Epilogo.

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EPILOGO.

"Ciò che diciamo principio spesso è la fine, e finire é cominciare."
(T. S. Eliot)

Due mesi dopo: 20 Agosto.
La vita, bambina mia, dovrà pur continuare.
Erano quelle le parole che suo padre le ripeteva quando qualcosa non andava nel verso giusto. Le stesse che stava mormorando a se stessa davanti allo specchio. Avvolta in un morbido accappatoio bianco, aspettava l'arrivo di Glenys e Sally. Sorseggiava un caffè freddo, era piena estate e voleva rinfrescarsi, mentre stava appollaiata sul divano a osservare le nuvole bianche che striavano il cielo azzurro. Era il giorno del suo matrimonio. Arrivare a questa data era stato faticoso, un tragitto di lacrime e notti insonni, di litigi e riappacificazioni. In quei due mesi la sua vita, piuttosto che continuare, come le suggeriva suo padre, aveva subìto battute di arresto. La superficie vetrata attraverso cui si stava specchiando le restituiva l'immagine di una donna plasmata dalle esperienze della propria vita, segnata dal dolore quanto dalla speranza. Doveva ammettere che la vita era cambiata per tutti: Sylvie e il piccolo Vincent si erano trasferiti a Vienna, dove lei in poche settimane aveva aperto un atelier di alta moda francese e italiana; Glenys e Sally avevano investito le ricchezze accumulate negli anni dalla vampira per aprire un'erboristeria per Nephilim e Nascosti; Alec e Magnus avevano finalmente deciso di sposarsi e lo avrebbero fatto l'anno successivo con una cerimonia indonesiana (considerate le origini dello stregone); Max stava completando i suoi studi sulla magia guaritrice e Rafe aveva da poco concluso il suo anno all'Estero; Nikolai e Odette avevano cominciato a frequentarsi e stavano pensando di andare a vivere insieme in un quartiere di Lisbona, entrambi erano affascinati dalla capitale portoghese; Haru aveva fatto ritorno dal Labirinto a Spirale con nuove conoscenze magiche che era disposto a mettere al servizio dei bisognosi; Kara Ravenscar era stata nominata Console al posto di sua sorella Gabriella, che si era ritirata a vita privata insieme a suo marito Linus; Alma, Beatriz e Luìs avevano venduto l'azienda vinicola e si erano trasferiti a Lisbona dopo che Astrea aveva nominato sua madre e Brian Capi dell'Istituto; Tanisha era stata consegnata alla Guardia e condannata a cinque anni di reclusione per tradimento; Raphael aveva ripreso il suo posto da avvocato e aveva messo in piedi uno studio tutto suo; Astrea, invece, si era presa del tempo per concentrarsi su se stessa, per metabolizzare le morti a cui aveva assistito, per dare un nuovo senso a tutto quello che un senso lo aveva perso, per scavare dentro la propria anima e ritrovarsi. Era stata in infermeria per due settimane a causa delle percosse e delle numerose ferite che aveva riportato e, dopo essersi risvegliata, era caduta in un periodo di depressione causato dalla morte del suo parabatai. Perdere Thomas, nonostante tutte le orribili azioni che aveva commesso, era stato come perdere una parte di sé. Per giorni aveva pianto fino a vomitare, fino ad addormentarsi, fino alla disperazione più totale nel tentativo di espellere il dolore, invece era rimasto lì, incastrato tra le ossa, e faceva terribilmente male. Solo quando Magnus aveva fatto irruzione una mattina e aveva annunciato che stava organizzando il matrimonio per lei, Astrea si era fatta coraggio e aveva abbandonato il letto per uscire a godersi il sole e il cielo. Raphael era rimasto sorpreso quando gli avevano riferito che si sarebbe sposato entro due mesi, allora anche per lui era iniziata la frenesia per i preparativi. Era stato disposto tutto nei minimi dettagli, benché i tempi fossero brevi: il matrimonio avrebbe avuto luogo a Santillana del Mar, di sera, il rito si sarebbe svolto nel cortile verdeggiante della Collegiata di Santa Juliana (dove Raphael aveva lavorato dopo essere tornato umano) e la si sarebbe tenuta cerimonia presso gli incantevoli giardini dell'Hotel Señorio De Altamira, situato nella parte medievale della cittadina spagnola. Magnus e Sally avevano preso le redini dei preparativi e avevano promesso ad Astrea si stupirla, al che lei si era completamente affidata a loro. Rise al pensiero di quello che avevano potuto combinare i suoi migliori amici. Quando suonò il campanello, si precipitò ad aprire e fu accolta dal sorriso gentile di Glenys e l'espressione seccata di Sally.
"Buongiorno, sposina!" esclamò la fata, quindi l'abbracciò per salutarla. La vampira si fiondò sul divano e si tolse la scarpe per poi gettarle sul pavimento.
"Ti sei svegliata con la luna storta, amica mia?" fece Astrea sedendosi accanto a Sally, che sbuffò e si accese una sigaretta.
"Sono stanca. Ho corso veloce per impedire che i primi raggi del sole mi friggessero come una patatina!"
"Oggi non abbiamo tempo per mettere il broncio, suvvia! E' una giornata di festa!"
Astrea e Sally si guardarono confuse per via dell'eccessivo entusiasmo di Glenys. Sebbene fosse la sposa, Astrea non era affatto in vena di festeggiamenti, ma l'anello di fidanzamento emanò un bagliore rossastro come a infonderle coraggio. Era la giusta cosa da fare.
"Allora diamo il via alla trasformazione della racchia in una bellissima sposa!"
Glenys la prese a braccetto e insieme si diressero in bagno con Sally, scalza e irritata, al seguito.
"Resti una racchia comunque, Monteverde!"
"Sei una spina nel fianco, Parker!"

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