una giornata particolarmente stressante quella di oggi. una delle classiche giornate dove i clienti sembra che facciano apposta a farti saltare i nervi, il ciclo sceglie il giorno perfetto per venire e i condizionatori smettono di funzionare proprio ora che sta per arrivare l'estate.
«mi scusi, non ho ben capito. latte grande e un mojito the?» domando io al signore che si trova davanti a me. lui annuisce e io mi metto a lavoro. verso mezzogiorno, il locale si svuota. percepisco una certa agitazione nell'aria ma non capisco quale sia il motivo.
«chissà dove andranno tutti...» dico io mentre pulisco un paio di tavoli.
«ehm... alison... dovresti guardare fuori.» sento dire da maya. il tono della sua voce non promette niente di buono eppure sono curiosa, così alzo la testa e il mio sguardo si ferma subito su ciò che sta accadendo fuori. shawn è lì, appoggiato alla porta della sua macchina che scambia due chiacchiere con un gruppetto molto piccolo di fan. il mio cuore si blocca come tutto il resto del corpo. fino a un giorno fa si trovava a londra, com'è possibile che si trovi già qui? non aveva altri incontri nel frattempo? come mai poi sta lì a parlare con le fan davanti a dove lavoro io? mi passa per la testa un pensiero che cerco di scacciare. per un po', faccio finta di niente e continuo a pulire tavoli. poi, noto che rimane lì, imperterrito, a seguire con lo sguardo ogni mio movimento all'interno del negozio. sospiro. "prima o poi dovrò affrontarlo" penso.
«maya, coprimi mentre sono fuori.» le dico. lei annuisce ed esco dal locale. mi guardo attorno prima di avvicinarmi a shawn.
«perché sei qui? non potevi venire direttamente a casa mia dopo?» domando io, tenendo la voce bassa e cercando di non alterarmi.
«no, volevo parlare ora.» risponde lui, tranquillo. la sua tranquillità mi fa quasi venire il nervoso.
«qui ci vedono tutti. vieni almeno dentro.» gli dico io, quasi con disperazione.
lui mi ignora e prosegue per la sua strada:«voglio solo chiederti: perché? mi sembra che di tempo insieme ne abbiamo passato e mi sembra di aver fatto di tutto per farti sentire a tuo agio. non capisco per quale motivo tu voglia continuare per la tua strada, quando io ti ho esplicitamente detto che posso aspettare fino al momento in cui tu non ti sentirai pronta.» dice lui e incrocia le braccia al petto. con la visione periferica, noto alcune ragazze a poca distanza da noi che ci stanno guardando.
«shawn, io ti ringrazio veramente per tutti i momenti belli che ho passato con te, non mi ero mai sentita così viva, te lo giuro. il problema non sei tu, sono io! so che può sembrare la solita frase fatta ma io non voglio costringerti a vivere una relazione nascosta da tutto e da tutti.» dico sempre mantenendo la voce bassa. «voglio che tu viva una relazione come si deve, con una persona della tua taglia e che possa donarti tutto quello che io non sarei capace di darti.»
«ma io non voglio nessun'altra se non te.» ribatte lui e mi vengono le lacrime agli occhi. il mio cuore sprofonda e vorrei tanto poterlo baciare, abbracciare e dirgli di non lasciarmi andare. ma questo sarebbe un atteggiamento da egoista e io non posso fargli qualcosa di così brutto.
«non posso, shawn. davvero.» dico. noto che il gruppo è aumentato e che devo trovare un modo per distogliere l'attenzione dalla situazione. «ti posso offrire qualcosa da bere dentro?» domando.
«sai che vuol dire quel "non posso"? vuol dire che non ci tieni, che non ci hai mai tenuto. te la stai facendo molto facile. ci si vede alison.» ribatte lui, invece che rispondere alla mia domanda, e fa per andarsene. con questa sua affermazione, io mi altero. lo blocco per il braccio e lo giro.
«facile? facile?! ma sei serio?» alzo la voce. «certo perché per me è stato facile fidarmi di te quando non sapevo nemmeno il tuo nome. è stato facile dovermi organizzare con te per nasconderci dagli altri. è stato facile non poter raccontare della nostra relazione a nessuno che non fosse maya. è stato facile vedere tutti i tweet e tutte le notizie su te e hailey o su te e camila e su possibili relazioni. è stato facile non poterti stringere la mano, baciarti o abbracciarti in pubblico, perfino all'orario di chiusura del negozio. è stato facilissimo, poi, lasciarti andare così e non l'ho fatto, ovviamente perché volevo che tu avessi una vita e una relazione migliore, ma perché io non ci tengo a te! ma ti senti quando parli, shawn? non puoi capire tutta la merda che ho dovuto passare, non puoi capire quanto sia stato difficile per me tutto questo e immagino che lo sia stato anche per te. potevo fare l'egoista e tenerti tutto per me ma lo vuoi sapere perché alla fine non l'ho fatta? perché ti amo, shawn, e voglio solo il meglio per te.»
dopo il mio discorso segue il silenzio. le mie parole mi rimbombano nelle orecchie e, quando arriva il "ti amo, shawn", vorrei sprofondare. oso alzare lo sguardo e vedo che i suoi occhi brillano. lui mette le sue mani sui miei fianchi e mi avvicina al suo corpo. il suo profumo entra nelle mie narici, il suo sguardo è fisso nel mio e le sue labbra così vicine al mio viso mi fanno sentire le gambe come gelatina, che se non ci fossero le sue mani a tenermi, cadrei come minimo.
«non rendere le cose ancora più difficili.» lo supplico.
«alison, tu mi ami e io ti amo. mi vuoi spiegare qual è il problema? chi se ne frega di quello che pensa la gente. ti deve importare solo di me.» dice e poi poggia le sue labbra morbide sulle mie. mi aggrappo al suo collo, per evitare di cedere sul serio, e ricambio il bacio con altrettanta passione dopo qualche secondo. il mio stomaco è in subbuglio mentre il mio cuore penso sia ormai deceduto per le troppe emozioni mischiate tutte insieme.
quando si stacca, mi guarda e mi sorride. «ti passo a prendere alle otto a casa tua. vestiti non troppo elegante ma nemmeno troppo casual.» dice e io non posso che essere più felice.