08.

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È da ormai più due settimane che lei e James lavorano da soli su un progetto aziendale affidatogli da Jeremy.
Sono passate esattamente due settimane anche dal pugno in faccia di Becky, momento che ha evitato con cura di nominare nei giorni successivi e oltre.

Il lavoro non è stato affatto facile, ma sono sopravvissuti senza azzannarsi a morte.
I battibecchi sono all'ordine del giorno, ma ormai sono diventati la normalità quotidiana e i colleghi non si sorprendono più nel vederli sputare veleno nei corridoi di quel monotono edificio.

La nuova piattaforma web dell'AdCorporate é venuta fuori bene, un vero mix di funzionalità da parte di James e creatività e ordine da parte di Rebecca.
«Se continuiamo così, tra poco la nostra collaborazione sarà finita, finalmente» istiga James.
«Puoi dirlo forte.»

Neanche il tempo di finire la frase e l'ufficio è completamente al buio.

«Oh cazzo» esclama lui.
«Che succede?!» domanda Becky, allarmata dal tono del ragazzo.
«Dev'essere saltato qualcosa, non c'é motivo di agitarsi.»
Becky rantola frenetica al buio per cercare la porta d'uscita, senza successo.
«Non riesco a trovare la porta!»
«C'é bisogno di urlare?»
«Sì!»
Sbuffa.
«Come sei caotica» si lascia sfuggire un sorriso nel buio, tanto sa che non può vederlo.
«Sicuramente è qualcuno che mi compatisce ed è venuto a salvarmi da qui» ride.
«Ah ah ah»

Si muove lentamente, passettino dopo passettino, per evitare di inciampare in qualche cavo o di sbattere contro qualcosa.
Improvvisamente delle mani grandi e lisce le afferrano delicatamente le braccia, spostandole in un'altra direzione.

«La porta è di là» sussurra lui.
Non sa perché stia sussurrando, ma la situazione si fa a poco a poco imbarazzante.

Si fa spingere da lui fino a che le sue dita toccano il legno della porta, le sue mani scivolano sulle sue e poi si staccano.

Quel contatto, improvviso e destabilizzante, la fa arrossire.
Si trattiene un secondo in più, facendo finta di non trovare la maniglia, per evitare che la luce esterna possa mettere in mostra il suo viso color porpora.

«Allora?» sussurra lui al suo fianco.
Apre la porta e si dirige verso le scale senza guardarsi indietro.

Una volta raggiunto il loro piano, si rendono conto che l'intero edificio é in totale Blackout.

«Deve esserci qualche problema più serio, il sistema sembra non riprendersi» afferma trafelato un ragazzo, di ritorno dai piani inferiori.
Per fortuna i server aziendali sono alimentati da una fonte alternativa.

«Com'é possibile?» chiede James.
«Non lo sappiamo, stiamo provando a trovare una soluzione» si difende il tecnico.
« Provateci più in fretta!» sbotta nervoso.

Dopo mezz'ora la luce é tornata, ma non c'é verso di far ripartire i computer.

«É una cosa mai successa prima d'ora!» si sente bisbigliare.
Ormai tutti i dipendenti dell'edificio si sono riversati nell'ala centrale del corridoio.

«Hey James, non vorrei disturbarti ma...»
«Sí, stai disturbando.»
«Ascolta, questo non è un comportamento normale» continua,
ignorando la sua risposta tagliente.
«Che cosa stai blaterando?» dice lui, concentrato davanti al main server.
«Dico solo che prima è partita la rete elettrica, e adesso solo i computer. C'é qualcosa che non torna.»

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