Farete a meno di mutande e corsetti?

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Quando i primi di marzo Mr. Harriman rientrò insieme alla figlia, stentò a riconoscere Miss Elliot.

La giovane si trovava nel proprio studio, nessuno l'aveva avvertita che il padrone stava per arrivare, se no non si sarebbe fatta sorprendere semisdraiata sul sofà a leggere i sonetti di Shakespeare. Scoprì dopo, parlando con la signora Potter, che Mr. Harriman non rispettava quell'odiosa consuetudine così cara agli aristocratici di far schierare tutti i domestici nell'atrio della casa per accogliere il padrone. Lui andava e veniva come meglio gli pareva e tutti continuavano a svolgere le loro mansioni senza dar troppo peso alla cosa.

Quindi Eliza fu colta completamente immersa nella lettura, con il piede destro mollemente abbandonato e dondolante fuori dal bordo del sofà. Per fortuna indossava almeno uno dei suoi abiti nuovi, quello celeste che aveva scelto Mr. Harriman, e aveva avuto il buon senso di acconciarsi i capelli. Non aveva sentito nessun rumore eppure ad un certo punto abbassò il libro, come solleticata da uno sguardo, alzò gli occhi e vide Basil Harriman in piedi in abiti da viaggio appoggiato all'uscio semiaperto.

- Mr. Harriman! - esclamò alzandosi di scatto – Nessuno mi ha informata che...

- Sono appena arrivato, posso entrare? 

- Ma certo! Faccio portare il tè? 

Eliza sentiva le guance in fiamme, era certamente viola dalla vergogna.

- Più tardi. Lo prenderemo insieme, così potrò presentarvi Sarah.

L'uomo entrò ed Elisa lo invitò a sedersi sul divano.

- Mi sembrate ben ambientata – disse sorridendo.

- Non so come... non passo tutto il mio tempo a leggere sonetti, credetemi.

Lui sorrise. E la guardò attentamente.

- Che foste molto bella me n'ero già accorto, non immaginavo che foste sorprendentemente bella.

- Non ho mai avuto abiti nuovi... e disponibilità quasi illimitata di sapone e acqua calda – spiegò Eliza arrossendo ulteriormente.

- Non su tutti hanno lo stesso effetto. Anche la signora Potter dispone di abiti, sapone e acqua calda... - poi Mr. Harriman si alzò - Scenderemo per il tè fra un'ora. Dove volete farlo servire?

- Potremmo prenderlo qui, se siete d'accordo. Mi piace molto questa stanza, mi sento a mio agio e vorrei incontrare qui vostra figlia.

- Benissimo. A dopo.

Sorrise di nuovo.

Non era da lui sorridere così disinvoltamente, era evidente che c'era qualcosa che lo divertiva.

Appena fu sola, Eliza mise via quel dannato libro, chiamò Mrs Potter e le disse di servire il tè nel suo studio a un'ora precisa a partire da quel momento. Poi corse in camera, si sistemò i capelli che ovviamente, stando coricata, erano sfuggiti alle forcine. Non era una devota cristiana, ma in quel momento le venne in mente quel passo delle scritture che dice: "Vegliate perché non sapete né il giorno né l'ora... ah, se invece di Shackespeare avessi letto il breviario forse non avrei messo a repentaglio la mia faraonica condizione".

Dopo essersi rassettata ridiscese nel suo studio e si sedette alla scrivania e lì attese, immobile e composta!, l'arrivo di Mr. Harriman e di sua figlia.

Sarah Harriman era davvero di una bellezza sorprendente, talmente bella da sembrare quasi soprannaturale.

Mr. Harriman fece le presentazioni mentre Eliza servì il tè sollecitando la sua pupilla a raccontare le impressioni circa la lunga visita presso la famiglia Cabot.

Il profumo del calicantoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora