Era estate, luglio forse, un tempo splendido. Eravamo già stati al mare un fine settimana con Filippo in giugno, mi pare. Eravamo una coppia molto aperta agli altri, a Edo piaceva molto stare in mezzo alla gente, avere amici intorno, organizzare cose insieme ad altri. A me piaceva stare nel suo mondo, conoscere le persone che facevano parte della sua vita, che ai miei occhi erano tutte speciali.
All'inizio di giugno mi ero presa un'insolazione tremenda, ero svenuta due volte una di seguito all'altra, e proprio mentre eravamo dai carabinieri, perché la tipa del campeggio voleva assolutamente una dichiarazione sostitutiva in quanto la mia carta d'identità era rimasta a Firenze.
Va be', una banale disavventura da insolazione insomma.
Poi abbiamo cominciato ad organizzarci per le vacanze vere, il nostro viaggio in moto, in Grecia e Jugoslavia. Eh sì, c'era ancora la Jugoslavia. Be', credo che tu sappia che ci siamo trovati lì proprio nel momento in cui maturava il conflitto e in cui erano iniziate le prime sparatorie al nord, Edo te ne avrà parlato, visto che...
Prima di partire, poco prima a dire il vero, un pomeriggio o un mattino, non ricordo, fatto sta che ero sotto la doccia. Be', casa di Sveva, che ora è diventata casa di Edo (lo sapevi?), non è che avesse porte insonorizzate. Insomma io ero sotto la doccia e Edo mi disse che sarebbe andato a casa di una amica a cui aveva promesso di innaffiare le piante mentre lei era in ferie, sarebbe tornato prestissimo.
Sai, non ricordo molto i dettagli delle cose, sono passati troppi anni, e la quotidianità, tolti alcuni eventi importanti, è un po' avvolta dalla nebbia del tempo, ma quel giorno lo ricordo, si dice, come fosse ieri. L'acqua scrosciava, io ero serena come sempre, probabilmente avevo appena messo il bagnoschiuma al sandalo di Sveva sulla spugna quando sentii Edo che urlava «Va bene, io vado, a fra poco!»
Subito dietro di lui, con voce stridula e palesemente alterata, Sveva che gli chiedeva, con tono insinuante, «Edo! Cosa diavolo stai combinando?!», lui, sulla difensiva, risponse con voce giustificativa che aveva promesso di innaffiare le piante.
Io capisco perfettamente cosa sta succedendo, non è che non capisca. Ma non ci credo, quindi acquisisco l'informazione e la elimino immediatamente. Finisco la doccia, Edo è andato, mi asciugo, mi vesto, stiamo per partire. Sarà una vacanza bellissima.
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La notte più lunga - il dio di cartapesta - (BOZZA)
General FictionUn lungo De Profundis contemporaneo. Una confessione che intreccia le vite di due donne che non si sono mai viste ma le cui vite si sono incrociate in un momento decisivo per entrambe le loro esistenze. Ester e Silvia, dopo aver passato la vita a im...