È tardi, troppo tardi. La notte è già calata da un pezzo e nonostante tu sia stanca, non riesci nemmeno a prendere sonno.
Dopo esserti girata e rigirata tra le lenzuola oramai accartocciate, decidi di alzarti. Alzandoti noti la giacca di pelle buttata sulla sedia e un'idea folle, che adesso non lo sembra più così tanto, ti attraversa la mente: uscire.
Non è di certo l'ora adatta per uscire, così nel cuore della notte, d'inverno per giunta, ma non ti importa: vuoi solo uscire di casa perché quelle quattro mura adesso cominciano a starti strette addosso, lasciare che l'aria fredda ti pizzichi la pelle e che il silenzio allevii la tensione.
Ti vesti mettendo le prime cose che ti capitano, tanto a quest'ora non ci sarà di sicuro nessuno... E anche se ci fosse, di sicuro non t'importa essere vista conciata così.
Esci di casa e cominci a camminare senza meta tra le strade deserte e silenziose della tua città. Un passo dopo l'altro, l'unico rumore che si sente è quello delle tue suole sulle piastrelle, arrivi in un parco. Di giorno è troppo caotico: i bambini corrono e gridano inseguiti dai loro amici che fanno ancora più baccano, ma ora è diverso. Il silenzio lo cinge dolcemente rendendolo un posto perfetto per sedersi in una panchina in tranquillità, avvolti dall'oscurità.
I tuoi nervi sono leggermente meno tesi, ma non ancora abbastanza da farti sentire meglio.
Nonostante siano passate alcune decine di minuti non è cambiato nulla. Ti alzi sconsolata sapendo che c'è solo una cosa da fare, anche se non ti è mai piaciuto farlo.
Riprendi a camminare stavolta con una meta: il pub.
Non bevi mai, non ti piace e sai che non fa nemmeno bene, ma questa volta è diverso... Le hai provate veramente tutte e vedendo che tutti gli altri riescono a lasciarsi alle spalle i loro problemi, anche solo per un po', affogandosi di alcool, puoi farlo anche tu.
Arrivi all'entrata del pub che sono circa le 3.30.
Ovviamente dentro è deserto.
Il barista, accasciato pigramente sul bancone, sentendo la porta aprirsi, si tira su tentando di darsi un tono e ti accoglie con un sorriso.
Non sai nemmeno dove abbia trovato la forza di fare un sorriso ma ci provi anche tu, con scarso successo.
<Insonnia?> chiede prendendo un bicchiere mentre aspetta che tu gli dica cosa ordini.
<Problemi. Troppi... Uno shottino di vodka liscia per ognuno di loro, grazie> gli dici sedendoti al bancone mentre lui ti guarda stupito.
<Okay, ma vacci piano> risponde.
<Certo> rispondi sarcastica.
Mette sul tavolo un bicchierino e prende la bottiglia ricolma di liquido trasparente che presto scorrerà in abbondanza nel tuo stomaco.
Riempe lo shottino e poi prende la bottiglia per riporla, ma la afferri prima che possa sollevarla.<Questa rimane qua con me> lo informi tenendo la bottiglia stretta nella tua mano.
Il barista molla la bottiglia e con aria sempre più stupita ma rassegnata, si allontana.
I primi bicchierini vanno giù uno dopo l'altro, così come la vodka nella bottiglia, fino a che la gola non ti brucia e la testa comincia ad essere incredibilmente più leggera.
Forse sta funzionando: i problemi non si sono di sicuro risolti da soli ma almeno per adesso li hai dimenticati quasi totalmente.
La porta del pub si apre facendo rumore ma non ti volti a guardare chi sia appena entrato.
STAI LEGGENDO
Jeffrey Dean Morgan Imagines || JDM's One Shots
FanfictionPerchè accontentarsi di una sola storia quando se ne possono avere così tante: Jeffrey, Negan, Ike, Jason, Luke... molti nomi per la stessa ossessione. Quindi, perchè scegliere quando puoi avere tutto? Ranked #7 in Negan (11/08/18) Ranked #37 in the...