Capitolo 8

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Adrien aveva aspettato l'arrivo di Sabine in ospedale, la mattina dopo, in modo da non lasciare Marinette da sola nel caso in cui si fosse svegliata. La donna gli disse di andare a casa a riposarsi ma lui aveva altri programmi.

Non appena uscì dall'ospedale si avvio lungo le vie della città. Nonostante l'aria tiepida di inizio primavera un brivido gli percorse la schiena, ripensando agli eventi del giorno prima. I miraculous dovevano essere stati ricreati, ma chi avrebbe mai potuto farlo? Di certo non era cosa da poco ed era certo che non esistessero tante persone al mondo in grado di farlo.

Strinse i pugni fino a far sbiancare le nocche. Marinette aveva rinunciato a tutti i suoi ricordi legati a Ladybug per proteggere il mondo e lui aveva dovuto distruggerli con le sue stesse mani... averli ricreati aveva di fatto reso vano il loro sacrificio, e la cosa lo faceva ribollire di rabbia.

Allungò il passo, diretto nell'unico posto che gli era venuto in mente per cercare qualche indizio su tutto ciò che stava accadendo e, svoltato l'angolo, la vide: la palazzina in cui, tanti anni fa, aveva vissuto il maestro Fu.

Dopo quello che era accaduto quel giorno, la casa era rimasta disabitata e non era mai stata ristrutturata. Di fatto, era stata lasciata completamente all'abbandono, quasi come un macabro ricordo della devastazione di Lady Butterfly e del suo scontro con loro due e il maestro.

Entrò nell'androne e salì le rampe di scale che conducevano all'abitazione.

La porta era scardinata e malamente bloccata da assi di legno marcio, e non fu difficile per Adrien superare quegli ostacoli. Entrato un forte odore di muffa gli colpì le narici e dovette coprirsi il viso per non respirare la polvere.

I mobili erano distrutti e in gran parte dell'appartamento l'intonaco si era staccato, ingombrando ulteriormente le stanze. Come se non bastasse, anche le finestre erano state chiuse con delle assi di legno, facendo passare solo pochi raggi di sole e rendendo il tutto ancor più spettrale.

Adrien si avvicinò ai resti della stola, dove lui e Ladybug avevano ascoltato la storia del maestro Fu e, inginocchiatosi, si lasciò andare per un attimo a quei ricordi.

Un rumore alle sue spalle, simile a un fruscio, lo fece voltare di scatto. «Chi c'è?» chiese.

«A quanto pare non sbagliava riguardo te... mi aveva detto che saresti venuto» disse una voce maschile, apparentemente piuttosto giovane.

Adrien scrutò l'angolo buio da cui proveniva, intravedendo una figura incappucciata. «Chi sei?»

«Un amico» rispose quello. «Maestro Fu mi ha mandato qui ad aspettarti.»

«Fu è qui a Parigi? C'è lui dietro quello che sta accadendo? perché i miraculous...»

«Non sono qui per rispondere alle tue domande» lo interruppe l'altro, «il maestro voleva farti sapere che che non avrebbe mai voluto che i miraculous tornassero e che non è stato lui a ricrearli.»

Adrien si strofinò gli occhi, tentando di abituarsi alla penombra e di scorgere il viso del suo interlocutore, ma quello era completamente coperto e irriconoscibile. «Vuoi dire che esiste qualcun altro capace di crearli? Si tratta della finta Ladybug, scommetto.»

«Esatto.»

«E Plagg? Perché maestro Fu lo ha dato a un nuovo portatore?»

L'altro sospirò. «Apparentemente non ha avuto scelta... non ci resta che sperare che sia all'altezza del compito.»

Ad Adrien non sfuggì quella strana inclinazione che aveva preso la voce del suo interlocutore. «Non mi sembri molto d'accordo con la sua decisione, o sbaglio?»

«Non sono qui per contestare le decisioni del maestro, sebbene a volte trovi le sue scelte... singolari.»

Adrien incrociò le braccia, mentre mille domande gli affollavano la testa. «Perché non è venuto direttamente maestro Fu a parlarmi?» decise di chiedere, infine.

Ci furono diversi secondi di silenzio, in cui l'altro sembrò dosare bene le parole. «Al momento non sarebbe saggio per lui uscire allo scoperto, perciò a mandato me.»

«E tu saresti?»

L'altro non rispose e, sebbene fosse impossibile vedergli il viso, Adrien sentì i suoi occhi attraversarlo da parte a parte.

Ci fu un lungo silenzio, che venne rotto dallo squillo del cellulare. Adrien lo tirò fuori dalla tasca e osservò il nome di Sabine che lampeggiava. Alzò lo sguardo mentre rispondeva ma il suo interlocutore misterioso era già sparito.

«Sabine, che succede? Marinette sta bene?» chiese.

«Oh, sì» disse la donna all'altro capo del telefono «si... si è svegliata e...»

«Ma è fantastico!» esclamò lui.

«Sì lo è ma, vedi... è molto agitata, vuole parlarti subito.»

Attraverso il microfono, Adrien sentì la voce di sua moglie chiedere insistentemente il cellulare.

«Pronto, Adrien?» lo chiamò Marinette.

Adrien sentì il cuore alleggerirsi nel sentire la sua voce. «Amore, come stai? Ci hai fatto preoccupare tan...»

«Adrien» la interruppe lei «che sta succedendo?»

«Che vuoi dire?»

Silenzio.

«Chi è Tikki?»

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Buongiorno Marinette, ben svegliata!
Riguardo a Tikki beh... è una storia piuttosto lunga, eheheh.

Ciao ragazzi, bentornati! La nostra attenzione in questo capitolo si è spostata da Emi e Daniel, alle prese con i loro nuovi poteri, ad Adrien che, preoccupato per la sua amata Marinette, decide di andare alla ricerca di Fu.

Chi sarà questa persona misteriosa di cui il maestro sembra fidarsi al punto da mandarlo a parlare con Adrien al posto suo e perché non ci è andato di persona?
Il mistero si infittisce!

Fatemi sapere se il capitolo vi è piaciuto e noi ci rivediamo nel prossimo capitolo!
Baci!!!

Laura

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