Capitolo 14:

4.9K 195 6
                                    

5 Gennaio 2018

Hunt ed Eric avevano raggiunto casa Nikolayev quella mattina.
White, naturalmente era in loro compagnia, un piccolo fantasma bianco che trotterellava ai loro piede e che, ora scorrazzava eccitata in giro per la casa.
Il moro era sorridente e rilassato, mentre Hunt teneva le mani strette intono al manico della propria valigia, le nocche erano diventate quasi bianche.
Il viso era arrossato e gli occhi sfuggevoli, non si posavano su nulla, scattavano da una parte all'altra della stanza, studiandola con paura e circospezione.
Irina aveva subito cercato di mettere a suo agio il nuovo arrivato, non si era dimostrata espansiva come quando Mikail le aveva presentato Eriel, ma allo stesso tempo non era scostante e non sembrava disturbata dalla presenza del bruno.
Eric gli aveva presentato tutti i membri della famiglia Nicolayev. Hunt era sbiancato alla vista di tutti quei fratelli e all'udire tutti quei nomi così diversi l'uno dall'altro e, al tempo stesso così differenti dai classici nomi americani.
"Eric, perché non mostri ad Hunt la vostra camera?" Domandò Irina, cercando così di mettere a proprio agio il nuovo arrivato.
Il moro annuì.
Seguito da Hunt come fosse un cagnolino lo condusse al piano superiore.
Superarono quattro porte, su tre di esse erano incise delle iniziali. M. M. e J.
Sulla quarta c'era solo un cuore in ceramica rosa.
La loro stanza era di fronte a quella di Mikail ed Eriel, Hunt fu sollevato dalla presenza del ragazzo, almeno conosceva qualcuno, escludendo Eric e Mikail, ovviamente.
La stanza degli ospiti era enorme, appena entrati ci si trovava davanti ad una parete in vetro che dava sul giardino.
Attaccato alla parete sinistra stava un letto completamente bianco, mentre alla sinistra c'era l'armadio.
Sul pavimento v'era un tappeto la cui grandezza era tale da raggiungere tutti gli angoli della stanza.
"Wow... è enorme" Disse Hunt. Nemmeno da sposato aveva alloggiato in una stanza del genere e, da sposato aveva vissuto  in un attico.
"Felice che ti piaccia" Eric appoggiò la valigia sopra il letto e l'aprì con nonchalance, Hunt lo imitò un poco imbarazzato.
Avevano passato i sei giorni precedenti a rotolarsi tra le lenzuola, a farsi docce, pranzare e dormire.
Mai il direttore aveva passato un intera settimana senza muovere nemmeno un dito, di solito sua moglie durante il periodo natalizio si faceva scarrozzare in giro per New York, spendeva un mucchio di soldi in abiti e gioielli.
Eric invece lo coccolava, non spendeva i suoi soldi e anzi, gli aveva regalato un bellissimo braccialetto d'oro, un oggetto semplice, ma di grande valore.
Quando Hunt ne aveva scoperto il valore aveva quasi obbligato Eric a restituirlo, cosa che ovviamente il manager non aveva fatto.
Ora il braccialetto stringeva dolcemente il polso destro di Hunt. "Tu vieni qui spesso?" Eric annuì.
Spiegò che a volte passava il Natale insieme alla famiglia, altre volte lo passava in Russia con Mikail e si godeva la compagnia dei fratelli e dei genitori dell'uomo.
"Devo essere geloso?" Hunt si pentì immediatamente di aver pronunciato quella frase, si coprì la bocca con la mano e guardò verso Eric, sul viso del manager aleggiava un sorriso.
"Mi dispiace... non volevo dire che..." Eric portò la mano dietro la testa di Hunt e premette insieme le loro labbra.
"Non c'è mai stato nulla tra me e Mikail, non temere" Hunt annuì. Il viso rosso e lo sguardo basso, nonostante l'intera settimana passata insieme non si era ancora abituato ai baci di Eric.
"Devo preoccuparmi di tua moglie?" Gli chiese Eric ridacchiando.
Hunt scosse il capo rabbrividendo, dopo quello che gli aveva fatto con lui aveva chiuso.
"Come se io dovessi temere le tue ex mogli?" Eric ghignò inorridito al solo ricordo.
Un brivido gli percorse la spina dorsale.
"Mai" Hunt ridacchiò ed estrasse alcuni vestiti dalla valigia.
Alcuni jeans, una giacca pulita nel caso in cui il parka si fosse sporcato, calze, una sciarpa, due paia di guanti, un paio di anfibi neri, magliette e maglioni.
La valigia di Eric conteneva più o meno le stesse cose.
"Rilassiamoci un po' prima di pranzo, ti va?" Hunt annuì e si sdraiò sul letto, per poi essere raggiunto subito dopo da Eric, che passando un braccio intorno alle spalle del direttore lo strinse a sé.
I loro corpi aderirono alle perfezione, il petto muscoloso di Eric contro quello liscio di Hunt, le gambe si intrecciarono sinuosamente e le dita si strinsero dolcemente.
Un brivido percorse la schiena di Hutn quando una mano di Eric prese a percorrerla lentamente.
Hunt respirò il profumo di Eric, un misto di agrumi e menta.
"Che c'è?" Chiese lui, trattenendosi dallo scoppiare a ridere. 
I capelli bruni di Hunt gli provocarono un piacevole solletichio sotto al mento. 
"Hai un buon odore..." Disse un imbarazzatissimo Hunt.
Eric sorrise contro i suoi capelli. "Grazie. Tu sei buono tutto, specialmente..." E le dita di Eric andarono a stringere le natiche soffici di Hunt.
Il direttore si alzò di scatto, prese un cuscino e glielo buttò in faccia. Eric rise divertito, con uno scatto gli bloccò il polso ed il cuscino cadde sul piumone.
"Sei dolce..." Hunt arrossì e spinse la testa contro il petto muscoloso di Eric, che si lasciò sfuggire un sospiro non aspettandosi quella reazione.
"Dai... lo sai che mi imbarazzo!" Eric sorrise e lo trascinò sopra di se.
Hunt appoggiò la testa contro il suo petto e si lasciò coccolare.
"Sei stanco?" Hunt annuì e si accoccolò meglio contro il maggiore. "Mi spiace, ti ho fatto alzare molto presto" Hunt alzò le spalle.
Eric con non poca fatica riuscì a sollevare il piumone e a coprire entrambi, Hunt sospirò contento di trovarsi tra le coperte calde e il corpo di Eric, non avrebbe desiderato stare in un luogo diverso da quello.
"Vuoi dormire un po'?" Eric alzò il viso non udendo risposta, Hunt dormiva placidamente contro il suo petto.
Il moro sorridendo prese ad accarezzargli la schiena.
"Ti amo Hunt" Il bruno mugugnò qualcosa di incomprensibile e continuò a dormire.
Eric sorrise, era proprio innamorato.

The Russian ModelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora