Capitolo 5:

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18 Dicembre 2017

Eriel infilò le chiavi nella serratura e spalancò la porta del suo piccolo appartamento.
Lapo immediatamente corse loro incontro e come ogni giorno posò le grandi zappe anteriori sulle gambe del padrone e gli leccò il viso.
Si girò poi verso Mikail convinto fosse Natasha, ma quando invece di una donna alta poco più di un metro e sessanta incontrò la figura di un uomo alto più o meno il doppio si sedette e lo osservò piegando il muso verso destra.
"Lui è Lapo, l'ho adottato quando era un cucciolo, vive con me da circa tre anni. Ma prego entra!" Disse Eriel quando si rese conto di aver lasciato il proprio ospite sulla soglia di casa. Mikail si sfilò le scarpe ed entrò in casa.
Sul pavimento era stato messo un morbido tappeto bianco, in un angolo c'era la cuccia di Lapo, cuccia che non veniva mai usata visto che il cane dormiva sul divano, convinto che Eriel non ne fosse al corrente.
Mentre vicino al televisore c'era uno scatolone alto più o meno due metri e largo uno, al suo fianco uno scatolone più piccolo, al di sopra campeggiavano le scritte: Luci  e palline 
"Posso offrirti qualcosa da bere?" Domandò Eriel, appendendo la propria giacca e quella dell'attore ad un appendiabiti poso di fianco alla porta.
Mikail annuì, si chinò in avanti e accarezzò la testa di Lapo.
Il cane inizialmente rimase impassibile, titubante, ma quando vide il padrone sorridere si mise a scodinzolare e a leccare la mano del biondo.
"È molto dolce, si vede che lo tratti bene. Spero farai lo stesso con me" Disse Mikail sogghignando.
Eriel sorrise divertito, anche se in realtà si sentiva incredibilmente in imbarazzo. 
"Cosa vuoi da bere?" Domandò il ragazzo dai capelli mori.
Mikail chiese un bicchiere d'acqua. Eriel gli disse di accomodarsi e che sarebbe tornato in salotto in pochi minuti.
Una volta che Mikail fu seduto Lapo di accucciò al suo fianco, posò il muso sulla sua coscia e sbuffò.
"Sei davvero adorabile. Anche il tuo padroncino è così dolce?" Chiese l'attore, bisbigliando quelle parole all'orecchio del cane.
Lapo alzò il muso e gli leccò il viso. Mikail scoppiò a ridere e gli accarezzò nuovamente il capo.

"Eccomi" Disse Eriel entrando in salotto, tenendo fra le mani due bicchieri d'acqua fredda, li posò sul basso tavolino di legno e poi si sedette sul divano, proprio di fianco a Mikail. "Hai fatto amicizia con Lapo" Commentò Eriel, quando il cane saltò fra loro due, tornando ad appoggiare il mento contro la coscia dell'attore.
Il biondo sorrise, ma non alzò lo sguardo su Eriel, continuando ad osservare Lapo, il pelo morbido e bianco che si arruffava al suo tocco, il petto che si alzava ritmicamente insieme al suo respiro.
"Già" Rispose Mikail, che si chinò verso il tavolino e prese tra le mani uno dei due bicchieri d'acqua, lo portò alle labbra e sorseggiò lentamente il liquido trasparente. "Non vorrei sembrare diretto, ma hai detto che dovevamo finire di discutere di alcune cose, quali? Devo fare qualcosa di particolare?" Domandò Eriel, passando una mano sulla schiena del cane bianco.
Mikail posò il bicchiere sul tavolino e puntò lo sguardo su Eriel, gli occhi verdi del più piccolo si abbassarono automaticamente quando incontrarono quelli azzurri dell'attore.
"In realtà non dobbiamo parlare di nulla, volevo solamente uscire da quell'ufficio, il tuo capo non mi sembrava molto propenso al dialogo e lasciarlo solo con Eric è stata di sicuro la scelta migliore, può sembrare un vecchio scontroso, ma sa come trattare qualcuno che ha appena affrontato un divorzio.
Devi sapere che Eric si è sposato ben tre volte" Commentò Mikail.
Le sopracciglia di Eriel si incurvarono verso l'alto.
Quindi Hunt aveva divorziato.
Questo spiegava il perché del suo aspetto trasandato.
Eriel una volta aveva incontrato la moglie del suo capo, si chiamava Angelina, era alta, bionda e con due grandi occhi azzurri, il viso era quello di una ragazzina nonostante avesse ormai superato i trent'anni. 
Sembrava una persona dolce, aveva accolto Eriel il suo primo giorno di lavoro come dipendente del signor Hunt, si era dimostrata simpatica ed era una donna capace di stare alle battute, così come il marito dopotutto. 
"Mi spiace... per lui intendo. Il signor Hunt non parla molto della sua vita privata, in ufficio gli vogliamo tutti bene, se lo avesse detto avremmo provato a tirargli sui il morale" Le labbra di Mikail si curvarono in un tenero sorriso.
"Vuoi farmi qualche domanda riguardo alla tua nuova situazione?" Eriel accavallò le game e si portò una mano sotto al mento.
"Come dovrò comportarmi da ora in avanti? Devo venire a vivere con te?" Domandò il giovane.  
"Preferirei che io e te vivessimo sotto lo stesso tetto, le notizie girano in fretta e sapere che noi conviviamo renderebbe la nostra bugia più credibile. A te sta bene?" Eriel sospirò e spostò lo sguardo in giro per la stanza.
Osservò ogni dettaglio del suo piccolo appartamento, la cucina, con un tavolo da pranzo talmente piccolo da permettere solamente a due persone di pranzare contemporaneamente, osservò la porta della sua camera da letto e quella del bagno, li dentro aveva fatto il primo bagnetto a Lapo. Il cane all'epoca cucciolo era scappato fuori dalla vasca e aveva iniziato a correre in giro per la casa, Eriel per impedirgli di bagnare le altre stanze aveva lasciato il rubinetto aperto, quando alla fine era tornato in bagno con il batuffolo bianco in braccio aveva trovato la stanza completamente allagata.
"Ma tu alloggi al Black Diamond" Mikail scoppiò a ridere, Lapo infastidito da quel rumore improvviso saltò giù dal divano e si accoccolò sul tappeto.
"In realtà vivo in una casa ad alcuni chilometri da qui, io ed Eric alloggiamo al BD per stare vicini agli altri membri del cast, molti non sono di New York, anzi diciamo che quasi tutti non sono di qui, mi sembrava da maleducati lasciarli da soli in una città che non conoscono e, inoltre il registra e produttore ha ritenuto fosse più pratico in quanto spostamenti e raduni averci tutti nello stesso luogo" Eriel lo trovò un gesto molto carino, lui non sarebbe mai riuscito a fare una cosa del genere.
Infatti, se qualche suo amico veniva da fuori lo ospitava a casa propria, ma effettivamente Mikail non poteva certo ospitare un intero cast composto più o meno da venti persone in casa propria.
"E Lapo potrà venire con me?" Domandò il ragazzo con tono speranzoso ed un poco intimorito dalla risposta del biondo.
"Non intendo certo separarvi! Ti aiuto a preparare le valige?" Eriel arrossì immaginando il biondo mentre frugava nei suoi cassetti e accidentalmente trovava le mutande rosse con sopra una renna che sua madre gli aveva regalato per Natale, un adorabile bigliettino era stato attaccato alla stoffa: Magari così fai colpo!  
Ovviamente l'intimo era stato accuratamente nascosto tra i vestiti che non usava più da una vita, come ad esempio una camicia sporca di pittura che però si rifiutava di buttare.
Eriel preferì in ogni caso non rischiare di mostrare quel particolare pezzo di stoffa.
"Non c'è bisogno! Aspettami qui... puoi mettere il guinzaglio a Lapo se vuoi, è in corridoio, vicino alle scarpe!" Eriel scattò verso la camera da letto e si chiuse la porta alle spalle, sentì la risata cristallina di Mikail venire dal salotto.
Si chinò ai piedi del letto ed estrasse un trolley nero da sotto il comodo giaciglio, lo aprì e lo issò sopra al materasso.
Aprì l'armadio e lo ispezionò con cura, avrebbe portato soltanto gli abiti di cui aveva bisogno, il giorno dopo, o quello dopo ancora sarebbe andato a prendere il resto.
Estrasse quattro magliette a maniche lunghe, un paio a maniche corte e quattro maglioni, infine prese due paia di jeans.
Con le braccia ricolme di abiti tornò verso il letto, piegò i pantaloni e li mise sul fondo, seguiti dalle magliette ed infine dai maglioni.
Al secondo viaggio dal letto all'armadio la valigia era ormai piena, chiuse le cerniere con uno sforzo inimmaginabile, i muscoli delle sue povere braccia reclamarono per quell'atto così faticoso, non faceva sport dalle superiori e l'ultimo viaggio che aveva fatto era stato in seconda superiore, non era più abituato a fare bagagli.
Posò la valigia a terra, la prese per il manico e la trascinò fuori dalla camera.
Lapo e Mikail erano già davanti alla porta d'ingresso, il primo con il guinzaglio e la pettorina, il secondo con già indosso le scarpe.
"Domani manderò un autista a portare via qualsiasi oggetto troppo grande o pesante per essere portato via oggi. In quella scatola c'è un albero di Natale vero? Vuoi portarlo con noi?" Eriel guardò vicino al televisore.
Quell'albero lo aveva comprato il primo anno che aveva trascorso a New York, ormai aveva instaurato un legame affettivo e vedere i suoi rami verdi faceva tornare in mente teneri ricordi, tutti gli anni lui, Natasha e qualche collega single o i cui parenti erano troppo lontani da New York  passavano la serata della vigilia e il pranzo di Natale insieme, ormai era una tradizione, ogni anno si festeggiava a casa di qualcuno, l'anno passato era toccato ad Eriel.
"Se possibile si, grazie" Mikail gli sorrise paziente e aprì la porta dell'appartamento, Eriel lo precedette con la valigia.
Lapo trotterellò subito dietro di lui felice di uscire di casa ed infine il biondo che chiuse la porta con un clic.
Quando arrivò il momento di scendere le scale Mikail passò il guinzaglio di Lapo ad Eriel e piegando le ginocchia si issò la valigia su una spalla, quando si girò vero il moro lo trovò con la bocca semi aperta, era rimasto impressionato.
"Quella valigia pesa più di me! Come fai?" Il biondo iniziò a scendere gli scalini, purtroppo il condominio era senza ascensore, per questo aveva un prezzo accessibile ad Eriel.
"Per i film devo avere un fisico statuario, quindi faccio molta palestra, in casa mia una stanza è adibita a questa funzione specifica, puoi sfruttarla a tuo piacimento" Eriel storse il naso e strattonò leggermente il guinzagli di Lapo.
"Non mi piace fare esercizio fisico, fortunatamente sono magro di mio" Mikail mise a terra la valigia e prese a trascinarla verso il portone d'ingresso.
Una volta usciti trovarono ad attenderli un auto nera, l'autista era in piedi di fianco alla vettura, le mani dietro la schiena, un uniforme nera e un capello scuro a coprire i capelli bianchi.
Il viso era rugoso, sotto il naso comparivano i baffi dello stesso colore dei capelli, gli occhi erano marroni e cerchiati da piccole rughe, il naso era dritto e si allargava in punta, le labbra erano sottili e pallide.
"Buon giorno Signor Nikolayev" Lo salutò l'anziano.
Mikail gli strinse una mano e gli diede una pacca sulla spalla.
"Giorno Nicholas, lui è Eriel, il mio ragazzo" L'uomo salutò il moro con un sorriso accogliente, dalle labbra spuntarono i denti perfettamente bianchi, un incisivo si accavallava leggermente all'altro.
"Molto piacere" Disse Eriel stringendo la mano grinzosa del vecchio autista.
Mikail aprì la portiera della vettura nera e fece entrare Eriel che, con qualche piccola protesta riguardo al fatto che potesse caricare da solo la valigia salì brontolando.
Lapo si accucciò ai suoi piedi, Nicholas si offrì di caricare la valigia nel portabagagli, ma il biondo lo anticipò e mandò l'anziano al posto di guida.
"Lo tratti bene, è un uomo davvero gentile" Disse Nicholas rivolto ad Eriel. l'anziano lo stava stava osservando attraverso lo specchietto retrovisore, sul viso campeggiava ancora quel tenero sorriso.
"Lo farò" Bisbigliò Eriel.
Una volta che il bagagliaio fu chiuso Mikail salì in auto e si sedette per forze di cose di fianco a Eriel.
Il ragazzo era nervoso, si torturava le mani e guardava continuamente fuori dal finestrino, Nicholas ridacchiava al posto di guida.
Mikail osservò l'autista che con un movimento del capo indicò il moro, il biondo così gli strinse la mano in modo affettuoso.

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