19º cap.)

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BROOK'S POV:

La rivelazione di Harry mi tormenta, soprattutto a letto.

Quando sembra tutto tranquillo e chiudo gli occhi spossata dal sonno, le immagini confuse e chiassose di ciò che accadde quella notte fuori al Guess What mi impediscono di abbandonarmi tra i cuscini.

E immagino in maniera atroce e distorta Harry al volante della sua grossa e lucida BMW.

Mi intirizzisco nel letto e mi assalgono tutte le angoscie del mondo.

Crys e Niall sanno di Harry, ho raccontato loro tutto, tra i singhiozzi.

Nessuno però sembra scosso e turbato quanto me, quella cosa proprio non mi scende.

Tre giorni dopo sono a casa, e in questi giorni non sono andata nemmeno una volta in ospedale.

È come se il mio cervello si sia arreso all'idea che Zayn rimarrà in coma per sempre. E quando la notizia raggiunge il mio cuore vengo schiacciata da un macigno che mi si pianta sulla bocca dello stomaco e mi viene da vomitare. Il mio cuore, e forse tutto in me che non sia il cervello, si rifiuta di credere a questa tremenda opzione.

Coma eterno significherebbe morte.

E scarto decisamente la possibilità che Zayn morisse.

Nausea al solo pensiero.

I pomeriggi a casa sono asfissianti, nel senso che ho Crystal alle calcagna che teme che io possa svenire o comunque sentirmi male da un momento all'altro.

Mi lascio sprofondare nel divano di finta pelle beige e passo le ore a fissare il vuoto, o più precisamente una molletta per capelli in un angolo del salone perfettamente visibile a tutti e che Crys cerca da tempo, ma io sono troppo abbattuta per dirle che è là, proprio davanti ai suoi occhi.

Ecco, io mi sento un po' come quella molletta. Abbandonata in un angolo polveroso, senza nessuno che la noti, eppure è lì, è ben visibile, ma tutti ci passano davanti senza farci caso. Io mi sento proprio così.

Quando riesco ad addormentarmi mi sveglio pochi minuti dopo, quasi serena, per poi venire schiacciata miseramente dalla triste realtà.

Spesso lotto contro la voglia di correre nel parco abbandonato e riprendere la collana, ma mi limito a stringere forte gli occhi e a non pensare al collo e al petto che bruciano e mi ripeto va tutto bene devo stare tranquilla adesso passa non posso prendere la collana ho promesso di lasciarla lì finquando non mi ci avesse portato zayn adesso sono io che devo proteggerlo se me la metto io la collana automaticamente proteggerà me e questo non deve succedere.

E ripeto questo nella mia testa fino allo sfinimento, finché il bruciore non si allevia un po'.

Eppure nonostante Zayn mi manchi come l'aria, continuo a riavvolgere nella mia testa tutti i momenti trascorsi insieme a lui, quando passeggiavamo affiancati, mai mano nella mano, e lo spazio tra noi si riempiva di sguardi e sorrisi soffocati.

Nonostante il mio cervello continui a distrarmi ripetendomi Zayn Zayn Zayn Zayn e io non riesco a formulare una frase di senso compiuto senza che quel nome mi annebbi la mente, nonostante tutto questo, mi ostino a immaginare come sarebbe stato se uno di quei giorni, durante l'unico mese assieme, quando lui stava bene, e io stavo bene vedendo il suo sorriso, ci fossimo baciati, baciati veramente.

"Crys, vado in ospedale" avverto.

"D'accordo tesoro!" urla lei dal piano di sopra.

Oggi fa freddo.

Non c'è vento, ma l'aria è ad ogni modo gelida e pungente. Io sono come di mio solito avvolta in una felpa comoda di parecchie taglie in più, e porto dei jeans chiari e fascianti.

Belonging || Zayn MalikDove le storie prendono vita. Scoprilo ora