Sì poteva sentire il vento soffiare delicato tra le fronde degli alberi, accompagnato dalla musica della cascata a pochi metri da me. Sopra un pesante mantello di nuvole che copriva la terra un'isola fluttuava nell'aria, ribellandosi a qualsiasi legge fisica, ma del resto, per una Dea non era certamente qualcosa di impossibile. Sotto i miei piedi sentivo l'erba giovane solleticarmi la pelle, mentre la brezza lieve agitava un poco il mio abito bianco.
Finalmente, ascoltando l'aria, non si sentiva più il rumore della battaglia, il clangore delle spade e le urla degli sconfitti. Mortipher era sigillato, le sue armate sparite, e gli uomini vivevano in pace, nel beato silenzio del cielo. Sentivo la presenza dell'eroe di fianco a me, anche se non lo guardavo, il mio sguardo era infatti rivolto verso il cielo azzurro come il più lucente dei lapislazzuli. Vidi il Solcanubi color carminio solcare il mio sguardo, gridando il suo richiamo acerbo all'aria con il gigantesco becco spalancato coperto di rune.
- È finita - disse la sua voce, ma ancora i nostri sguardi non si incontrarono - Ora dovrei ridarti la tua spada, Hylia.
- La spada ormai ti appartiene - risposi io - Ed credo non mi servirà più. Ho regnato sulla terra migliaia di anni, ed ora che voi tutti siete in pace non ho motivo di restare qui.
- Questa è un'arma divina. Io sono solo un mortale. Quando morirò, chi può dire che resterà nelle mani giuste? - disse lui, ed io sentii il sottile sibilare metallico della lama che veniva sfoderata. Potevo figurarmi nella mia mente il modo in cui luccicava al sole, riflettendo i suoi raggi come uno specchio.
Mi voltai verso l'eroe, tanto alto e possente di fronte alla figura di quella che sembrava solo una ragazzina. Nonostante questo, i suoi occhi azzurri brillavano di un profondo rispetto verso la Dea. Forse poteva essere stato solo un uomo, perlomeno in passato, ma dopo la battaglia con Mortipher qualcosa era cambiato in lui. Non si può sconfiggere un dio del Caos impugnando una lama riservata agli Dei e cavalcando il Solcanubi di Hylia e pretendere di essere solo un mortale, la cui vita dura quanto un soffio di vento.
Presi la sua mano calda, coperta da un guanto senza dita, e lo guardai negli occhi - Non un dio e non un mortale. La tua anima è ormai dorata ed eterna. Per me è già arrivato il momento di abbandonare le mie spoglie divine. La mia anima riposerà in un corpo mortale fintanto che resterà la pace, fino a quando il mio dovere di protettrice degli uomini non mi richiamerà. Ma perché tu nasca di nuovo ci vorrà ancora del tempo.
- Perché tutto questo? - chiese lui, mentre la sua espressione di faceva dubbiosa - E questo che cos'avrebbe a che fare con me?
- Perché quello che scorre in te è il sangue del possessore della Triforza, il potere che può essere usato solo dagli uomini, ma che rende gli uomini stessi più che anime poco durature, che si perdono in pochi decenni. Tutto questo è merito della tua impresa. Quando sarà giunta la tua ora di lasciare questo corpo la tua anima sopravvivrà, ma non la tua memoria. Anche io dovrò fare lo stesso, ovviamente non posso morire perché sono una dea, ma posso abbandonare le spoglie divine. In questo modo diventerò mortale e potrò aiutarti in futuro, farò in modo di avere sempre un pezzo di Triforza con me nelle mie prossime vite. Tu hai dato prova di un coraggio infinito, meriti di essere un eroe per tutti i millenni a venire, ma in ogni vita ricorderai solo in parte le tue imprese passate.
Restammo in silenzio. Link non sembrava spaventato da ciò che gli avevo detto, era pronto ad affrontare il male in eterno, impugnando la sua spada e scacciando chi avrebbe minacciato la pace.
- Se è questo il compito che mi ha assegnato il destino - disse lui, inginocchiandosi - Allora sarò felice di proteggere la pace per l'eternità, vita dopo vita.
Mi scostai leggermente da lui, che sollevò lo sguardo verso di me. Gli sorrisi.
- Link, il tempo che abbiamo passato insieme è stato breve. È giunto per me il tempo di riposare e di abbandonare questo corpo. Quando il male minaccerà il mondo, le nostre anime rinasceranno. E quel giorno, spero di avere la possibilità di conoscerti. Di solito le divinità non hanno amici.
Mi sorrise - Sarebbe un onore per me poter dire di essere tuo amico.
- Smettila di trattarmi a questo modo. Quel giorno, noi due saremo alla pari. Un mortale e un altro mortale. Almeno in questi ultimi secondi, vorrei che mi considerassi umana. Eguale a te.
- Mi dispiacerà perdere i nostri ricordi - lo sentii sussurrare, ed a quel punto gli accarezzai dolcemente una guancia.
- Ne creeremo di nuovi, allora.
Gli sorrisi, e venni avvolta dal candore di una luce che sembrava provenire dal mio cuore. L'ultima cosa che vidi prima di abbandonare la mia vita da dea fu il viso dell'eroe, e la sua sciarpa rossa.
HyliaHyrule AUGURI DI BUON COMPLEANNO!
IN ANTICIPO!*si odia perché la storia è troppo corta*
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Tloz [Raccolta Di OneShots E Storie Brevi]
FanfictionOneshots e storie brevi a tema Zelda!