«Emi, se non ti alzi farai tardi!» la chiamò sua madre dalla cucina. Emilie – o Emi, come la chiamavano tutti – si lamentò, rigirandosi nel letto.
Dopo pochi minuti il campanello suonò ed Emi sentì una voce familiare.
«Emi» la chiamò suo padre, «sbrigati, Daniel è già qui!»
La ragazza si alzò lamentandosi si andò a lavare e si mise i suoi soliti jeans slavati, la maglietta dei Paris Hardrock e tentò invano di districare i capelli biondi, poi scese in cucina.
«Buongiorno dormigliona!» esclamò il ragazzo. Aveva i capelli castani, gli occhi nocciola e la carnagione ambrata. Era un perfetto mix dei suoi genitori e, come suo padre, era un appassionato di musica. «È mai possibile che debba aspettarti ogni mattina?»
La ragazza gli fece una linguaccia e addentò un toast, sedendosi a tavola dove i suoi genitori stavano chiacchierando.
«Allora, come sono andate le prove di ieri sera?» chiese il padre di Emi. Era già pronto per andare in ospedale, dove lavorava.
«Molto bene, Adrien. Di questo passo quest'anno faremo il nostro primo tour» rispose Daniel.
L'uomo scosse la testa, sorridendo. «Ogni volta che parli mi sembra di sentire tuo padre!»
Il ragazzo rise grattandosi la testa, imbarazzato.
«Vuoi un altro croissant? Vengono direttamente dal negozio di mio padre» gli chiese Marinette. Daniel stava quasi per afferrarne uno quando Emi lo trascinò via. «Dobbiamo davvero andare adesso, vero Daniel?»
Il ragazzo sospirò. «S-si, certo, hai ragione. Arrivederci!»
«Salutami Alya e Nino» disse Marinette mentre i due ragazzi uscivano di casa, «e ricorda loro la cena di dopodomani!»
Daniel annuì proprio mentre Emi richiudeva la porta alle loro spalle.
«Uff, certe volte sono davvero opprimenti!» si lamentò la ragazza.
Daniel alzò le spalle. «I tuoi genitori sono a posto.»
Emi sbuffò, scostandosi un ciuffo di capelli biondi dal viso. Aveva gli stessi capelli di suo padre e, a dirla tutta, gli somigliava davvero tantissimo, se non fosse stato per gli occhi azzurri, che invece aveva preso dalla madre.
Lei e Daniel si conoscevano da praticamente tutta la vita. I loro genitori erano migliori amici da quando avevano la loro età e avevano fatto crescere i figli quasi come fratelli. Era stato quasi naturale diventare a loro volta migliori amici e, nonostante spesso litigassero, non riuscivano a restare arrabbiati per troppo tempo.
Arrivarono a scuola. La campanella che indicava l'inizio delle lezioni prese a suonare e tutti gli studenti si avviarono in classe. Daniel ed Emi si sedettero nel loro solito banco, in fondo all'aula, proprio mentre faceva il suo ingresso un ragazzo alto, dai capelli e gli occhi neri come la pece e la pelle diafana.
«Emi» la chiamò Daniel, passandole una mano davanti agli occhi. «Chiudi la bocca, stai sbavando dappertutto.»
La ragazza gli diede una gomitata. «Io non sbavo!» si stizzì lei.
«Oh, si che sbavi! Ogni volta che vedi quel borioso musone di Victor... e ancora non me ne spiego il motivo.»
Emi scosse la testa, sospirando. «Ma che vuoi capirne tu, di ragazzi!»
Victor Tsurugi-Bourgeois era lo studente più brillante di tutta la scuola. Era stato adottato da due delle donne più influenti della città e, oltre a essere intelligente e ricchissimo, aveva anche una propensione per la scherma e un incredibile senso estetico. Come se non bastasse, quell'aria matura e riservata sembrava attrarre come una calamita ogni ragazza che gli stava intorno, anche se lui non sembrava minimamente interessato a nessuna di loro.
Era forse a causa di questo che Emi trovava quel ragazzo così attraente. Aveva sempre avuto un debole per le sfide impossibili.
L'insegnante di francese entrò in classe e la lezione iniziò.
Daniel si voltò verso l'amica e il cuore saltò un battito. Era già da qualche anno che per lui le cose erano diventate diverse... ad un tratto si era reso conto di provare dei fastidiosi e imbarazzanti sentimenti per quella che, una volta, considerava solo come un'amica. Aveva iniziato a notare quanto fossero luminosi i suoi capelli, quanto gli piacesse il suo sorriso e quanto fossero attraenti quei grandi occhi blu.
Il problema era che lei non sembrava minimamente interessata a lui in quel senso e la loro amicizia di lunga data rendeva tutto ancora più imbarazzante e complicato, relegandolo nello scomodo ruolo di "fratello acquisito".
Si prese di coraggio e la chiamò con una gomitata. «Ehm, senti, volevo sapere se domani pomeriggio hai da fare» disse.
Emi alzò le spalle, scuotendo la testa.
«Bene» sussurrò lui, deglutendo «perché vedi, io e il mio gruppo proviamo il nuovo pezzo e... si, insomma, volevo sapere se ti andrebbe di venire a sentirci.»
Emi alzò il sopracciglio. «Non hai sempre detto che la vostra musica non è roba da femmine?»
«E dai!» si lamentò lui, «dicevo per scherzare.»
«Beh, se me lo chiedi per favore...» disse lei, con un sorrisetto sarcastico.
Daniel alzò gli occhi al cielo. «E va bene! Per favore, verresti a sentirmi suonare?»
Lei gli diede una gomitata, sorridendo. «Certo, non devi neanche chiederlo!»
Daniel si grattò la testa, tornando a concentrarsi sulla lavagna, chiedendosi se l'amica potesse sentire il suo cuore che batteva, togliendogli quasi il respiro.
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Riuscirò mai a non farmi prendere dalla foga di voler caricare tutti i capitoli prima del giorno prestabilito per l'uscita?
Che domande... OVVIO CHE NO!!!
E quindi eccomi qui, con i primo capitolo ufficiale di questo sequel... allora, che ne pensate dei personaggi? Spero che vi siano piaciute le loro introduzioni e che abbiate colto tutti gli easter egg nascosti!
Come al solito, commentate e stellinate se la storia vi piace, e noi ci vediamo al prossimo capitolo.
Baci!!!
Laura
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A new lineage
Fanfiction{Sequel di "The last sacrifice"} INTERROTTA Sono passati piú di vent'anni da quando Ladybug e Chat Noir sono spariti nel nulla, dopo aver sconfitto Papillon. Parigi ha vissuto un lungo periodo di pace ma una nuova minaccia, proveniente da un lontano...