L'autobus partì proprio mentre l'uomo voltava l'angolo. Tentò di raggiungerlo, urlando al conducente di fermarsi, ma il mezzo pubblico continuò imperterrito la sua corsa, svanendo tra le strade semi deserte della città.
«Dannazione» imprecò l'uomo, poggiandosi ad un palo con il fiatone. Diede uno sguardo all'orologio, poi agli orari dei mezzi pubblici e imprecò nuovamente. Non voleva aspettare ma, se voleva arrivare a casa, non gli restava altra scelta che andare a piedi.
Era tardi e il rumore dei suoi passi rimbombava per le vie. Le luci all'interno delle case erano quasi tutte spente e, nonostante l'aria tiepida, inspiegabilmente l'uomo si ritrovò a rabbrividire.
Era quasi come se qualcuno lo stesse osservando.
«Salve.»
L'uomo quasi saltò in aria dallo spavento. Si voltò di scatto e si ritrovò davanti una ragazza, non più che ventenne, che gli sorrideva.
«Salve» disse l'uomo, tentando di ritrovare la calma «le serve qualcosa?»
La ragazza sorrise, portandosi una ciocca dei fluenti capelli neri dietro l'orecchio. «La mia auto si è fermata e non riesco più a farla ripartire. Mi chiedevo se poteva aiutarmi...»
L'uomo si guardò intorno, confuso.
«Si trova a pochi isolati da qui!» si affrettò a spiegare la ragazza «Le faccio strada!»
L'altro si voltò verso la strada che lo avrebbe ricondotto a casa. Non sapeva perché ma aveva una brutta sensazione addosso.
«La prego» incalzò la ragazza, sbattendo i suoi enormi occhi a mandorla e agganciando lo sguardo di lui «sono qui da pochi giorni e non conosco nessuno. Parigi a volte può essere pericolosa per una ragazza sola, di notte...»
L'uomo annuì e lasciò che quella facesse strada.
Svoltarono un paio di angoli, allontanandosi dalla via principale per addentrarsi in alcuni vicoli.
«Allora, che ci fa una ragazza giovane come te, da sola a Parigi?» chiese l'uomo, più per spezzare il silenzio che altro.
La ragazza si fermò, guardandosi intorno. «Ho un conto in sospeso con un vecchio amico.»
L'uomo sorrise. «Non mi sembri così grande da avere "vecchi amici"! Quanti anni avrai? Venti? Venticinque?»
Una luce rossa proveniente dalla ragazza abbagliò l'uomo. Non appena fu di nuovo in grado di distinguere ciò che aveva intorno si rese conto che la ragazza aveva cambiato abbigliamento e lo guardava con un'espressione divertita da dietro una maschera.
Spaventato, l'uomo fece per scappare ma, voltatosi, si rese conto di essere in trappola: il vicolo era bloccato da centinaia di ragni.
«In realtà,» disse la ragazza, avvicinandosi a lui e cingendogli il collo con i lunghi artigli affilati, «ho più di duecento anni.»
Una miriade di fili avvolsero l'uomo, mentre il suo grido si perdeva nella notte.
Era passata solo una settimana, ma la notizia che due nuovi eroi erano apparsi per difendere Parigi era già sulla bocca di tutti.
Le persone che venivano attaccate, scoprirono, se non venivano liberate al più presto rimanevano prive di coscienza, potevano cadere in coma o anche peggio, cosa che rendeva fondamentale riuscire a sventare gli attacchi nel minor tempo possibile.
Arakne aveva tentato un altro attacco, stavolta al Louvre, ma ancora una volta Kitty Noir e Coccinelle erano riusciti a sventare i suoi piani, dopodiché la loro nemica sembrava essersi volatilizzata.
STAI LEGGENDO
A new lineage
Fanfiction{Sequel di "The last sacrifice"} INTERROTTA Sono passati piú di vent'anni da quando Ladybug e Chat Noir sono spariti nel nulla, dopo aver sconfitto Papillon. Parigi ha vissuto un lungo periodo di pace ma una nuova minaccia, proveniente da un lontano...