta, è capitato> ti interrompe prima che tu possa finire la frase guardandoti con occhi maliziosi e poi continua <Piuttosto dovresti scusarti con il tuo insegnante perché di sicuro sei in ritardo> dice guardando prima l'orologio e poi studiandoti attentamente.

Jeffrey Dean Morgan Imagines || JDM's One ShotsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora