21. Rapimenti

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Un raduraio mi scortò alle prigioni, di nuovo, dove avrei dovuto passare il resto della notte e del giorno successivo.
Non era una punizione che mi sarebbe pesata molto, dopotutto era sicuramente meglio che morire nel Labirinto.
Tutto era meglio del Labirinto.

S'era fatto scuro ormai sulla radura e si potevano a malapena distinguere gli edifici che si trovavano al suo interno. Mi sedetti a gambe incrociate sul terreno dato che dentro quella gabbia non c'era uno straccio di nulla su cui sedersi e mi misi a meditare.
Era una cosa straordinariamente rilassante, svuotare la testa da ogni pensiero e cullarsi col dolce suono della brezza che circolava per la radura.
Poi mi resi conto di una cosa.
GRACE!
Porco caspio come avevo potuto dimenticarmi di lei?!
Che pessima madre che ero, l'avevo affidata a Lucas per ore e me ne ero scordata.
Mi alzai da terra e mi affacciai alle sbarre della gattabuia provando a cercare con lo sguardo qualche raduraio ancora sveglio che avrebbe potuto portarmi Grace.
Una sagoma alta e muscolosa si avvicinò alle sbarre della prigione, ma non riuscii a distinguere chi fosse fino a quando non parlò.
"Allora come te la passi bellezza? "
Era Minho, quando arrivò abbastanza vicino riuscii a vederlo finalmente in faccia.
"Ciao Minho, non c'è male. Senti ti posso chiedere un favore?"
Ero un po' imbarazzata dalla domanda che stavo per fargli, insomma stavo per dirgli che mi ero dimenticata di mia figlia..
"Mi dica signora"
"Non è che..potresti portarmi Grace?"
Rise leggermente
"Te ne eri dimenticata ammettilo"
"Mm.. Si.." guardai per terra imbarazzata.
"Non ti preoccupare fagiolina, sarà un nostro segreto"
"Grazie"
Gli sorrisi e lui di rimando mi fece l'occhiolino avviandosi verso l'edificio dei medicali.

Tornò qualche minuto dopo con la bambina in braccio avvolta in calde coperte bianche. Me la porse e io l'accolsi tra le mie braccia contenta di rivedere di nuovo quel faccino paffuto.
Stava dormendo beatamente, ma quando la presi in braccio cominciò a svegliarsi e singhiozzare. Non volevo che nessuno scoprisse che si trovava con me, cosa dovevo fare?
Il mio istinto materno si risvegliò come si risvegliava ogni volta che Grace aveva bisogno di qualcosa, e mi venne l'illuminazione.
"Voltati" dissi all'asiatico che aveva l'espressione preoccupata.
"Perché?" sussurrò stranito.
"Perché di si, avanti voltati e non sbirciare." fece come gli dissi e anche io mi voltai dando le spalle al ragazzo.
Mi abbassai la spallina e cominciai ad allattare Grace che subito si calmò.
"Sai, Gally e Newt hanno provato a difenderti per tutta la sera dopo l'adunanza. Ti vogliono bene fagio."
Arrossii leggermente a quella frase che mi fece scappare un sorriso.
L'asiatico si appoggiò con la schiena alle sbarre, sempre girato dall'altra parte, e continuò il discorso
" Io sarei un fuori legge sai? Alby ha vietato qualsiasi contatto con te. Ma, ormai è noto a tutti il mio straordinario coraggio, e perciò sono comunque venuto a farti compagnia." disse ironicamente.
"Oh il mio grande eroe, cosa farei senza di te?" dissi ironicamente.
"Bella gratitudine, dopo che ti ho anche ritrovato il fagotto." disse con un finto tono offeso.
Risi leggermente e mi risistemai la canottiera dato che avevo finito di allattare la bambina che ormai era caduta in un sonno profondo.
"Ok mio cavaliere ti puoi voltare ora."

