Aspettando Mr. Harriman

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Il mese di febbraio scivolò lentamente verso marzo.

Eliza insegnò alla scuola per tutte e due le successive settimane e poi in poco tempo radunò le sue povere cose, salutò Madame, le altre insegnanti, le ragazze e attese la carrozza che la venisse a prendere.

Il giorno in cui Eliza arrivò nuovamente a casa Harriman il giardino non era più immerso nella neve, ma il profumo del calicanto era ancora di sentinella. L'aria era fredda e pungente e quel delizioso aroma l'accolse con il suo frizzante benvenuto.

Sulla soglia di casa Eliza incontrò Mrs Potter, la governante, una rubiconda donna sulla cinquantina.

Eliza non era espansiva e spesso questo aveva compromesso l'instaurarsi di rapporti distesi con le persone. Era riservata di natura e diffidente per abitudine, ma l'aspetto bonario di Mrs Potter le strappò un sorriso spontaneo.

- Benvenuta, Miss Elliot – la salutò allegra la donna – Sono Mrs Potter. Sono molto lieta di conoscervi.

- È un vero piacere anche per me – rispose sinceramente Eliza.

- Un valletto porterà di sopra le vostre cose. Ho preparato il tè. Seguitemi.

Il salotto di Mrs Potter era una graziosa stanzetta appena oltre la parte padronale della casa. Era lindo e ordinato e il tè squisito.

La donna parlò liberamente della casa, delle abitudini del padrone e della signorina.

Da come raccontava, Eliza capì che Mr. Harriman era rispettato e amato, la servitù gli era devota sia perché pagava generosamente e con regolarità, sia perché non aveva nessuna delle pessime abitudini dei nobili. Non beveva, non giocava d'azzardo, non portava donne in casa. Viaggiava molto. Era perfetto.

Dopo il tè, Mrs. Potter mostrò ad Eliza la sua stanza.

Era una specie di sogno. Una stanza grande, calda, pulita con mobili comodi. Solo la vista del letto con le lenzuola candide le fece venire le lacrime agli occhi.

Mrs. Potter aveva intuito dall'abbigliamento dimesso di Eliza che lei, pur essendo una vera signora, non disponeva di molto denaro e che probabilmente aveva vissuto in luoghi molto al diversi da Harriman House. Vedendo lo struggimento che la ragazza provava vedendo quella stanza pulita e ordinata pensò che fosse opportuno lasciarla sola a godersela un po'.

- Mi sembrate stanca, mia cara, forse gradireste un bagno caldo.

Un bagno caldo?! Un vero bagno caldo?!

Eliza sgranò gli occhi e spalancò la bocca. Non aveva mai fatto un bagno caldo in vita sua. Non ci teneva a farlo sapere a Mrs. Potter, un po' se ne vergognava, ma forse la sua espressione da pesce lesso aveva parlato per lei.

- Se lo gradite posso farvi portare dell'acqua calda per il bagno – insistette nuovamente la buona donna.

- Non voglio disturbare – mormorò Eliza, ma era evidente che moriva dalla voglia di dare loro quel disturbo.

- Il signor Harriman ha detto chiaramente che dobbiamo esaudire ogni vostro desiderio – spiegò Mrs. Potter – Mettetevi comoda e io intanto faccio portare l'acqua. Dopo il bagno, se non sarete troppo stanca vi mostrerò la casa.

Eliza rimase quindi sola nella sua stanza e si accorse che non era certo la stanza di una domestica. Nel camino ardeva legna da tempo, il che rendeva la stanza calda e asciutta. Si spogliò con calma e si guardò allo specchio. Nello spogliatoio intanto si sentivano i secchi d'acqua che si versavano nella vasca. Che suono melodioso. Quando fu certa che le domestiche se ne fossero andate, Eliza si spogliò completamente. Aveva un corpo longilineo e ben fatto che nemmeno i pessimi abiti da istitutrice riuscivano a nascondere. Il seno era alto e sodo, le gambe lunghe. Era obiettivamente graziosa, anche se per molti uomini i suoi 28 anni erano un'eternità. E quello stava diventando un vantaggio. Era abbastanza certa che non si sarebbe mai sposata, ma forse poteva evitare di invecchiare e morire in una scuola per signorine.

Il profumo del calicantoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora