Il Re

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Terza settimana.

Non lo sopporto più!
Ho sperato che Xavier potesse cambiare, che mi dicesse almeno un 'BRAVO!' e invece , solo urla e rimproveri.
Sto cominciando ad usare i miei poteri contro di lui.
Ho creato una nuvola che lo ha inseguito per tutto il cortile, infradiciandolo neanche fosse caduto nel torrente in piena.
Ho dovuto trattenermi dal ridergli in faccia, ma tanto mi ha dato da ferrare 50 cavalli, suppongo per punizione, neanche avesse saputo che fossi stato io.
Se non avessi avuto lo zampino chissà quanto ci avrei messo.
Anche i cavalli cominciano ad essere inquieti quando mi vedono.
Certo veder svolazzare attorno a loro chiodi e martelli deve essere stato insolito ma, è il risultato quello che conta.
Toc toc.
Jean sei in camera ?
Smetto di scrivere apro la porta e mi trovo davanti Didier, uno dei garzoni di corte, quello che si occupa di portare lettere e messaggi.
Didier è un ragazzo magro con due gambe lunghe, capelli neri tutti arruffati e corre come un razzo.
Per questo lo hanno scelto per quel compito.
Una volta ha percorso cinquanta chilometri senza mai fermarsi per recapitare una lettera alla contessa d' Orleans.
Pare fosse un invito a corte da parte di qualcuno di molto importante, lui dice che è una concubina del Re.
E quando Lui chiama, non si può certo dirgli di no.
Uff, è un po' che ti cerco, pensavo fossi alle scuderie, poi mi hanno detto che eri andato a riposarti. Sbrigati dobbiamo andare!
Dove? Gli chiedo, mentre mi stiracchio sbadigliando.
A corte!
E dove se no.
Il Re vuole vederti!
Il Re?
Ma, mica sono la contessa io!
Che vuole da me?
Lo fisso con lo sguardo molto preoccupato.
E che ne so io.
Io porto solo i messaggi non mi è dato sapere il perché o il percome.
Basta che ti spicci. Se no poi danno la colpa a me.
Se mi aspetti sotto mi metto il vestito buono e scendo.
Si, va bene, vedi solo di non metterci troppo, non conosci il Re, l'ultima volta mi voleva sbattere in prigione solo perché il Conte di Prinpignac non aveva voluto seguirmi.
Resto solo e in un lampo mi cambio provando 20 vestiti, sottratti magicamente in questi giorni dal guardaroba di qualche nobile, e scendo le scale facendo i gradini due alla volta mentre un brutto pensiero si fa strada nella mia testa.
Il mio capo deve essere andato a lamentarsi di me!
Cavolo! Voi scudieri guadagnate bene, mi dice Didier scrutandomi da capo a piedi.
Glisso, inventando una parentela con uno zio nobile decaduto che si disfa di qualche vecchio vestito donandolo a me.
Percorriamo il lungo vialetto di ciottolato che separa scuderie e reggia il più velocemente possibile.
Per chi ci guarda da lontano sembriamo :
io il giovane rampollo di qualche aristocratica famiglia e Didier il mio servitore.
Entriamo chiacchierando dalla porta principale e resto folgorato dalla bellezza di stanze
decorate con stucchi ghirlande arazzi dipinti specchi e mobili di una perfezione mai vista.
Ho la sensazione di trovarmi al centro esatto del mondo, da dove tutto nasce e tutto si decide.
Siediti li, mi dice il mio amico, tra un attimo qualcuno verrà a chiamarti e mi lascia solo in una stanza ed è già pronto a correre verso qualche nuova meta.
Per la noia comincio a contare i camerieri, le inservienti, le guardie che passano davanti a me quasi correndo, chissà cos'hanno da fare.
Un maggiordomo molto altezzoso si ferma di fronte a me proprio quando sono arrivato ad ottantuno, lui compreso.
Quasi senza guardarmi in faccia mi dice "Vieni!" e poggiandomi una mano sulla spalla mi costringe ad una maratona su per una scala e alla fine mi apre una grossa porta e mi spinge dentro chiudendosi la porta alle spalle.
E tu chi sei ?
È un tipo seduto ad un enorme tavola imbandita che lo chiede.
Mi vien da pensare che sia il Re!
È il primo che vedo con una corona a punte in testa.
Riprendo fiato per rispondere ma da un altra porta entra una guardia che gli si avvicina e gli dice quasi sussurrando:
Sire, le nostre truppe sono di ritorno!
Adesso sono sicuro, è il Re
La battaglia con gli inglesi è persa.
Lui, impreca in un perfetto francese sbattendo un pugno sul tavolo che risuona in ogni dove.
Il soldato a piccoli passi indietreggia senza mai perdere di vista il sovrano ed esce velocissimo quasi risucchiato dalla porta.
Mi sa che in passato deve aver schivato oggetti volanti tipo forchette e bicchieri e senz'altro qualcuno lo ha centrato in pieno.
Abbiamo chiesto: e tu chi saresti?
Sono il nuovo stalliere!
Si, va bene, sei il nuovo stalliere ......
E resta lì con la mano che ruota nell'aria e mi spinge a finire la frase!
E vengo dalla Borgogna.
Non era questo che volevamo sentire!
Non siamo il tuo compagno di merende!
Si dice sono lo stalliere SUA MAESTÀ!
Penso :
Cavolo, il Re urla proprio forte!
Neanche il tempo di correggermi e si apre un altra porta.
Stesso passo di avvicinamento stesso bisbiglio di prima ma altro servitore.
Ho seguito la regina per una settimana come ha ordinato Sua Maestà e .........Sire mi dispiace informarla che ha una tresca con il duca di Pourquoipas !
Penso che prima o poi il tavolo cederà a furia di mazzate.
Ma, proprio adesso dovevo essere convocato ?
Sbianco, mentre vedo battere il tempo di uscita dalla stanza di un attimo prima.
Vedi a cosa serve essere nobili? Se bestemmio io sono un rozzo, se lo fa lui è : un sovrano su tutte le furie.
Ovviamente non l'ho detto, l'ho solo pensato.
Il Re prende un grosso calice dorato e dimentico della mia presenza lo tracanna e poi lo riempie di nuovo.
Quindi sei lo stalliere di cui ci hanno tanto parlato!
Spero....bene.......Sua Maestà.
Ti avevamo preso per il figlio di qualche nobile, vestito così.
E lì, riattacco con la storia dello zio nobile decaduto.
Resta perplesso e prima di scolare un altro bicchiere di vino rosso:
ti abbiamo convocato perché siamo stanchi di avere un ubriacone come capo stalliere.
Consideriamo che se vai avanti a lavorare così bene come hai fatto finora, ben presto sarai tu, a sostituirlo!
Xavier è un ubriacone?.....Mi sa che, bere, è lo sport nazionale!
Vieni, siediti e tienici compagnia.
Oggi ne abbiamo bisogno.
Mangia qualcosa!
Per fortuna non ha detto bevi....qualcosa.
Sire, il suo cibo per me è troppo speziato.
Ma, se non hai ancora assaggiato nulla!
Come fai a dirlo?
Ops. Non posso certo dirgli che ormai ho assaggiato tutto quello che mangia lui, comodamente seduto nella mia stanza!
L' aroma che giunge alle mie narici è di paprica, cannella e noce moscata.
Pur essendo un bellissimo tacchino preferisco un dolce.
Preferisco un dolce........
Questa volta una mano ruota mentre l'altra porta dell'altro vino alla nobile bocca.
...........Sua Maestà.
Hai detto che arrivi dalla Borgogna?
Mi sa che non lo regge poi così tanto il vino.
Si, Sua Maestà.
Lancia un sospiro di rimpianto.
Noi abbiamo passato la nostra infanzia li.
Che piosto stupendro.
Mi è rimmasta intesta una cranzone!
La cranzone del Murratore.
E attacca in classico stile osteria oscillando il calice neanche fosse una pinta, si alza in piedi e rivolge lo sguardo verso il lato opposto della stanza neanche ci fosse tutto il suo popolo ad ascoltarlo.

