La nascita

313 40 7
                                    



Un amuleto, che cos'è?

Se non un amplificatore

dei propri poteri?




A questo pensava il Maligno mentre, appollaiato su una roccia, fischiettando, passava il cordino di cuoio all'interno del suo zampino. Aveva trovato un momento per rilassarsi e ne stava approfittando noncurante dei lapilli, dei miasmi sulfurei e tantomeno dei fiumi di lava che, scendendo dalla montagna, contornavano il masso dal quale lui si stava godendo la visuale.

Sotto, la città che ormai era ridotta ad un cumulo di macerie fumanti. Quale momento più ideale per costruire un talismano?

Aver tolto il tappo dal Vesuvio ed aver cancellato Pompei, abitanti inclusi, fece in modo che quell'atto compiuto subito dopo rendesse lo zampino potentissimo.

Pensare che prima di quell'istante non era che una semplice zampetta di leprotto. Quello che purtroppo restava di un roditore dallo splendido manto striato che, non per sua volontà, era servito a sfamare un cacciatore sulla strada di ritorno verso casa.

In poche parole, era il frutto degli scarti di caccia di un bracconiere che sua Malvagità aveva notato ai margini del bosco e al quale voleva fare uno dei suoi pessimi scherzi. Ma si distrasse un attimo a guardare la minaccia di un temporale in arrivo da sud/est.

Quando si riprese il cacciatore se n'era già andato, lasciando il fuocherello da campo ancora acceso e lo zampino appoggiato su una roccia.Probabilmente l'istinto gli aveva consigliato di cambiare aria.

Il Diavolo lo raccolse, imprecando per un numero infinito di minuti contro il mondo ed i suoi abitanti, al pensiero di quello smacco insopportabile.Aveva perso l'attimo e il bracconiere, ignaro, tornò a casa dai suoi cari in una fattoria in mezzo ad uno splendido campo di grano e papaveri porpora.

Lo zampino del diavoloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora