10. LA MORTE MI SEPARERA' DA TE.
Vinta giace la bontà, e la dea Astrea, ultima degli dei, lascia la Terra madida di sangue.
(Ovidio, Le Metamorfosi I)
Astrea non aveva la minima idea di cosa stava per succedere. Sedevano da dieci minuti e l'uno guardava l'altro con fare circospetto. Thomas era sereno, o almeno fingeva di esserlo, e scrutava la stanza in cerca di qualcosa che lei non seppe capire. Myra poggiò la tazzina vuota di the sul vassoio d'argento e si pulì le labbra con un fazzoletto ricamato.
"Sono certa che entrambi siate molto curiosi di sapere quale volto si celi sotto questo cappuccio."
Esordì la strega con voce divertita, e di divertente non c'èra nulla in quella situazione. Thomas e Astrea si scambiarono un'occhiata loquace: nessuno dei due avrebbe proferito parola. Era come essere stati sbalzati indietro nel tempo a quando erano adolescenti e la loro unione faceva la forza sul campo di battaglia. Astrea fu la prima a distogliere lo sguardo perché, nonostante la sera precedente lo avesse baciato, lei non lo ama in senso romantico e continuare a illuderlo non era giusto. Myra ridacchiò per l'intraprendenza di quei giovani.
"Ah, ma certo, avete deciso di tacere all'unanimità. Quanto è potente il vostro legame parabatai! Se voi non parlate, allora toccherà a me farlo."
"Oh, no, sta zitta! Non sopporto quella tua voce squillante!" sbottò Astrea e si beccò un rimprovero muto da parte di Thomas. Non riusciva a tacere, non poteva negarsi la possibilità di uscirne viva anche grazie a una stupida battuta.
"Farò tacere la mia voce e farò parlare il mio viso."
Quando Myra si tolse il cappuccio, Astrea spalancò la bocca e si portò le mani al cuore in segno di sorpresa. Davanti ai suoi occhi sgranati stava il Console Gabriella Ravenscar, la sorella di Kara. Adesso riconobbe gli stessi capelli corvini che accumunavano le sorelle e che erano identici a quelli che la strega nascondeva sotto il cappuccio. Thomas parve confuso più che sorpreso. Dopo quattro anni al fianco di quella donna non aveva mai immaginato che fosse così attraente, si era figurato una donna anziana che si tingeva i capelli per non destare sospetti.
"Questa proprio non te l'aspettavi, Figlia del Fuoco!"
Myra rise di nuovo di Astrea, ancora con la bocca aperta e le sopracciglia corrugate. Sebbene lo shock iniziale, qualcosa non quadrava.
"Come è possibile che tu sia Gabriella? Hai più di mille anni! Hai finto di essere una Ravenscar? Hai fatto un sortilegio su Kara in modo che ti ritenesse sua sorella?"
"Calma, calma! Come sei curiosa! Ho tutte le risposte che cerchi, Astrea, devi solo avere pazienza."
"Tu la conosci?!" domandò Thomas alla sua migliore amica.
"Lei è il nuovo Console da quattro anni. E' stata eletta poche settimane prima che tu e Sylvie evadeste. Io sono stata nel tuo ufficio qualche tempo fa e hai avuto il barbaro coraggio di trattarmi come se fossi un nephilim qualunque, sei una scaltra bastarda!"
Astrea era furiosa con se stessa per non aver avuto il minimo dubbio che il Console fosse coinvolto, soprattutto dopo che Goldstorm e Blackwell l'avevano tratta in inganno. Non aveva ancora imparato la lezione e ciò le sarebbe costato la vita.
"Sei il Console? Per quale motivo ci hai liberato? Il tuo compito è proteggere gli Shadowhunters ... tutto questo non ha senso!" disse Thomas scuotendo il capo dall'incredulità. Myra spostava lo sguardo lusorio tra loro due e il sorriso sulle sue labbra aumentava ad ogni domanda. Astrea si alzò dalla sedia con un scatto e tentò di scagliarsi contro di lei, ma la strega la sbalzò di lato con un semplice gesto delle dita. Thomas accorse in suo aiuto, le tese una mano e la riportò a sedere.
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Troublehunter 4.
FanfictionThomas le ha fatto una promessa: dove morirà lui morirà anche lei. Il legame parabatai che si credeva ormai spezzato sembra essere più forte che mai. Astrea scoprirà che non tutti i morti sono sotto terra, anzi scoprirà che camminano tra i vivi. Rit...