puntuale come un orologio svizzero, shawn si fa trovare fuori dal negozio alle sette. saluto maya, come di routine, e poi salgo nella sua macchina.
«ciao!» esclamo, sorridente.
«mi sembra che tu sia più felice del solito oggi.» dice lui mentre mette in moto la macchina. poi partiamo e noto che ci dirigiamo verso malibu.
«quando aspetto di passare un po' di tempo con te, le giornate passano così velocemente che nemmeno me ne rendo conto.» dico e vedo che lui sorride. «inoltre, niente può rovinare la giornata se poi ti vedo.»
«oggi sei anche particolarmente dolce... hai preso qualcosa durante il lavoro?» domanda lui, scherzando, e io gli tiro un lieve pugno sul braccio mentre rido.
successivamente, alzo il volume della musica e ci mettiamo entrambi a cantare a squarciagola, peccato che lui sappia cantare e io no. presto ci avviciniamo a una specie di radura e prendiamo una stradina nella boscaglia, vicino all'oceano.
«non è che mi vuoi uccidere?» scherzo io e lui ridacchia. poi parcheggia davanti a una casetta isolata, fatta di legno. io alzo le sopracciglia e mi guardo attorno meraviglia dalla bellezza di questo luogo. quando scendo dalla macchina, noto un gruppo di ragazzi che sono sulla terrazza con delle chitarre in mano.
«shawn!» esclama uno di loro. quando mi vede, non batte ciglio ma anzi:«tu devi essere alison! benvenuta!» esclama.
io saluto con la mano, lievemente imbarazzata, poi seguo shawn all'interno. la prima stanza è piena di strumenti e, in lontananza, vedo una sedia con un microfono piazzato davanti e, poco lontano da quella, uno spazio dedicato a computer e altra roba.
«wow.» dico semplicemente. mi volto poi verso shawn che mi sorride. mi fa un cenno, invitandomi a seguirlo, e andiamo su un'altra terrazza. la visuale è magnifica: l'oceano con il sole che sta calando e la vegetazione tutta intorno.
«il paesaggio mi serve molto per l'ispirazione... solitamente mi siedo qui a scrivere e a suonare i testi, poi torno dentro e ne parlo con gli altri che mi danno una mano.» spiega lui e io sorrido. «qui ho intenzione di fare la secret session con le fan... vorrei che venissi pure tu.»
«lo sai che lavoro...» ribatto io e mi accomodo su una sedia.
«infatti pensavo di farla di domenica, almeno sei libera anche te.» dice lui e si siede al mio fianco.
«quando pensi di farla?» domando io.
«quando l'album sarà finito.» risponde lui con un sorriso. «non manca molto ma nemmeno poco.»
«allora ci sarà modo di organizzarci... male male mi fingo malata per un giorno o chiedo un permesso.» dico e ricambio il sorriso.
«aspetta qua un attimo...» dice e si alza. io guardo un po' i messaggi che mi sono stati inviati finché lui non torna con dei tranci di pizza su due piatti.
li poggia sul tavolo e poi mi dice:«buon appetito.»
lo ringrazio e iniziamo a mangiare mentre la tranquillità ci avvolge. ogni tanto, alzo lo sguardo verso shawn che, invece, mi fissa in continuazione e non riesco a non arrossire ogni volta.
«allora alison.» dice appena abbiamo finito di mangiare la pizza. «pronta per venire a vedere un posto bellissimo?» chiede lui.
«non era già questo?!» domando io di seguito e lui scuote la testa. questo ragazzo è sempre pieno di sorprese. lasciamo i piatti sul tavolo e poi lui mi prende per mano, azionando qualcosa nel mio stomaco, e mi conduce fuori dalla casa. poi mi tracina verso un sentiero che si addentra in quella specie di bosco.
camminiamo per circa dieci minuti finché non arriviamo in uno spiazzo con la sabbia e l'acqua cristallina. shawn mi porta vicino a una grossa coperta distesa per terra ai piedi di un albero che fa ombra anche se non serve, visto il tramonto bellissimo.
si sdraia poggiando la schiena contro il tronco e io faccio lo stesso, posizionandomi accanto a lui.
«magari la prossima volta porto il costume...» constato io. «se ci sarà una prossima volta.» aggiungo.
«certo che ci sarà!» esclama lui e io gli sorrido, guardandolo.
«è qui che hai scattato la foto sull'altalena?» chiedo, cambiando argomento. lui annuisce e me la indica, pochi metri più avanti a noi.
«hai presente I Don't Even Know Your Name?» domanda lui, cambiando nuovamente discorso. io annuisco. che domande fa?! ovvio che conosco una delle sue prime canzoni! «pensa al testo... è dedicata a te.»
«come fa ad essere dedicata a me se nemmeno ci conoscevamo?» domando io con un sopracciglio inarcato. poi inizio a riflettere sul testo... and you, you dressed up so nice but all I could see was your eyes and the crowd came and pulled you away and then you were gone.
«non ci posso credere.» dico e mi giro verso di lui. «stavi davvero cercando di venire da me!» esclamo io. lui annuisce e sorride.
«mi ricordo ancora che indossavi un vestitino nero con i fiori sopra... e poi avevo provato a cercarti sui social ma con tutte le notifiche, non ero riuscito a trovarti.» spiega lui e io sento una strana sensazione nello stomaco con l'aggiunta di un sorriso sulle mie labbra che non se ne vuole andare.
«wow, mendes, sono molto sorpresa dalla tua memoria.» dico io, sempre sorridendo. lui ridacchia. «comunque, evidentemente, era scritto da qualche parte che ci saremmo ritrovati.» aggiungo, tornando seria mentre lui mi rivolge uno dei suoi sorrisi più belli e sinceri. poi si alza.
«dove vai?» gli chiedo.
«prendo un paio di coperte e la chitarra, torno subito!» esclama e corre verso la casa, lasciandomi lì per circa cinque minuti.
appoggia le coperte al suo fianco e poi si sistema la chitarra acustica sul petto. fa qualche accordo e poi inizia a canticchiare qualche canzone delle sue e il resto della serata prosegue così, fra chiacchiere e musica.mi metto a giocare con la sua mano mentre la mia testa è poggiata sulla sua spalla. alla fine, dopo aver avvisato i miei genitori che rimanevo a dormire fuori casa, siamo rimasti tutta la notte svegli, vicino all'acqua con la coperta che copriva entrambi.
il suo braccio circonda la mia schiena e io sistemo la mia testa sul suo petto. poi alzo lo sguardo verso il sole che si sta alzando alle nostre spalle.
«vorrei tanto addormentarmi qui.» dico io mezza assonnata.
«fallo.» dice lui. io torno a giocare con le sue mani e gli tocco il tatuaggio che rappresenta l'uccellino.
«devo essere a lavoro tra un'ora, non posso dormire.» ridacchio io. «so già che se mi addormentassi qui, poi non vorrei più andarmene.»
poi il silenzio ci avvolge nuovamente e sento il suo cuore battere più velocemente del normale. poi alzo la testa verso di lui e mi avvicino al suo volto. incrocio il suo sguardo mentre i nostri nasi si toccano, le labbra si sfiorano e sento il suo respiro sulla mia pelle.
«sai cosa?» domando io e lui scuote lievemente la testa. «non ti ho mai abbracciato da quando ti ho visto.»
«possiamo rimediare adesso.» sussurra lui.
«no, adesso no.» ribatto io a bassa voce, spostando il mio sguardo dai suoi occhi alle sue labbra. «magari dopo, prima di venire via di qui.»
lui annuisce in modo quasi impercettibile e poi io torno con la testa sul suo petto, osservando il sole che piano piano si alza nel cielo.raga ieri sono stata al concerto e voglio piangere aiuto