Vi bagnerete, Miss Elliot

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Quel pomeriggio Eliza condusse Sarah al parco.

Sulle prime la ragazza protestò dicendo che il parco di pomeriggio non era alla moda e che non ci sarebbe stato nessuno. Ovviamente le decine di carrozze, gentiluomini e gentildonne che passeggiavano non erano nessuno. In ogni caso Sarah fu notata da numerosi nessuno di sesso maschile e alcuni trovarono anche il modo di presentarsi.

Di ritorno a casa Sarah era decisamente meno contraria a passeggiare nel parco di pomeriggio.

Per Eliza la passeggiata era stata molto istruttiva, aveva intuito che, come sospettava, Sarah era molto intimorita da suo padre che praticamente non conosceva. Lui aveva viaggiato molto e, durante l'infanzia della ragazza, avevano passato pochissimo tempo insieme, a peggiorare il tutto c'era che lui non era certo espansivo e affettuoso e non era mai riuscito a mettere a proprio agio quella bimbetta spaventata.

Eliza la trovò vivace e incredibilmente giovane, di una giovinezza che lei non aveva mai nemmeno potuto immaginare: quando aveva sua età viveva della carità di Madame Chantel, si sforzava di studiare e applicarsi per dimostrare a Madame che non stava sprecando risorse per un'ingrata, ma era profondamente infelice e triste. Le mancava sua madre, la loro intimità, quel poco di felicità che aveva creduto di avere.

Probabilmente fu quel confronto a farla affezionare subito a Sarah, Eliza vedeva in lei la ragazzina che lei non era potuta essere e se l'avesse accompagnata sicura di sé nel mare della vita avrebbe risarcito se stessa di quell'enorme privazione.

Eliza l'ascoltò chiacchierare, a modo suo era spiritosa, e così scoprì quanto fosse divertente ed emozionante per una ragazzina l'arduo gioco del corteggiamento. Sicuramente non sarebbe stato difficile trovarle un marito...la sfida sarebbe stata trovare qualcuno che vedesse la sua innocenza e non volesse approfittarne. Quando rientrarono in casa Sarah era allegra e accaldata.

- Avevo paura di voi, sapete - disse prima che si lasciassero per cambiarsi per la cena – Ero sicura che mio padre avrebbe scelto una donna che non mi sarebbe piaciuta.

- Vostro padre vuole solo il vostro bene. Me lo ha detto subito quando ci siamo incontrati la prima volta.

- Davvero? Non penso di piacergli molto.

- Come potrebbe essere possibile? Dovete essere più attenta Miss Harriman, avrete delle sorprese.

- Chiamatemi Sarah.

- E voi Eliza.

Quella sera Eliza indugiò un po' più a lungo nella vasca e ripensò alla conversazione con Mr. Harriman.

Era stata sfacciata, per ben due volte, ma lui era sembrato divertito.

Normalmente Eliza era la quintessenza del contegno. Aveva imparato a dare risposte concise e rispettose che non tradissero nessun tratto della sua personalità e soprattutto che non la mettessero in mostra, ma Basil Harriman la provocava deliberatamente e lei cedeva.

Uscita dalla vasca scelse un abito nuovo. Era blu oltremare, la scollatura era un po' troppo audace per i suoi standard, ma il pizzo riusciva a contenerla un po' anche se forse la rendeva ancora più sensuale.

Quella sera era stato apparecchiato tutto il lungo tavolo della sala.

Mr. Harriman sedette a capotavola, Sarah alla sua destra ed Eliza alla sua sinistra.

Sarah giocherellava con i piselli e qualcuno addirittura sfuggì dal piatto.

Eliza a quel punto ritenne opportuno fare il suo primo intervento educativo. Aveva capito da tempo che la coercizione faceva ottenere solo risultati superficiali e temporanei, a differenza della persuasione che cambiava radicalmente le cose. Così con tono leggero disse quasi distrattamente:

Il profumo del calicantoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora