Capitolo 4

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La prima cosa che fece Emi non appena il kwami apparve, fu urlare.

Lasciò cadere l'anello, che rotolò per terra, ma lei non parve accorgersene. Teneva gli occhi fissi su quello strano esserino nero che prese a svolazzare per casa, dirigendosi verso la cucina. Emi ci mise qualche secondo a riprendersi dallo shock, poi lo seguì di corsa e lo trovò a rovistare nella dispensa.

«Ehi, ma t-tu... che diavolo... chi sei?» balbettò, frastornata «e che cavolo credi di fare?!»

«Io chi sono? Dimmi tu, piuttosto, chi sei! Non erano questi gli accordi!»

La ragazza lo guardò confusa.

«Ho fame! Finalmente siamo tornati e non muoverò un dito finché non avrò mangiato!» esclamò quello, lanciando per aria scatolette di cibo e barattoli di conserva, che Emi dovette afferrare al volo.

La ragazza poggiò tutto quello che aveva in mano e prese il kwami per un orecchio, sbatacchiandolo a pochi centimetri dal suo viso. «Senti un po', mostriciattolo, non so chi o cosa tu sia ma non puoi metterti a distruggere la cucina! Se hai fame ti procurerò qualcosa, ma in cambio devi darmi delle spiegazioni.» La ragazza lo guardò con sguardo truce, poi sospirò, poggiandosi una mano sul viso. «E adesso mi metto pure a contrattare con questo coso» disse tra sé e sé «devo essere completamente pazza.»

«Io non sono un "coso"» si lamentò l'esserino «mi chiamo Plagg, sono un kwami e voglio del camembert!»

Emi mise una mano sul fianco e lo guardò di traverso. «Esiste una parolina magica, sai?»

«Sbrigati?» azzardò Plagg.

Emi scosse il kwami come una campanellina.

«E va bene! Va bene!» urlò l'altro «Per favore!»

«Così va meglio» esclamò la ragazza soddisfatta. «Credo che dovremmo avere un po' di camembert in dispensa. Mio padre lo compra spesso, anche se poi non lo mangia...» Si mise a frugare in giro, mentre esortava il kwami a parlare, tempestandolo di domande.

«Quindi posso diventare un supereroe e distruggere le cose grazie a te e a questo anello? Come Ladybug e Chat Noir?» fece Emi qualche minuto dopo, rimirando il gioiello che aveva recuperato e messo al dito, mentre Plagg divorava con aria soddisfatta l'ultimo pezzo di camembert.

«Esatto!» confermò il kwami «basta indossarlo e dire "trasformami"... semplice no?»

«E potrei fermare quella tizia che ho visto in tv?»

Plagg annuì con aria annoiata.

Emi ci pensò su un secondo, poi scattò in piedi, sorridendo. «Che figata, voglio provare!»

«Ma io veramente non ho ancora fin...»

«Plagg, trasformami!» lo interruppe la ragazza.

Plagg venne immediatamente risucchiato dall'anello che, illuminandosi, fece apparire dal nulla dei vestiti che si sostituirono a quelli che Emi indossava. La trasformazione durò pochi secondi e, non appena finì, la ragazza corse allo specchio della sua camera per ammirare il nuovo abbigliamento: era molto simile a quello della statua di Chat Noir, con la coda, le orecchie e la maschera, ma sul petto vi era una scollatura più femminile, sempre adornata dal grosso campanellino, e un paio di stivali, anche questi in latex, che le arrivavano sopra il ginocchio.

«Un po' cyberpunk, ma niente male» approvò la ragazza, immaginando la faccia contrariata che avrebbe fatto suo padre nel vederla in quelle vesti un tantino troppo attillate.

Proprio in quel momento un suono all'esterno fece tremare le pareti. Emi uscì sul balconcino della sua stanza e vide del fumo levarsi a pochi isolati da lì. Aveva visto decine di video sugli "eroi di Parigi" così non si stupì quando il bastone che aveva alla cintura si allungò. Fece un salto e si catapultò all'esterno, diretta verso l'origine di tutto quel caos.


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