Giorno sedici

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Martina:

Nei giorni successivi imparai tante cose di lei.
Imparai a capire le sue idee, i suoi gusti, come farla ridere e cosa la infastidisce, cosa più importante, però, capii anche che fra le cose che le piacciono, ci sono anche io.
Finalmente avevamo trovato la giusta direzione da seguire, l'equilibrio perfetto, e poi chissà.. il dopo non importava più, i timori li avevamo abbandonati lungo la strada, avevamo solo tanta voglia di viverci, giorno per giorno.

È il 26 Giugno, ormai sono 16 giorni che pendo dalle tue labbra, Andrea.
È sciocco tenere il conto, lo so, ma tu mi fai sentire così scema che potrei addirittura iniziare a contare i secondi passati insieme.
Sei la mia ragazza? Proprio non lo so, o meglio, il nostro rapporto non ha bisogno di etichette ma devo ammettere che ormai ci comportiamo proprio come una coppia.
Oggi è la prima volta che stringi la mia mano in pubblico.

Andrea:

Fa caldissimo stamattina ma tu hai insistito tanto per andare al parchetto del nostro primo appuntamento, ed io come potrei non assecondare i tuoi capricci?
"Nervosa?" Ti chiedo.
"No, cioè.. C'è un sacco di gente in giro ma non importa" sorridi.

Martina:

Ci sediamo su una panchina e iniziamo a parlare, io almeno, io parlo tanto ma tu ascolti sempre, anche se dico solo cavolate.
Tu mi guardi un po' di più, io fisso il verde attorno perché ho problemi a sostenere il tuo sguardo sempre così sicuro.
Quando però ti guardo, inizio a viaggiare:
I tuoi occhi oggi sembrano più belli, sarà il sole che riflette sul tuo volto e fa risaltare delle sfumature di verde intenso, o sarà semplicemente che provo qualcosa per te, qualcosa che giorno dopo giorno ti mostra sempre più perfetta ai miei occhi.
Mi accorgo di essermi un po' persa in te, te ne sei accorta anche tu e hai ammorbidito lo sguardo per non intimidirmi e lasciarmi lì a fissarti.
Arrossisco immediatamente e mi volto a fissare le mie scarpe cercando qualcosa da dire.
"Sei in imbarazzo?" Mi chiedi.
"Io? No" Mento.
"No?" Sposti per terra il mio zainetto, l'unica cosa che ci divideva sulla panchina, apri le gambe e ti posizioni a cavalcioni su quest'ultima.
Ti trascini un po' verso di me, non sai cosa mi stai scatenando in questo momento.
"Rapportarsi con una ragazza è strano, diverso, no?"
"In che senso?" Ti domando.
"Non sai mai chi farà il primo passo" Mi baci delicatamente per un paio di secondi.
"Stai con me" sussurri.
"Certo, ho ancora un'ora prima di andar via, lo sai" Ti ricordo.
"No, dico davvero, stai con me. Quando ti chiederanno che programmi hai per il pomeriggio, rispondi che sei impegnata con la tua ragazza. Ti va?"
Credo che le mie guance abbiano cambiato colore in meno di cinque secondi, ho letteralmente il cuore che sta per esplodere.
Il tempo scorre ma non riesco neanche a rispondere, mi hai sorpresa davvero tanto..
"Non devi  rispondere per forza adesso, pensaci.. mi dai un giorno di prova, che dici?" Ti sorrido senza trattenermi.
"Sei un'idiota" Non ho bisogno di prove, so esattamente cosa voglio.
"No, dico davvero - dai un'occhiata all'orologio che ti abbraccia il polso - 13.40, domani alla stessa ora mi dirai com'è stato essere la mia ragazza per un giorno"
Non resisto, sei tremendamente carina. Ti bacio, vorrei far scivolare un po' ovunque le mie mani ma c'è davvero tanta gente intorno.
Accavallo la mia gamba sulla tua, un'ondata di caldo mi attraversa ogni centimetro. Sei bella, bella davvero.
Ci stacchiamo.

Andrea:

Sei felice, è evidente, lo sono anche io.
Accarezzi la mia gamba con la tua piccola mano e poi ricominci a parlare.
Ti ascolto ma i miei occhi non si lasciano sfuggire nulla.
Vedo come timidamente muovi la tua mano verso la mia, ti lascio giocherellare.
Probabilmente non ci fai neanche caso, mi accarezzi come se fosse la cosa più naturale per te, è dolce da parte tua.
Parli ed è fantastico sapere che ora sei proprio a tuo agio e non come sedici giorni fa, ma le tue labbra mi attirano così tanto impulsivamente a te che spesso ti spezzo le frasi in gola perché proprio non resisto al potere magnetico che hanno le tue labbra sulle mie azioni, e allora ti bacio.
Proprio come adesso: stai parlando di qualcosa tipo il cibo della mensa universitaria ma non ti permetto di finire il discorso.
Non sembri affatto dispiaciuta, in realtà.
Ti trascino verso di me.

Martina:

"Andiamo a casa tua, lì posso mostrarti i benefici dell'essere la mia ragazza" Sussurri al mio orecchio.
Ed è esattamente ciò che voglio, tutto quello che sento è un'irrefrenabile voglia di averti, ogni parte del mio corpo ti reclama.
"Non riusciremmo a fermarci e io ho solo un'altra mezz'ora" Ti spiego.
"Uff"
"Vieni qui" ti abbraccio.
Il tuo odore è ipnotico, fermarsi con te è sempre dura.
"Vieni - ti alzi tendendomi la mano - ti accompagno io, piccolina"

17 days to fall in loveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora