2. Faccio Un Po' Di Conoscenze

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Decisi di calmarmi e che era ora di uscire da quella gabbia umida e fredda. Mi alzai da terra con una certa fatica e iniziai a guardare me stessa. Indossavo una canottiera color verde scuro che fortunatamente mi copriva tutta la pancia, degli shorts in jeans elasticizzati e un braccialetto di pelle intrecciata che mi stava un po' largo. Forse mi era stato donato da qualcuno in passato, ma tanto io non me lo ricordavo. Indossavo degli scarponcini alti veramente brutti, ma non mi importava di come ero vestita, piuttosto avrei voluto sapere com'ero fatta, oltre a essere una palla pronta a esplodere. L'unica cosa che potevo vedere erano delle lentiggini sulle spalle e dei lunghi capelli color cioccolata lisci e lucenti. Guardai in alto e vidi che iniziava a fare buio così decisi di chiamare qualcuno per aiutarmi a uscire. Stavo per urlare il nome di Newt quando mi si presentò sopra una personcina con i capelli ricci, bruni, degli occhi marroni e un faccino magro. Era Lucas. Lo riconoscevo da prima quando lo avevo visto per la prima volta. "Ehi ti sei decisa ad alzarti finalmente" mi disse, poi saltò dentro alla gabbia con un agilità pazzesca. "Io sono Lucas e sono arrivato prima insieme a te. Non ti preoccupare se non ti ricordi nulla, mi hanno spiegato che qui è così per tutti "mi porse la mano e io gliela strinsi." Io mi chiamo Rose" Wow era veramente così la mia voce?, pensai. "Piacere Rose" e mi sorrise radiosamente. "Forse è meglio che vada a chiamare Gally così può aiutarti a salire nella radura" detto questo risalì in fretta e corse via. Pochi minuti dopo ritornò con il ragazzo che prima mi aveva fatto ridere per via della sua buffa espressione. "È così ti chiami Rose, piacere io sono-"
"Gally" lo precedetti.
Mi sorrise e mi aiutò a salire.
Rimasi stupita da quello che vidi. Nonostante il crepuscolo riuscì a scorgere un enorme prato verde che ospitava un boschetto e vari edifici. La cosa più sconvolgente era che tutto ciò era circondato da altissime mura di cemento che sembravano impenetrabili. Mi sentivo come un topo in trappola, ma sapevo che non era il mio principale problema. "Lucas, va a dire ad Alby che la fagiolina si è decisa a uscire e che può far cominciare la festa se vuole" il ragazzino corse via verso il grande edificio dietro di noi. "Festa?" chiesi. "Si la facciamo sempre quando arriva il nuovo fagio. Questa volta sarà doppia." disse guardandomi dall'alto. Quel ragazzo era veramente imponente. Mi dava una strana sensazione sia di protezione ma allo stesso tempo mi inquietava perché sapevo che non avrei mai potuto competere con lui.
" Mi spieghi perché ci chiami fagio? " dissi perplessa. "Be vedi, noi chiamiamo tutti quelli nuovi che ci mandano fagio" spiegò cominciando a camminare.
"Chi ci manda?"
"Ecco non credo di essere io l'incaricato a dirtelo" esitò "Praticamente ogni mese dalla scatola i creatori, che sono quelle facce di caspio che ci hanno messi qui, mandato un nuovo fagiolino insieme alle provviste, l'acqua e altre cose che possono servirci".
Il ragazzo sembrava che conoscesse bene il posto, come se fosse lì da tanto tempo. "Ti porto da Fry che ti darà qualcosa da mangiare, credo tu sia affamata" annuì leggermente e continuai a camminare. Fui grata al ragazzo che seguì pazientemente il mio passo lento, perché non sarei resistita due secondi ad un ritmo più veloce.
Ogni tanto cercava di guardarmi. Credo stesse cercando di capire com'ero e come comportarsi con me. "Qui non ci sono ragazze vero?" domandai d'istinto "No, te sei la prima. E la cosa ha fatto un certo scalpore direi, soprattutto perché tu sei.." lasciò cadere la frase imbarazzato, e distolse lo sguardo dal mio arrossendo.
Sospirai e mi guardai il ventre. Mi intimoririva sapere che c'era una vita che stava crescendo dentro di me e che a breve sarebbe venuta al mondo.
" Non lascerò che ti facciano del male Rose. Sei al sicuro non ti preoccupare" disse così di punto in bianco. Apprezzai quello che aveva detto, ma non capii chi voleva farmi del male.
Comunque non feci in tempo a pensarci che eravamo arrivati di fronte all'edificio di legno dov'eravamo diretti.
Stretto e lungo, diviso in due da un entrata ampia per permettere a un gran numero di gente di entrare. Girammo a sinistra e mi ritrovai in una vera e propria cucina con tanto di pentole e coltelli di tutti i tipi.
Ai fornelli c'era un ragazzo alto e robusto, dalla pelle scura, indaffarato a preparare quello che sembrava dell'ottimo stufato. Appena mi vide mi prese la mano e me la strinse forte, quasi da farmi male. "Che bello, sei venuta a trovarmi fagiolina. Io mi chiamo Frypan e sono l'intendente dei cuochi. Sarebbe bello che tu mi dessi una mano visto che queste facce di caspio non sanno neanche cosa sia un fornello" disse squadrando Gally con fare scherzoso. Gli fui grata di aver finto di non accorgersi del mio pancione, almeno mi aveva fatto sentire un po' meno anormale di quello che ero. "Dai Fry, è appena arrivata e la vuoi già mettere al lavoro?. Lascia che si ambienti un po' e visto che ci sei passale un pezzo di pane, che la principessa qui è affamata" poi mi guardò, probabilmente divertito dalla mia espressione da finta offesa. "Ti lascio qui mentre vado da Alby. Non combinare guai intesi?" disse con un finto tono autoritario. Risposi annuendo, mentre assaporavo il mio pane con avidità. Non mi ero resa conto di quanta fame avessi. Finito di mangiare chiesi il permesso a Fry di farmi un giretto per la radura.
Anche se con un po' di riluttanza, mi lasciò andare raccomandandomi però di non fare casini. Non lo so, tutti credono che sia una bomba pronta a esplodere, pensai allontanandomi dalla cucina e andando verso il boschetto. Ormai era calato il sole nella radura e tutti i ragazzi erano indaffarati a preparare quello che credevo fosse un falò. Mi sedetti sopra un tronco d'albero tagliato che si trovava un po' lontano da tutto e da tutti. E tornai ai mie pensieri. Speravo che presto le spiegazioni sarebbero arrivate in un modo o nell'altro, ma comunque avevo deciso che non valeva la pena scervellarsi tanto.
La mia concentrazione fu interrotta da un "Hey, che fai qui tutta sola?".

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