Guarda che bel muretto che ho fatto

Lalla li lalla lu lallalla'

Così poi ci può salire il tuo gatto

Lalla li lalla lu lallalla'

E tre cicale e due raviole ed una scorta di cincilla'

Ed un bisonte e un elefante mi sa che alla fine il muretto cadrà.

Mi avvalgo della facoltà di non ascoltare il resto di questa "splendida" canzone alzandomi dalla sedia e copiando il passo esperto di chi è uscito prima di me, mi chiudo velocemente la porta alle spalle, tanto lui ormai neanche se ne accorge.
La notte la passo a girarmi e rigirarmi nel letto con note di una canzone sguaiata che mi girano in testa assieme ad immagini di me capo delle scuderie che impartisco ordini a tutti, neanche fossi io il Re.

Quarta settimana.

Due giorni fa Xavier mi ha dato da domare un cavallo che tutti considerano un caso disperato.
Mi sa che qualcuno deve avergli riferito del mio incontro con il sovrano.
L'ho scampata bella!
Mi stava per colpire con gli zoccoli ma sono riuscito a bloccarlo all'ultimo istante !
Da quel momento mi segue come un cagnolino e Fuego non è per niente contento di questo.
Lo so perché gli ho dato il dono della parola e lui,in un francese un po' sputacchiato me ne ha dette di tutti i colori.
Ho dovuto togliergli il dono in fretta.
Quasi mi dimenticavo.
Xavier, probabilmente mi ha osservato mentre stavo domando Robespierre, l'ho visto correre via e da quel momento si sono perse le sue tracce.

Il giovane Jean, i suoi cavalli, lo zampino, una vita che sembra andare verso un futuro radioso.
Non dimentichiamoci però che c'è chi lo sta cercando Alzabek.

Lo zampino del diavoloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora