Siete vergine, Miss Elliot?

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Miss Eliza Elliot era contraria a quel colloquio di lavoro, ma doveva troppo a Madame per rifiutarsi di fare un tentativo. Quando a quindici anni era rimasta orfana di madre, l'unico genitore che avesse, aveva una sola alternativa alla strada: i bordelli. Madame Chantel, una vecchia amica di sua madre, l'aveva invece accolta nella sua scuola e l'aveva istruita, le aveva impartito quell'educazione a cui avrebbe avuto diritto per nascita se invece di essere partorita dall'istitutrice dei figli di Lord Cavendish fosse stata partorita dalla sua legittima moglie, visto che comunque il seme con cui la ragazza era stata ingravidata era sempre quello del nobiluomo.

Alla fine della sua formazione Madame Chantel le aveva trovato un posto come istitutrice presso una ricca famiglia nobile, ma dopo poche settimane fu costretta a trovargliene un'altra... e poi un'altra. Era incredibile come quei nobili padri di famiglia trovassero del tutto naturale mettere le mani addosso alle istitutrice dei propri figli, sollevar loro le gonne e immobilizzarle ovunque.

- Sei troppo bella – sospirò sconfitta Madame Chantel dopo averla collocata per la terza ed ultima volta presso una famiglia altolocata e averla vista tornare indietro dopo poche settimane con un labbro spaccato e un occhio tumefatto – Sei ancora vergine, almeno?

- Sì... - sospirò Eliza.

Madame Chantel la tenne presso di sé. Eliza era un'ottima insegnante e la sua scuola ne avrebbe tratto lustro anche se quella splendida donna educata alla perfezione era un po' sprecata in un ambiente chiuso e ristretto.

In quell'ambiente chiuso e ristretto Eliza trascorse otto anni e immaginava che ci sarebbe invecchiata e infine morta, ma un pomeriggio la direttrice la convocò per dirle che un suo vecchio amico cercava un'istitutrice per sua figlia prossima al debutto.

- Vi prego non mandatemi via... - implorò Eliza.

- Non ti sto mandando via. Qui sarai sempre la benvenuta, ma hai ventotto anni, sei colta e raffinata, non è questo il tuo posto Eliza.

- Ho provato tre volte e tutte quante ho passato più tempo a levarmi di dosso le mani degli uomini che a insegnare qualcosa ai loro figli.

- Stavolta sarà diverso, sei più matura e Basil Harriman è un uomo molto particolare. È un burbero solitario. È vedovo da tredici anni e lo conosco personalmente.

Eliza sospirò.

- È molto ricco. Ha fatto una fortuna coi commerci navali, ormai non è più giovane, ha una cinquantina d'anni e poi è sempre in giro con le sue navi. Praticamente non lo vedrai mai.

Praticamente non lo vedrai mai, fu quella l'informazione che convinse Eliza a presentarsi al colloquio a casa Herriman.

Era il 4 Febbraio 1829, era nevicato nei giorni precedenti, la neve era stata pestata, sporcata e compattata sulle strade e sui marciapiedi di Londra, ma sui tetti e sui rami degli alberi era ancora candida.

Il giardino di casa Harriman era molto grande e i cespugli nelle aiuole erano piegati sotto il peso della neve.

Entrando dal cancello e avvicinandosi al portone Eliza fu investita dal profumo pungente del calicanto, si voltò per cercarlo e lo vide in un angolo vicino al muro della casa; essendo leggermente riparato non era coperto di neve e spandeva solitario il suo meraviglioso profumo.

Nonostante la resistenza che aveva verso quel lavoro, quel luogo e ciò che l'aspettava, il profumo del fiore invernale fu per lei un segnale positivo. Sentì fortemente che stava costruendo un ricordo e che qualunque cosa sarebbe successa, quel 4 Febbraio 1829 sarebbe stato per sempre legato al profumo del calicanto.

Bussò al portone e immediatamente vennero ad aprirle. Il maggiordomo disse che era attesa e la fece accomodare in un grazioso salotto in attesa che Mr. Harriman la ricevesse.

Il profumo del calicantoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora