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Aurora

Un'altra settimana. È passata un'altra settimana. Il dottore ha detto che se entro questa settimana non si sveglierà dovranno staccare i macchinari che lo tengono in vita.

Lui è forte. So che ce la deve fare. Ne abbiamo passate tante insieme, non può abbandonarmi adesso, proprio ora.

-Ehi Federico.- dico prendendo la sua mano. -Che cosa stai facendo? Stai spaventando tutti. Ti prego apri gli occhi. Siamo tutti in pensiero per te. Ne abbiamo passate tante insieme e ne passeremo tante altre insieme. Ricordi quel viaggio che volevi fare ad Amsterdam? Ricordo che me ne parlasti sempre. Mi ricordo di come ti si illuminavano gli occhi appena pronunciavi la parola "Amsterdam". Quel viaggio lo faremo, tutto insieme, te lo prometto. Ma ora apri gli occhi e mostrami le tue iridi azzurre. Questa tua assenza mi sta facendo male.- alcune lacrime mi rigano il volto.

La sua mano è pallida e fredda.

All'improvviso sento una stretta di mano e subito rivolgo il mio sguardo a Federico. I macchinari iniziano a fare dei strani bip.

Succede tutto in fretta; i dottori entrano dentro come dei pazzi scatenati e mi cacciano letteralmente in malo modo dalla stanza chiudendo poi la porta alle loro spalle.

Cosa sta succedendo?

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