9. RIMORSO MATERNO.
"Devi stare attento. Il nemico colpisce quando fai discorsi noiosi!"
Astrea si sedette sul suo bacino e lo guadava dall'alto sorridente. Intanto, Raphael aveva portato le mani dietro la nuca e se ne stava tranquillo sul pavimento.
"Sei un'allieva terribile, ragazzina."
"Sta zitto!" disse Astrea prima di chinarsi per baciarlo. Lui le strinse i fianchi e approfondì il bacio. Ogni volta si trasformavano in qualcosa di travolgente e passionale, quasi mai erano baci casti.
"Non ci pensare nemmeno!" le proteste di Astrea furono inutili quando il getto d'acqua fredda la colpì, investendo di brividi il suo corpo. Era completamente bagnata. Raphael era scoppiato in una risata di cuore. La Nephilim lo tirò nella vasca e riaprì l'acqua, che adesso sembrava più calda. Si baciarono con passione sotto la cascata d'acqua che batteva su di loro.
Raphael l'attirò a se stringendole i fianchi, le baciò dapprima la fronte, poi le guance, ed infine le labbra.
"Desidero fare l'amore con te lentamente, dolcemente, fortemente, fino a dimenticare tutte le preoccupazioni e le ansie, fino a ricordarti quanto ti amo."
Astrea non seppe replicare, quelle parole l'avevano destabilizzata del tutto, parole sussurrate all'orecchio, parole sincere, parole cariche di sentimento. Gli circondò il collo con le braccia, sorrise, e gli baciò le labbra languidamente, mentre il desiderio di entrambi cresceva. Raphael le sbottò la camicetta poco a poco, continuando a baciarla, poi scese a torturarle il collo beandosi dei sospiri della ragazza
Raphael diede uno sguardo ai suoi piedi e con un sorriso sollevò un reggiseno nero con ricami di pizzo.
"Deduco che questo sia tuo."
Astrea sobbalzò quando si rese conto della sua presenza e diventò rossa come un pomodoro vedendo cosa pendeva dalla mano del Vampiro.
"Molla la mia biancheria, Raphael. La situazione è già abbastanza critica così." gli disse cercando di adottare un tono di voce neutrale, anche se sentiva l'imbarazzo stringerle lo stomaco. Raphael si rigirò tra le mani quel pezzo di intimo con un sorriso malizioso, poi lo poggiò su una sedia e si sedette su di un baule di fronte al separé.
"Smettila di guardarmi in quel modo o giuro che ti taglio la lingua!" lo minacciò Astrea puntandogli un dito contro.
"Per tagliarmi la lingua dovresti venire qui e abbandonare quel separé, sai. E la cosa non mi dispiacerebbe affatto."
Raphael trasalì e si costrinse ad aprire gli occhi per ritornare alla realtà. Era sudato, le lenzuola gli si erano aggrovigliate attorno come un polipo pronto a divorarlo, e gli mancava l'aria. Respirò a fondo per calmare i battiti accelerati del cuore. Erano due settimane che sognava Astrea tutte le notti, rivedeva momenti fantastici che avevano condiviso, e si illudeva che lei fosse lì. Quando si svegliava, però, non c'era e il dolore era insopportabile. Dopo che Magnus gli aveva detto che Astrea aveva scelto di consegnarsi per salvare loro, aveva perso la testa. Si era chiuso in camera e si era attaccato a qualsiasi bottiglia di alcol riuscisse a reperire. Gli mancava terribilmente, e sembrava che ogni secondo la mancanza diventasse più intollerabile. Gli altri avevano cercato di aiutarlo, ma lui non ne voleva sapere di loro, voleva soltanto che lei tornasse. E come sarebbe potuta tornare? Si trovava nelle mani di una strega antichissima e di un parabatai folle d'amore che l'avrebbero sterminata. Per aggiungere altro dolore a quello che già lo consumava, aveva recuperato il vecchio diario di Thomas e lo aveva studiato a fondo. Mentre leggeva e rileggeva quelle pagine, si era dovuto fermare per vomitare o per trattenere l'istinto di dare alle fiamme quel maledetto Istituto. Astrea aveva stretto un patto con Bledar: si sarebbe consegnata con la promessa che l'Istituto fosse risparmiato. Così Bledar aveva concesso loro un incantesimo di confinamento suggellando la promessa, poi era svanito insieme a lei nel buio della notte. Raphael si buttò di nuovo sul letto e si scolò le ultime gocce di vodka che avanzavano dalla sbronza del giorno prima. Un bagliore attirò la sua attenzione: l'anello di fidanzamento sul cuscino di Astrea pulsava, rosso e intenso. Lo scagliò contro il muro nella speranza che si frantumasse come era accaduto al suo cuore, almeno sarebbero stati in due a soffrire. Qualcuno bussò alla porta e lui grugnì invitando chiunque fosse ad andarsene.
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Troublehunter 4.
FanfictionThomas le ha fatto una promessa: dove morirà lui morirà anche lei. Il legame parabatai che si credeva ormai spezzato sembra essere più forte che mai. Astrea scoprirà che non tutti i morti sono sotto terra, anzi scoprirà che camminano tra i vivi. Rit...