«Ti ho chiesto dove sei andata vestita così» dice tirandomi una ciocca di capelli.
Gemo per il dolore e dico qualcosa di incomprensibile.
«Eri con quel coglione, eh?» dice tirandomi uno schiaffo.
La guancia mi brucia e inizio a piangere.
«N-non h-ha fatto ni-niente» balbetto tra i singhiozzi.
Mi sta per tirare un pugno ma sposto il viso e cerca di darmene un altro ma, questa volta, non ha sbagliato il colpo. Sento il sangue scendere lentamente dal naso ma Derek mi tira ancora di più i capelli facendomi urlare. Mi urla qualcosa contro dandomi un altro schiaffo.
Quando Derek mi picchia mia madre o fa finta di niente oppure si mette a guardare come se fosse al cinema mentre invece mio padre cerca di farlo ragionare.
«T-ti pre-prego, smettila» piagnucolo mentre lascia la presa dei miei capelli per poi buttarmi a terra.
Inizia a darmi un calcio nello stomaco e un altro in faccia, faccio della tosse e vedo le sue scarpe macchiarsi con degli schizzi di sangue. La cosa non gli è piaciuta e mi tira un pugno sullo zigomo e un calcio sulla gamba sinistra facendomi emettere un urlo che di sicuro hanno sentito anche i vicini. Si mette alla mia altezza e mi prende i capelli costringendomi ad alzare la testa.
«Stammi bene a sentire, se ti vedo ancora vestita come una puttana ritieni questa tranquilla chiacchierata come un assaggio di quello che ti accadrà» dice a denti stretti.
Annuisco e mi tira un altro schiaffo per poi dire «Non ho sentito niente».
«H-ho c-capito» balbetto.
Mi sbatte con la testa a terra e se ne va sbattendo la porta.
Non riesco ad alzarmi, mi fa male tutto, il sangue continua a scorrere lento sul mio viso e le lacrime non sono da meno.
Gattono verso il bagno e ci metto tutta la poca forza che mi è rimasta per alzarmi.
Mi guardo allo specchio ed ho sangue dappertutto, i segni dei suoi schiaffi, il labbro e un sopracciglio spaccato.
Lentamente mi stanno uccidendo e sono letteralmente stanca, voglio scomparire.
Mi spoglio e mi faccio una doccia bollente.
Apro l'acqua e quella sensazione di caldo sulla mia pelle riesce, come sempre, a farmi sentire bene. Una lacrima si mescola con l'acqua del getto, sono stanca.
Esco e mi guardo per un bel pò allo specchio, aspetto che magicamente cambi qualcosa.
Vorrei che fosse tutto un sogno, vorrei che Krystal Thompson sia una ragazza popolare, piena di amiche, con una famiglia amorevole ed un ragazzo che l'ami davvero... ma non accadrà mai.
Odio tutto, odio tutti, odio me stessa e odio questo disprezzo verso di me.
Prendo una lametta, se pure devo soffrire voglio farlo nel migliore dei modi, così da morire prima che mi uccidano loro. Prendo un respiro profondo ed inizio a tagliare sul polso sinistro, il sangue non ci mette poco a fuoriuscire e mi mordo l'interno guancia per il dolore poi, dopo un po', mi abituo.
Quando sono soddisfatta la nascondo sotto gli asciugamani e mi sciacquo il polso, poi me lo bendo per fermare il sangue e non far vedere a nessuno quello che ho fatto.
Me ne pento? Neanche un po'!
Mi asciugo i capelli e mi metto il pigiama, anche se sono appena le 18:30.
Vedo tutto il sangue che ho perso cosparso per la stanza così prendo uno straccio e pulisco.
Mi distengo sul letto e, dopo un po', mi accorgo che mi sta vibrando il cellulare. Numero sconosciuto.
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ANGEL (In corso)
Fanfiction#20 in nina dobrev (26/05/2018)❤ #28 in nina dobrev (02/06/2018)❤ #22 in nina dovrev (01/07/2018)❤ Krystal Thompson è una ragazza di 16 anni che frequenta il terzo anno di liceo. Non è la classica ragazza popolare a scuola, non è il capo cheerleader...