Nella radura era notte fonda, ma sembrava che nessuno dei due avesse voglia di andare a dormire. Passammo qualche altra ora a parlare, o meglio Minho passò ore a raccontarmi strani aneddoti sui radurai e sul tempo che aveva passato nella radura.
Quando si era fatto definitivamente tardi, decisi di spedire a letto l'impavido velocista, che se fosse stato sveglio ancora per molto sicuramente il giorno dopo non si sarebbe più svegliato. Decisi di sistemarmi anche io nella gattabuia, stendendomi con Grace tra le braccia con la schiena al muro, cadendo poi in un sonno profondo che non accennava a volermi mostrare sogni/ricordi.

Probabilmente dormii per qualche ora, ma quando mi svegliai di soprassalto era ancora notte.
Una mano grande e ruvida mi teneva la bocca ed un'altra i polsi, perché mi devo sempre svegliare così? .
Grace non era più tra le mie braccia e mi venne il panico.
Cercai di urlare ma la mano me lo impediva.
"Prova ad urlare e la marmocchia farà una brutta fine. Seguimi e non far rumore."
Non avevo riconosciuto subito il mio rapitore, ma quando mi portò fuori dalla gattabuia che si era magicamente aperta, lo riconobbi.
Quella voce rauca e strafottente, quei capelli biondi e spettinati, quello sguardo folle negli occhi.
Chris.
Come poteva essere tornato!? Aveva passato più di una notte nel labirinto, e poi le porte erano chiuse. Come poteva essere lì?!
Il ragazzo mi legò i polsi dietro la schiena con una stretta della sua mano, e con l'altra continuava a tenermi serrata la bocca per paura che emettessi qualche suono.
Provai a divincolarmi dalla sua presa, ma il ragazzo era estremamente forte.
Mi portò a passi lunghi al centro della radura, proprio dove si trovava la scatola.
In quel momento avrei voluto piangere.
Cosa aveva intenzione di farmi?
Grace, cosa le aveva fatto?
Se solo pensavo che la mia bambina era stata rapita da quel troglodita con le dita lunghe, mi saliva il terrore puro.

Arrivammo alla scatola, e li ad aspettarci c'era niente di meno che... Jack, che teneva in braccio la piccola Grace.
Almeno la mia piccola era salva e non mostrava lesioni, semplicemente dormiva beatamente come faceva sempre.
Jack si trovava esattamente sul ciglio della scatola, che aveva le porte aperte e mostrava un profondo abisso nero apparentemente senza fine.
Il mio rapitore si fermo proprio davanti al buco della scatola e cominciò a parlare.
"Ti starai chiedendo come è possibile che io sia vivo è? Be è stato abbastanza semplice. Loro mi avevano promesso che sarei rimasto vivo se avessi seguito le istruzioni.
Sono di buona parola quelle canaglie."
Nel suo tono c'era follia, non sembrava più umano... Era diventato come un pazzo maniaco.
Cominciai ad avere seriamente il panico e cercavo lo sguardo di Jack per chiedergli aiuto.
Il biondo continuò.
" Non mi sei mai stata simpatica a dir la verità, ma quando ho trovato quella strana scatoletta con i pulsanti tra le provviste che ci avevano mandato quel giorno, e quella lettera, ho capito che non dovevo fidarmi di te."
Scatoletta coi pulsanti? Forse aveva anche lui un dispositivo.
Chris stava cominciando a stringere la presa sui polsi e probabilmente stava provando a strozzarmi con una mano sola da quanto mi teneva salda la testa.
" Poi hanno cominciato i sogni, e loro mi hanno detto cosa fare. Anche Jack li ha sognati, ma sapevo di essere io il prescelto, io avrei dovuto ucciderti.
Jack doveva solo essere il mio complice"
Il mio respiro cominciò a farsi sempre più veloce e il mio battito cardiaco aumentava di frequenza ogni secondo che passava. Avevo capito cosa voleva fare.
"La scatoletta mi ha permesso di rimanere dei giorni interi nel labirinto illeso, per non destare sospetti sulla tua morte. Poi sono tornato stasera prima che si chiudessero le porte, e nessuno mi ha visto dato che erano tutti impegnati ad assistere alla scenetta di Jack. Poi ho runa le chiavi della gattabuia al pive che fa la guardia. E ora siamo qui"
Stava avanzando lentamente verso l'abisso nero e profondo di fronte a noi, ma io cercavo di resistergli ovviamente in vano.
"Mia cara, il tuo destino si compirà"
"Fermo!"
Una voce che proveniva da dietro di noi mi salvò appena in tempo prima che mi buttasse giù dalla scatola.
Chris mi costrinse a girarmi, dato che mi teneva ancora le braccia e la bocca, così vidi il mio salvatore.
"Lasciala andare" disse Gally con voce ferma.
Cercai di urlargli 'aiuto', ma la parola suono più come 'mmahoh'.
Chris mi lasciò improvvisamente la bocca lasciandomi qualche secondo per respirare normalmente, ma la sua mano tornò con un piccolo coltello che teneva in tasca e me lo puntò alla gola.
Non avevo il coraggio di parlare, solo lanciavo a Gally degli sguardi disperati in cerca del suo aiuto.
"Piuttosto tu sta fermo pive, oppure la sgozzo. Vedi te.
Jack, fai prima con la bambina" ordinò al ragazzo.
"C-cosa?" disse Jack deglutendo.
"Hai capito benissimo, buttala giù. Anche lei deve pagare." sbottò spazientito.
"Ma non faceva parte dei piani.."
"FALLO!"
"No!" urla io, e tutto accadde in un attimo.

La mano di Chris che impugnava il coltello puntato alla mia gola in quel momento non stringeva sul mio collo, così ne approfittai per morderla con i denti e sentirmi liberare i polsi.
Una volta libera da entrambe le strette mi divincolai dalla presa del ragazzo e lo spinsi via con un urtone.
Peccato che spinsi il ragazzo proprio dalla parte della scatola, che era ancora aperta e Chris cadde nell'abisso profondo urlando e guardandomi negli occhi mentre stava per morire.
Assistetti a quella scena finché il corpo del ragazzo non scomparve nel buio.
"Rose.."
Mi mancò il respiro in quel momento.
Avevo appena ucciso una persona, ero un'assassina. Ero disgustata da me stessa per il gesto che avevo compiuto, tanto che mi accasciai a terra tenendomi le mani sugli occhi per l'orrore che provavo in quel momento.
Avevo visto il suo viso mentre moriva per causa mia, e quell'immagine continuava a ripresentarsi nella mia testa.
Lacrime scesero come fiumi in piena dalle mie guance e non accennavano a smettere di scorrere.
Jack stava ancora in piedi di fronte alla scatola a fissare anche lui inorridito la scena e aveva ancora in braccio Grace che in quel momento cominciò ad urlare.
Avrei voluto urlare anche io.
"Rose stai bene?" Gally mi raggiunse e si accuciò davanti a me per vedere come stavo. Mi toccò una spalla con la mano ma io gliela respinsi subito.
"Non mi toccare" dissi singhiozzando.
"Io sono un mostro, sono un'assassina!"
Quasi urla l'ultima frase.
Ormai tutta la radura si era svegliata, ed ero sicura che qualcuno avesse assistito alla scena. C'erano Minho e Newt che mi fissavano perplessi, e un sacco di altri occhi erano puntati su di me.
Non riuscivo più a stare in loro presenza, così feci ciò che mi riusciva meglio, scappare dai problemi e rinchiudermi in me stessa.

Corsi piangendo verso la foresta e mi accasciai a terra continuando a singhiozzare.
Assassina assassina ASSASSINA!
Quella parola continuava a darmi il tormento insieme al ricordo della faccia di Chris mentre cadeva nell'abisso a causa mia.

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