13º cap.)

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BROOK'S POV:

Sento una mano posarsi sulla mia spalla, alzo lentamente lo sguardo che fino a quel momento ho tenuto fisso sul pavimento bianco e lucido dell'ospedale.

"Niall.." sussurro e credo non mi senta, si siede accanto a me.

Ha il viso danneggiato dalla rissa di qualche ora fa.

"Vieni su" stringe le sue braccia sottili attorno alle mie spalle tremanti "Vedrai...andrà tutto bene" mi strofina la schiena e sorride incerto cercando di rincuorarmi.

NIALL'S POV:

Ha lo sguardo perso nel vuoto, sembra una statua di cera, tradita solo dal fremito angosciante del suo corpo.

"No Niall, non andrà bene, non andrà bene niente" le ultime parole riesco a stento a comprenderle, la sua espressione fredda si tramuta subito in una smorfia di dolore e prende a singhiozzare.

"Hey! Hey che dici!? Stiamo parlando di Zayn, Zayn Malik" sorrido e cerco il suo sguardo ma inutilmente, lei rimane distaccata e gelida con le braccia incrociate sul petto coperto solo da un minuscolo top nero.

"È tutta colpa mia" si mette le mani sul viso e i singhiozzi diventano insopportabili "Io...io non dicevo sul serio"

Non riesco a capire di cosa stia parlando, ma preferisco non farle troppe domande e la abbraccio nel modo più rincuorante possibile.

BROOK'S POV:

Chiudo gli occhi e prendo fiato, le lacrime mi stanno logorando i polmoni. Ho freddo e sento una nauseante sensazione di vuoto nello stomaco.

È colpa mia, tutta colpa mia. E questa consapevolezza mi sta uccidendo. Non dovevo dirgli quelle cose, alla fine era solo ubriaco, neanche la conosce quella ragazza, sono stata esageratamente impulsiva, l'ho ferito molto di più di quanto lui abbia fatto con me.

Vengo scossa da un lungo brivido che mi percorre la spina dorsale.

Ho assunto di nuovo l'espressione gelida di poco prima, Niall è andato a casa, è stato dolce, è rimasto con me per parecchio tempo, ma è distrutto anche lui, e il sonno ha preso il sopravvento.

"Signorina, per Zayn Malik?"

La voce roca di un medico mi fa sussultare.

"Si, certo" scatto in piedi, come un'arruolato sull'attenti.

"Posso parlare con lei...del ragazzo, giusto?" domanda e butta un'altra occhiata al registro che tiene tra le mani.

"Si, assolutamente"

Il dottore mi guarda con occhi spenti e si schiarisce la voce.

"L'impatto con l'auto è stato violento, ha una contusione polmonare e una grave emorragia celebrale" si ferma per poi consultare nuovamente il registro "Mi dispiace, ma le condizioni del ragazzo sono molto delicate, e per adesso non posso assicurarle niente di positivo" mi rivolge lo sguardo e annuisce freddamente.

Sento le gambe molli e trattengo le lacrime a fatica "Posso vederlo?" mormoro.

"Certo, stanza 123, per di là"

Percorro un tratto di corridoio e giungo alla camera di Zayn, afferro titubante la maniglia e spingo la porta.

Sembra stia dormendo, il mio angelo, ecco cos'è.

Mi si stringe il cuore in petto man mano che mi avvicino al lettino, è attaccato ad un'infinità di tubicini e di macchinari che lo tengono in vita, non ci posso credere, non mi sembra vera questa situazione.

Mi siedo su una sediolina di plastica accanto al letto di Zayn, mi sento male solo a guardarlo.

Sfioro con il dorso dell'indice la sua mascella, è pallido.

Non ha la maglietta, e per la prima volta pettorali e tatuaggi non mi fanno alcun effetto, lo vedo estremamente indifeso, il suo petto attaccato agli elettrodi segue un movimento respiratorio quasi impercettibile.

"Zayn.." scuoto la testa continuando a non capire come tutto questo sia successo così in fretta "Ti prego perdonami" ed ecco che le lacrime iniziano a scendere prepotenti "Mi dispiace tanto" mi porto una mano alla bocca nel tentativo di reprimere i singhiozzi mentre il senso di colpa mi si attanaglia al petto.

Continuo a parlare con lui, in realtà parlo da sola, ma solo il fatto di rivolgermi a Zayn mi fa sperare che lui mi senta, in qualche modo. Sento come se la mia presenza, il mio tocco sulla sua pelle, sia il suo unico contatto con la realtà, come se la mia presenza lo tenga lì con me.

--4:25--

"Signorina" una voce, questa volta femminile, mi sveglia dal sonno tormentato in cui ho cercato di soffocare la paura e il dolore.

"Eccomi" mi alzo dalla sediolina accanto al letto di Zayn, gli stampo un delicato bacio sulla fronte e mi metto di fronte l'infermiera che mi ha chiamato.

"Non pensa che dovrebbe riposarsi? Magari le farebbe bene tornare a casa" il suo tono è gentile e affettuoso, ma io la prendo come una sfida e queste parole mi fanno salire i nervi.

"No, per nessuna ragione" sbotto fredda facendomi spazio tra la spalla della donna e lo stipite della porta.

Percorro il corridoio, è tutto così uguale, sono sola, Zayn è tutto ciò che ho di bello.

Esco per strada a prendere aria, aria vera, libera dall'odore di medicinali e malati.

Mi rannicchio a terra sul bordo del marciapiede, sento gli occhi pizzicarmi e lascio che le lacrime scendano, stringo le ginocchia al petto, sono quasi le cinque del mattino e con quel dannato toppino nero ho un freddo cane.

Poi sento qualcosa di caldo e morbido appoggiarsi sulle mie spalle. Come se qualcuno mi abbia letto nel pensiero. Alzo confusa lo sguardo in alto.

"Harry!" Mi sollevo a fatica da terra "Cosa...che ci fai qui?"

"Volevo sapere..volevo vedere come stavi, e non mi sembri in forma"

"Perspicace, come al solito" ghigno.

"Brooklyn ti prego, non sono qui per litigare." I suoi occhi verdi mi sembrano sinceri, e mi sistemo meglio la sua felpa sulla schiena.

"Ho..ho saputo quello che è successo, mi dispiace"

Lo guardo con aria truce e contraggo la mascella.

"Te lo giuro, mi dispiace che sia successo"

Sospiro, alla fine non è un cattivo ragazzo.

Adesso però mi sento a disagio con lui, non ha più nulla di familiare.

Apre le braccia e mi stringe le spalle.

Mi lascio stringere, anche se l'imbarazzo è forte anche da parte sua.

"State insieme?" sussurra con voce roca e bassa alle mie orecchie.

"No" bisbiglio freddamente, non sopporto più quell'argomento.

Lui non dice niente, per fortuna, mi stringe a sé e lo lascio fare, ormai non ho nulla da perdere, Harry può solo farmi sentire un po' meglio, ma per quanto si sforzi di far durare quell'abbraccio, sento solo l'irrefrenabile voglia di gridare e piangere.

"Harry..." sussurro staccandomi dal suo petto.

"Si?"

"Ho paura di perderlo"

-È corto, scusate, ma sono stanca, spero vi piaccia un pochino lo stesso.-

Belonging || Zayn MalikDove le storie prendono vita. Scoprilo ora