Capitolo 10

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Era ancora per strada quando il cellulare di Emi vibrò un paio di volte, segno che era arrivato un messaggio.

Era Daniel. "Come sta tua madre?" aveva scritto.

"Bene, credo. Si è svegliata." Rispose lei.

"Vedrai che si riprenderà del tutto fra un paio di giorni."

Emi sospirò. Anche se faceva di tutto per non darlo a vedere, era davvero preoccupata.

Sua madre era sempre stata una donna forte, positiva e sorridente... non come Alya, certo, ma sotto lo strato di goffaggine che a volte la caratterizzava e che poteva portare le persone a definirla ingenua o troppo buona, nei momenti cruciali aveva sempre tirato fuori una forza straordinaria.

Il cellulare vibrò nuovamente. "Hai detto ai tuoi di oggi?" scrisse Daniel.

"No. Hanno già abbastanza pensieri."

"Mia madre invece sapeva già tutto. Mi ha fatto mille domande!"

Emi ripensò a quello che era successo a scuola e per un attimo avvertì il cuore accelerare. "Che ti ha chiesto?" domandò.

"Mah, sopratutto voleva sapere dei due nuovi eroi..." rispose Daniel "A proposito, tu li hai visti?"

"Di sfuggita. Sono forti" scrisse Emi. Ci pensò su un attimo, poi aggiunse "Mi piacerebbe sapere chi si nasconde sotto la maschera di Coccinelle."

Arrivata a casa, afferrò un pacco di patatine dalla dispensa, una fetta di pizza rimasta in frigo e una lattina di coca cola.

«Non dimenticarti il camembert!» la riprese Plagg, uscendo dalla tasca del suo zaino.

«Sai benissimo dove si trova. Serviti pure, io ti aspetto in camera.»

Si lasciò cadere nel letto, mangiucchiando senza preoccuparsi delle briciole.

"Come mai quest'interesse particolare per Coccinelle?" le scrisse Daniel, ad un tratto.

"Boh, non so, sembra un tipo carino."

Il kwami si mise comodo vicino alla ragazza, sbocconcellando il suo maleodorante formaggio.

«Plagg, e che diamine! Allontana quella sottospecie di bomba puzzolente da me!»

Il kwami ingollò la forma di formaggio in un solo boccone. «Ecco, vedi? Risolto il problema!» esclamò.

Emi lo guardò storto, mettendosi seduta, con le gambe incrociate. Rimase in quella posizione qualche minuto, con lo sguardo triste, perso nel vuoto.

«Ancora in pensiero per tua madre?» chiese il kwami.

Emi annuì. «Non capisco che cosa possa esserle successo.»

Plagg le volò intorno, ripensando alla reazione che aveva avuto Marinette a contatto con l'anello. «Sai, credo che non dovresti tenere il miraculous al dito.»

«Cosa? Perché no?» chiese la ragazza, confusa.

Il kwami pensò ad Adrien. Non era mai stato una cima, quel ragazzo, ma avrebbe potuto riconoscere l'anello, se solo lo avesse visto. Era un rischio che al momento non potevano correre. «Perché hai la mano gracilina!» esclamò Plagg, avvicinandosi al suo dito come per mostrarglielo. «Guarda qui, rischi di perderlo!»

«Ehi, io non ho la mano gracilina!» obbiettò Emi.

«Credimi, non ti sta affatto... non è mai stato pensato per una mano femminile.»

Emi sbuffò. Si alzò e si diresse alla scrivania. Aprì il portagioie e si mise a frugare all'interno. Dopo qualche minuto si voltò verso il kwami, mostrando l'anello appeso ad una catenina, al collo. «Così va bene?» chiese.

«Sì,» approvò Plagg «ma tienilo all'interno della maglietta, per precauzione.»

«Stupido gatto...» sbuffò Emi, ma fece come gli era stato detto.«Quindi, se ho capito bene, questo miraculous non viene dato spesso a delle ragazze» ipotizzò lei, tornando a sedersi sul letto.

Plagg si sistemò sul cuscino. «No, direi di no. Per quel che ricordo – e credimi, mi ricordo tutto – tu sei la prima da circa un migliaio di anni.»

«Cosa?!» esclamò Emi. Non sapeva se essere più sconvolta per il fatto di essere una delle poche portatrici donna del miraculous del gatto o che Plagg avesse più di mille anni... probabilmente entrambe le cose. «E credi che questi strani poteri siano dovuti anche a questo?» continuò lei.

«Non direi» rispose il kwami «I miraculous si adattano al nemico che hanno di fronte. Con Papillon servivano determinati poteri, mentre con Arakne ne servono altri... siamo molto adattabili.»

Emi stava quasi per dire qualcos'altro, ma proprio in quel momento la porta di casa si aprì e la voce di suo padre riecheggiò per la casa. Si affrettò a nascondere le briciole, poi si precipitò a salutarlo.

Plagg sbirciò attraverso la fessura della porta e vide Adrien abbracciare la figlia. Sapeva che non doveva farsi vedere, non ancora, nonostante avrebbe voluto. Sbuffò, dandosi del sentimentale, e tornò nella stanza, al sicuro dagli occhi del suo precedente portatore.


Il cuore di Daniel ebbe un sussultò quando lesse l'ultimo messaggio di Emi.

"Boh, non so, sembra un tipo carino."

Era un tipo carino.

Si mise a saltellare per la stanza, ridendo senza preoccuparsi di sembrare ridicolo.

«Sembri piuttosto felice» commentò Tikki, osservandolo con aria divertita.

Daniel la prese tra le mani. «Sembro un tipo carino, Tikki!» le disse, sorridendo.

Il kwami si avvicinò al cellulare e prese a scorrere i messaggi, per capire di che cosa stesse parlando il ragazzo. «Beh, a quanto pare Emi trova carino Coccinelle.»

Daniel si voltò a guardarla. «Beh sì, ma va bene... credo. Sono sempre io, no?»

«Ma lei non lo sa.»

Daniel rimase interdetto. In un attimo tutta la sua gioia sembrava essere svanita. Si lasciò cadere sulla sedia della scrivania con aria affranta. «Certo che sei proprio brava a riportare con i piedi per terra.»

Tikki si avvicinò alla guancia di Daniel e gli stampò un bacetto affettuoso. «Non temere, sei un ragazzo fantastico e sono certa che Emi se ne accorgerà... devi solo dargliene l'occasione.»

Il kwami sbadigliò. Si mise comoda nel suo giaciglio sulla scrivania e si addormentò quasi subito.

Il ragazzo afferrò la chitarra e prese a strimpellare distrattamente. "Dargliene l'occasione, eh?" pensò, mentre nella sua testa iniziava a prendere forma un'idea.

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So che sono personaggi inventati da me, ma non posso fare a meno di amare Emi e Daniel... sono così carini!

Plagg ci ha dato una spiegazione per quanto riguarda i nuovi poteri... voi che cosa ne pensate?

Fatemi sapere se il capitolo vi è piaciuto con un commento (che fanno sempre piacere e non avete idea di quanto siano importanti per noi scrittori!). Alla prossima!
Baci!!!

Laura

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