Capitolo 6

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Daniel aveva in programma di tenere il broncio con Emi il giorno dopo, per non essersi fatta sentire e avergli dato buca ma quella sera, qualche ora dopo che si era preso cura di Tikki, il cellulare di suo padre prese a squillare e Adrien, dall'altra parte, li avvertì che Marinette non si era sentita bene, aveva perso i sensi e non ne voleva sapere di svegliarsi, così l'avevano portata in ospedale.

I suoi genitori si precipitarono dall'amica e lui decise di accompagnarli per restare vicino a Emi e accertarsi che stesse bene.

Arrivato in ospedale, nel corridoio adiacente alla camera in cui si trovava Marinette, la ragazza era raggomitolata su una delle sedie di plastica, con le gambe strette al petto e lo sguardo triste e preoccupato. Daniel si avvicinò, sedendosi di fianco a lei e i loro sguardi s'incrociarono. Non si dissero nulla ma non serviva, la loro amicizia era talmente forte che la loro conversazione non aveva bisogno di parole.

Era già piuttosto tardi quando Adrien, seguito da Nino ed Alya, si avvicinò a sua figlia, dicendole che quella sera lui sarebbe rimasto lì e che lei poteva dormire a casa di Daniel. Emi protestò ma suo padre le mise una mano sulla spalla, guardandola con dolcezza.

«So che vuoi stare vicino alla mamma, ma non puoi fare nulla qui e quando domani lei si sveglierà ci ucciderà entrambi se avrai perso un giorno di scuola» disse Adrien.

Emi sospirò. «Mi chiamerai non appena si sveglierà, vero?»

«Te lo prometto.» Adrien diede un bacio sulla fronte della figlia e la lasciò con Nino e Alya, rientrando nella stanza della moglie, una delle migliori dell'ospedale. Essere un medico aveva i suoi vantaggi.

Solitamente, quando Emi andava a dormire a casa di Daniel – e la cosa capitava spesso – si sistemava sul divano, ma quella sera l'amico le cedette la sua stanza e non volle sentire ragioni. La sua amica, pensò, aveva decisamente bisogno di un letto comodo su cui riposare.

Non appena Emi si fu messa a letto, Plagg sbucò fuori dal suo zaino, stiracchiandosi. «È stata una giornata movimentata» disse il kwami.

Emi annuì, con aria triste.

«Dai, non essere giù. Tua madre si riprenderà presto.»

«Lo pensi davvero?»

Plagg annuì. «Il mio precedente portatore aveva molta stima di lei e credeva non esistesse nessuno di più forte e coraggioso» affermò.

«Chat Noir conosceva mia madre?!» esclamò Emi, strabuzzando gli occhi dalla sorpresa.

Il kwami per tutta risposta si esibì in un enorme sbadiglio per nulla realistico. «È decisamente ora di dormire, non ho mangiato e mi sento davvero debolissimo!»

«Oh, ma smettila, hai divorato tre intere forme di camembert poche ore fa!»

«Infatti, sono affamato» si lamentò lui e si rintanò nuovamente nello zaino, rifiutandosi di rivelarle altri particolari.


La mattina seguente Alya fece capolino nella stanza, sedendosi di fianco alla ragazza. «Emi, tesoro, è ora di alzarsi.»

Lei socchiuse gli occhi, sorridendo. Alya era come una seconda mamma e le voleva davvero molto bene. Era già vestita di tutto punto, pronta per andare alla redazione per la quale lavorava come giornalista. Era davvero fantastica e aveva sempre la risposta pronta.

«Qualche minuto fa è passato tuo nonno» continuò quella «e ha portato una crostata di mele e crema pasticciera... la tua preferita!»

In effetti il profumino della torta arrivava fin lì, facendole venire l'acquolina in bocca. Alya le accarezzò il viso, dopodiché la lasciò da sola, per darle il tempo di prepararsi.

Dopo aver fatto colazione, lei e Daniel uscirono diretti a scuola. La ragazza non sembrava in vena di chiacchierare e vederla così giù rattristava anche lui. «Ci sono notizie da tuo padre?» chiese il ragazzo.

Emi scosse la testa, abbattuta.

"Bravo" pensò Daniel "questo si che è un bel modo di iniziare una conversazione!" Si toccò distrattamente l'orecchino nuovo, tentado di trovare un qualsiasi argomento di conversazione. Tikki gli aveva detto di indossarlo ed era stata una fortuna che, qualche mese prima, avesse deciso di fare il buco all'orecchio sinistro, proprio come Luka, il chitarrista dei Paris Hardrock.

«Mi dispiace per non essere passata ieri» disse Emi, ad un tratto.

Daniel scosse la testa. «Ma figurati, non era nulla d'importante... sarà per la prossima volta.»

«Com'è andata?» volle sapere la ragazza.

«Benissimo» rispose Daniel, cogliendo la palla al balzo. «Con un chitarrista del mio calibro, non poteva essere diversamente, dopotutto!»

Emi, suo malgrado, sorrise. Gli diede una gomitata e Daniel fece una smorfia esagerata. Sapeva di fare la figura dello scemo, ma se poteva aiutare Emi a sorridere, andava bene così.

Quando arrivarono in classe la ragazza era molto più tranquilla. Quel giorno Victor non si era presentato, e Daniel interpretò quell'assenza come un segno... forse la fortuna stava iniziando a girare dalla sua parte.

Non avrebbe potuto pensare nulla di più sbagliato perché, proprio in quell'istante, una nuova minaccia si stava pericolosamente avvicinando a loro.

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Ciao ragazzi, eccomi qui con un nuovo capitolo fresco fresco (si fa per dire xD) che vede i nostri protagonisti alle prese con un problema che i loro poteri non possono risolvere. Che cosa è successo a Marinette? Sembra che neanche Adrien riesca a spiegarselo.

Daniel cerca in tutti i modi di tirare su il morale alla povera Emi e sembra esserci riuscito, ma una minaccia si sta avvicinando... non c'è tempo da perdere!

Che vi aspettate nel prossimo capitolo? Come reagiranno i nostri eroi alla nuova minaccia? E Daniel riuscirà a padroneggiare i poteri della coccinella? Beh, non vi resta che aspettare il prossimo capitolo per scoprirlo!

Se il capitolo vi è piaciuto fatemelo sapere con un commento! Ci rileggiamo presto!

Baci!!!

Laura

A new lineageDove le storie prendono vita. Scoprilo ora