In-Between

16.

I giorni seguenti sono i più rilassanti degli ultimi due mesi. Le sveglie sono abolite, il cellulare costantemente in silenzioso, anche per vigliaccheria.
L'assenza di contatti con il suo responsabile, deve ammetterlo, le lascia molto più tempo per concentrarsi su se stessa e per sentirsi veramente a casa, senza pensieri.

Una sera, a tre giorni dal volo che la riporterà nella sua nuova città - Irvine - si trova sul divano della nuova casa della sua migliore amica, Noemi.

Noemi è una ragazza dolce e spontanea.
Finita la scuola superiore ha deciso di non continuare gli studi, un po' perché ha sempre sostenuto di non aver ancora trovato la sua strada, un po' per mancanza di soldi - viene da una famiglia in serie difficoltà economiche.
Con un padre assente e attaccato al gioco d'azzardo e una madre impegnata in una relazione malsana da cui è da poco riuscita ad uscire, è stata in grado sin da subito di cavarsela da sola. E' una bravissima cuoca ed è anche perfettamente in grado di parlare sia l'inglese che il tedesco, oltre ad essere la sua migliore amica da sempre.

Hanno passato tutta la giornata a raccontarsi ciò che si sono perse l'una della vita dell'altra, in questi mesi.
Noemi le racconta che vive in un monolocale vicino a Malpensa, per il momento, e di come sia riuscita ad ottenere quel posto da hostess di viaggio per Alitalia che tanto desiderava. Volare, sentirsi libera e viaggiare sono sempre state le sue più grandi passioni, da ragazza autonoma e indipendente come lei.

«Ma ora spiegami nel dettaglio cosa è successo con James!»
Memi incrocia le gambe sul divano e si mette sull'attenti, cercando di scavare nella mente dell'amica per tirarne fuori qualche informazione succulenta.
«Sei diventata una pettegola di prim'ordine!» ride l'amica, strabuzzando gli occhi.
«No sei tu che non mi racconti più i dettagli, è diverso» le risponde lei, insofferente per l'estrema riservatezza con cui Becky sta trattando la questione.
«E' un cafone. Non c'è niente da dire.»
«Sei sicura che non ti piaccia?» la scruta.
«Si, sono sicura. E poi tu dovresti conoscermi!» le dà un gomito.
«Io ci ho provato a farmelo piacere, anche solo a farmelo andare giù» sospira, «dal primo giorno che sono arrivata ha cominciato a mettermi i bastoni tra le ruote.»
«Mi piacerebbe capire da dove viene tutto questo astio nei tuoi confronti. Nel senso, tu hai motivo di avercela con lui dopo come ti ha trattato il primo giorno, ma lui?» si fissa le punte dei piedi, concentrata.
«È quello che mi chiedo da due mesi. Ancora non mi sono data una risposta, mi piacerebbe chiederglielo ma so che non mi direbbe mai la verità.»

Becky si sporge verso il suo zainetto posto di fianco al divano e tira fuori un pacchettino di carta. «A proposito, questa è per te» le porge una busta con dentro una cartolina della città di Irvine.
«Che meraviglia!» esclama scartandola, «Tu abiti proprio qui?» Sembra quasi più emozionata di lei.
«Si. Vorrei tanto che venissi a trovarmi, non riesci proprio, vero?» le domanda triste ma allo stesso tempo felice che l'argomento di conversazione sia cambiato.
«Come faccio con il lavoro...?» le risponde rassegnata, «anche se giuro che verrei solo per vedere cosa combinate tu e quel tuo capo» continua maliziosa.

«Ah! La mia migliore amica si farebbe migliaia di chilometri non per vedere me, ma per conoscere il mio capo» finge di essere estremamente offesa, ma non regge.
«Comunque non è niente di che, a parte l'aspetto fisico.»
«E dici poco!» ride l'altra.
«Per vederlo non serve farsi tutti quei chilometri, è a Milano» la guarda, sapendo di aver fatto un'errore nell'esatto momento in cui quella frase è uscita dalla sua bocca.

«COSA? È qui? Devi assolutamente farmelo conoscere!»
«Non esiste» risponde categorica «non dopo come si è comportato l'altro giorno.»

Le racconta tutto. Di come lui si sia approfittato di lei e delle sue amate ferie per fare colpo su una donna, di come lei gli abbia sfuriato dietro e di come poi non si siano più sentiti da allora.