03.

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Giovedì mattina arriva molto presto, le carte sono state firmate e i documenti compilati. Non resta per Becky che presentarsi in ufficio, alle nove, per i prossimi sei mesi.

Questa mattina si é svegliata presto per messaggiare con Noemi, la sua migliore amica ed compagna di scuole superiori, in Italia. In tutto questo tempo non si sono mai perse di vista.
La notizia della sua assunzione ha creato parecchio scalpore nella sua famiglia, al punto che suo padre non ha potuto fare a meno che comprarle una torta per festeggiare "a distanza".
«Siamo molto orgogliosi di te» aveva detto in un momento particolarmente nostalgico, la sera prima.
Becky aveva preferito tralasciare la parte del primo colloquio andato male, non voleva che i suoi genitori si preoccupassero per lei.
Un filo lieve di rossetto sulle labbra e una spruzzatina del suo profumo preferito ed é pronta ad andare.
In meno di sette minuti arriva in ufficio.

Andrà tutto bene, come primo giorno non dovrai fare nulla di particolarmente difficile, cerca di rassicurarsi da sola.
Si reca direttamente verso l'ufficio del signor Jeremy con tutte le carte ben chiuse nella sua cartelletta da lavoro, comprata ieri al supermercato.
Per essere stata solo tre giorni negli States, si sta già trovando piuttosto bene.
«Buongiorno signor Jeremy» saluta allegra il signore già seduto sulla sua scrivania intento a sorseggiare il suo caffè.
«Pensi che dovremmo far sostituire queste macchinette?» ride lui facendo una smorfia di disgusto.
Becky fa una faccia sorpresa.
«Glielo ha detto il signor Ward?» dice in fretta.
«Ward?» mi guarda confuso «che c'entra Ward?»
«No è che... non importa» sospira e si siede al tavolo di fronte a lui.
«In effetti, ho parlato con James ieri. Abbiamo quasi discusso. Diciamo che si é sentito un po'...» fa una pausa per cercare le parole giuste «"scavalcato" da me» si massaggia il mento, pensieroso.
«Per via della mia assunzione? E ora?» chiede lei in attesa del verdetto finale.
«Beh, io per livello di anzianità sono di livello più alto di lui, quindi anche volendo non potrebbe fare nulla, ma non mi piace creare disordine nel dipartimento. Penso che per il momento puoi iniziare con gli altri cinque. Non appena le acque si saranno calmate inizieremo un nuovo progetto con il gruppo di James.»
«Avevo capito che saremmo stati separati...?»
«Per ora. Vedi, l'anno prossimo andrò in pensione, ormai ho 63 anni. Ho intenzione di rivoluzionare un po' gli uffici prima di andare via.»
Prende un buon sorso di caffè, poi continua: «Temo che nel momento in cui metterò piede fuori di qui, James alle redini del dipartimento potrebbe tagliare via un po' di bravi dipendenti.»
Becky cerca di riflettere sulle sue parole.
«Vuole dire che licenzierà i membri del nostro gruppo?» chiede poi.
«Voglio solo dire che... vorrei che James si accorgesse delle brave persone che lavorano per lui, tutto qui» sospira.
«È in gamba, ma é anche molto giovane. Certe cose si comprendono appieno dopo molti anni di esperienza. Lui non ha ancora capito come dare il giusto valore... alla fiducia.»
Rimane in silenzio per un po' di secondi prima di schiarirsi la voce e di sporgersi verso di lei e prendere le carte che ha appena messo sul tavolo.
«Forza, è ora di mettersi al lavoro!» esclama lui sorridente, scacciando via tutti i pensieri di prima.
«Raggiungi pure gli altri laggiù che ti spiegheranno il loro progetto.»
In fondo alla stanza ci sono i ragazzi di Jeremy intenti a scrivere sulla tastiera, molto concentrati.

Passano il resto della mattinata a spiegare a Becky quello che stanno programmando e cosa bisogna sistemare. Non appena scopre che userà Java, il linguaggio che le
piace di più, tira un sospiro di sollievo.
«Allora, che ne pensi?» chiede Mark, uno dei ragazzi più grandi.
«Penso che personalmente cambierei la struttura di un paio di metodi, ma per il resto ci sono e non vedo l'ora di lavorare con voi» dice sinceramente contenta.
Scopre che quello che stanno facendo non é, come le aveva detto Ward, fuori dalla sua portata.

«Come ve la cavate qui?» una voce alle sue spalle la fa sobbalzare.
Si gira in fretta e si trova davanti proprio lui.
Parli del diavolo...
«Buongiorno James» lo salutano gli altri.
Cosa? Ma ci vanno d'accordo? E come fanno?
«Puoi salutarmi anche te, tanto non ti mangio» le rivolge uno sguardo beffardo.
Vorrebbe rispondergli male. Ma non lo fa. Perché uno, è appena stata assunta e Jeremy sembra si aspetti tanto da lei. E due, perché non può farlo.
Aspetta che ti becco fuori dall'ufficio, stronzo.

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