Quid dicam, Gelli, quare rosea ista labella
hiberna fiant candidiora nive,
mane domo cum exis et cum te octava quiete
e molli longo suscitat hora die?
nescio quid certe est: an vere fama susurrat
grandia te medii tenta vorare viri?
sic certe est: clamant Victoris rupta miselli
ilia et emulso labra notata sero.Come puoi, Gellio, spiegare perché queste tue labbrucce rosee
divengono più candide della neve d'inverno,
quando alla mattina esci di casa o quando nel primo pomeriggio
delle lunghe giornate estive ti ridesti dal pigro riposo?
Per certo non saprei come avvenga: ma potrebbe esser vero, qualcuno lo sussurra,
che sei un divoratore di quell'enorme arnese ch'esce dall'inguine di un uomo?
è così, di sicuro: lo gridano la schiena rotta di Vittorio,
pover'uomo, e le tue labbra segnate dal latte che hai succhiato.
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Liber (carmen proibiti)- Gaio Valerio Catullo
ClassicsLa raccolta dei carme proibiti di Catullo. Ecco a voi la raccolta. 🚫contenente abbastanza parolacce.