Prologo

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"Lexy, credo che per oggi potremmo anche finirla qui, non c'è la faccio più a stare al computer. Devo anche passare allo studio per prendere delle carte." È la centesima volta che mi lamento nell'ultima ora.
"Amore, se vogliamo trovare un posto adatto, per giugno, dobbiamo sbrigarci siamo già a marzo. Sai quanta gente si sposa a giugno? Molta Niall, molta!" la sua voce è irritata, lo capirebbero anche i muri.
"Possiamo sposarci anche più tardi, il fidanzamento non ha una data di scadenza" la mia risposta mi fa guadagnare un occhiataccia e la sua irritazione arriva alle stelle, per fortuna, la mia ovviamente, non risponde. "Scappo, buonanotte." la saluto e lei ricambia distratta tornando a rivolgere l'attenzione al suo portatile.

Sono 5 anni che io e Lexy stiamo insieme e siamo fidanzati da un mese, forse meno. Le nostre famiglie sono già un paio d'anni che ci stanno con il fiato sul collo perché ci sposassimo. Quando il mese scorso Lexy credeva di essere incinta per via di un ritardo le ho chiesto impulsivamente di sposarmi, anche se non mi sento pronto per questo passo, avrei ritirato volentieri la domanda quando abbiamo saputo che la gravidanza era un falso allarme ma ormai era tardi.
I nostri genitori sono quelli più felici di questa decisione, Lexy è stressata per l'organizzazione e il poco tempo per sistemare tutto e io mi sento ogni giorno più convinto di non volerla sposare.

Dovrei essere il ragazzo più felice del mondo: faccio un lavoro che adoro e ho uno studio tutto mio di tatuaggi che va a gonfie vele, ho buoni amici, una relazione solida con una ragazza e una famiglia che mi sostiene in tutto.
Invece non lo sono, da quando ho visto come sono i miei amici Zayn e Harry con i loro ragazzi ho capito che l'amore che provo per Lexy non è più lo stesso, cosa confermata dal mio averle fatto la proposta per dovere e non per piacere.

Sto aprendo la porta dello studio quando dal vicolo sento arrivare dei gemiti, e non sono di piacere, così decido di dare un'occhiata preparando il numero dei soccorsi.
Quando giro nel vicolo vedo una figura rannicchiata e subito mi avvicino preoccupato "Hey, stai bene? Che ti è successo?"
Il ragazzo mi guarda come se fossi Jake lo squartatore e si rannicchiata di più spostandosi contro il muro.
"Calma amico, non ho cattive intenzioni, voglio solo aiutarti."
Lo sconosciuto continua a guardarmi spaventato così decido di dargli la mia giacca per farlo smettere di tremare prima di convincerlo ad entrare nello studio e andare all'ospedale.

Tutto e niente (IV° serie Amarci)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora