14. La Canzone

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Giorno 18. La mia vita fa schifo. Sono due giorni che non faccio altro che non parlare con nessuno e stare chiusa nel mio piccolo casolare a non far niente. Aiutami ad andare avanti.
Tua, Rose.

Ero depressa, non mi era mai capitata una sensazione del genere. Forse era amplificata dagli sbalzi d'umore della gravidanza, però mi sentivo veramente male. Uscivo solo a mangiare e avevo smesso persino di fare la medicale, ma nessuno si era lamento o era venuto a cercarmi, solo Gally e Lucas avevano provato a parlarmi qualche volta, ma li avevo respinti in malo modo e alla fine avevano rinunciato. Erano circa le 8 del mattino e io ero ancora a letto con le coperte tirate su fino agli occhi. Non facevo altro che pensare a ciò che mi aveva detto Newt e a quanto ero stata stupida ad illudermi così tanto. All'inizio pensavo di riuscire a fare la dura e fare finta che non mi importasse, ma non era così facile come pensavo.

Mi alzai, infilai gli scarponcini e mi cambiai la maglia mettendomi la canottiera, dato che quel giorno era particolarmente caldo, e uscii fuori dalla stanzetta per rinfrescarmi nelle docce. Tutti i radurai erano già al lavoro e quando uscii dal mio rifugio tutti smisero di fare quello che stavano facendo per guardarmi.
"Che avete da guardare? " sbottai acida. Dovevo essere un vero mostro di aspetto: in quei giorni non avevo dormito molto per via di tutti i pensieri che avevo in testa, e dovevo avere delle occhiaie scure sotto gli occhi e i capelli tutti spettinati. I ragazzi smisero di fissarmi e tornarono al loro lavoro, sentii qualcuno dire qualcosa del tipo Ahh! Le donne, valle a capire, ma lo ignorai e mi avviai con passo lento e pesante alle doccie. Dopo una rinfrescata e un ritocco al mio aspetto, mi diressi alle cucine, ovviamente in ritardo, per fare colazione.

Frypan era un tesoro; mi teneva sempre da parte qualcosa da mangiare e non faceva mai storie se arrivavo in ritardo. Anche lui aveva provato a scoprire cosa mi turbava, ma nessuno c'era riuscito. I miei occhi non esprimevano nessuna emozione, erano come delle porte chiuse al mondo esterno che non volevano aprirsi ai sentimenti. Lo salutai con un debole 'ciao' e lui mi porse il latte e i biscotti avanzati. Non avevo nessuna fretta, perciò mangiai con calma la mia porzione, poi appoggiai la fronte al tavolo e cominciai a sbatterla avanti e indietro. Sperai che così le mie idee si chiarissero, ovviamente non funzionò.

Mi chiedevo se Newt c'era stato male per ciò che aveva detto. Prima che Fry mi prendesse per psicopatica, tornai nel mio mini casolare e mi chiusi dentro come facevo tutte le volte, passando la mattinata a fissare il soffitto, nella speranza che un meteorite mi colpisse in testa e ponesse fine alle mie sofferenze.

Mi ero ripromessa di andare avanti e diventare più forte, in un certo senso lo ero, però non ero ancora riuscita a mandare giù la cosa.
Dopo qualche ora di quotidiana solitudine, qualcuno bussò alla porta di Gilberto (per ammazzare il tempo avevo dato un nome al mio casolare.)

Non avevo voglia di alzarmi, così lo ignorai completamente. Bussò nuovamente
"Rose, aprimi per favore, sono Lucas e ho il tuo pranzo se lo vuoi"
Mi decisi ad alzarmi e aprirgli la porta. Probabilmente la mia faccia era tornata ad essere orribile, perché quando mi vide fece un'espressione leggere schifata.
"Ti ho portato il pranzo. Non è che mi fai entra-"
Gli presi il piatto dalle mani e feci per sbattergli la porta in faccia, ma il suo piede la bloccò.
"Ti prego Rose"
Con un po' di riluttanza lo feci comunque entrare.
Non aveva mai visto il mio Gilberto prima d'ora perché l'ultima volta che c'era stato era buio e non si vedeva molto, così lo osservò qualche istante prima di chiedermi di accomodarsi sul letto.
Iniziai a mangiare ringraziandolo, ma continuando a non spiccicare una parola. Si vedeva palesemente che era imbarazzato e non sapeva cosa dire, perché si strofinava continuamente le mani e muoveva morbosamente la gamba sinistra. Non diedi peso alla situazione e continuai a mangiare la mia pasta. Probabilmente riuscì a trovare le parole giuste per esprimersi così parlò
"Allora.... Come mai sei rinchiusa qui da 3 giorni e non parli più a nessuno?"
Pessima, pessima domanda veramente. Lo guardai con un'espressione del tipo 'ti sembra che abbia voglia di parlarne?' e tornai a concentrarmi suo mio pranzo ignorandolo. Forse ero un po' dura col povero ragazzino, lui era mio amico e io lo stavo trattando come una sploff, così alla fine smisi di mangiare e posai il piatto.
"Ecco vedi, problemi da donne"
"Oh... Non pensavo che essere donne facesse così male.. Insomma tu stai male no?"
"Già.." risposi con un tono annoiato e mi distesi a braccia aperte sul letto.
Decise di cambiare argomento.
"Allora.. Gally ti ha regalato una chitarra. Hai imparato a suonarla?" mi ero completamente dimenticata della chitarra. Da quando avevo parlato con Newt non l'avevo più toccata.
"Secondo me sei un'ottima cantante e musicista. Ti ho sentita qualche giorno fa, dovresti scrivere una canzone. Magari la tristezza ti passa"

Lucas aveva avuto un'idea geniale. Il mio volto si illuminò alle sue parole e lui mi fece un sorriso imbarazzato.
"Ma sai che hai ragione Lucas. Aiutami anche tu a scriverla, ti va? Ovviamente se non hai niente da fare." il ragazzino annuì convinto e mi disse che gli avevano dato il pomeriggio libero.
Bah, strano pensai tra me e me.

Iniziammo a stendere giù il testo. Io gli davo la frase principale e lui mi trovava per rime per tutto. Passammo il pomeriggio a ridere e scherzare, parlando di tutto ciò che avevamo in testa.
Mi aveva fatto tornare il buon umore e mi aveva dato un qualcosa per scaricare tutti i miei pensieri e lasciare andare finalmente Newt e tutti i miei sentimenti per lui.

A tardo pomeriggio avevamo inventato una melodia e scritto una canzone. Una canzone per Newt.
Solo che Lucas non sapeva nulla.

ADUNANZA
Ehilà pive. Ebbene si ho scritto la canzone per Newt 😉 no sto scherzando, ho semplicemente preso il testo di una canzone che adoro e che mi sembrava adatta, cambiandole un po' le parole. Vediamo se indovinate qual è.
Adios pive

PS non voglio plagiare nessuno che sia chiaro 😅

When, when we came home
In the end of the day
I wrote a song , for you and I
And when, when I was off, which happened a lot
You came to me and said, “are you okay? ”

Because, I know that this love is pain
But we can’t cut it from out these veins, no

So I’ll hit the lights and I lock the doors
We ain’t leaving this place ‘til we both feel more
Don’t walk away, don’t roll your eyes
They say love is pain, well darling, let’s hurt tonight
Ah-ooh-ooh, ah-ooh-ooh

When, when you came home
Worn to the bones
I wrote a song, for me and you

Because, I know you’re feeling insane
Tell me something that I can explain, oh

I’ll hit the lights and I lock the doors
Tell me all of the things that you couldn’t before
Don’t walk away, don’t roll your eyes
They say love is pain, well darling, let’s hurt tonight
If this love is pain, well darling, let’s hurt, oh tonight
Ah-ooh-ooh, ah-ooh-ooh.

So I hit the lights and I’ll lock the doors
Let’s say all of the things that we couldn’t before
I won’t walk away, won’t roll my eyes
They say love is pain, well darling, I'm hurt tonight
I know that this pain one day will and, goodbye.

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