Not a Hero [Vaati] Parte 2/3

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Ezlo stava lavorando a qualcosa. Lo vedevo spesso, nei momenti in cui potevo riposare, seduto al tavolo dove normalmente mi esercitavo a preparare miscugli di ogni genere.

Quando mi avvicinavo o provavo a chiedere qualcosa al riguardo lui mi diceva che quelli non erano fatti miei.

E quello mi dava senza dubbio non poco fastidio.

Ma, effettivamente, anche Ezlo in quel periodo era parecchio stressato.

Dopo quella strana conversazione con "la voce" avevo iniziato seriamente ad essere ossessionato dagli umani. Cercavo nelle librerie di Ezlo ogni cosa che li potesse riguardare. I più grandi eroi erano uomini, ed erano in grado di fare di tutto.

Comandavano e creavano regni immensi, erano in grado di arrivare ovunque, in cima alle montagne più alte, dentro le caverne più profonde e buie e attraverso i mari più infidi e tempestosi.

Avere un animo come il loro, essere forte e potente, quello era il mio più grande desiderio.

Eppure Ezlo sembrava preoccupato dalla cosa. Non gli piacevano i miei discorsi sugli uomini e sulla loro forza.

- Vaati - diceva ogni volta - La tua mente non deve vagare così in là. Sei troppo ambizioso. Il tuo mondo è questo, tra le radici e le foglie degli alberi, insieme a quelli come te.

E ogni volta avrei voluto rispondergli.

" A me questo mondo fa schifo " mi dicevo, ma non avevo coraggio di dirlo in faccia al mio maestro.

Quindi continuavo a lavorare in silenzio, ma quasi sempre i miei discorsi vertivano sull'argomento degli umani.

Era stupido, ma non era colpa mia. Il mio desiderio di essere come loro si stava facendo mano a mano più forte, era una vera e propria ossessione.

- Vaati - mi disse Ezlo, una fredda sera invernale - Io devo uscire, a raccogliere qualche materiale, tu non andartene.

All'inizio feci come mi aveva detto, osservando fuori dalla piccola finestra, dove turbinavano pigramente i fiocchi di neve. Da poco c'era stata una vera e propria bufera, ed un manto bianco copriva tutta la foresta.

Non avevo nulla da fare, avevo pure finito l'ultimo libro che avevo da leggere. Mi voltai per un attimo indietro, e spalancai gli occhi.

Ezlo aveva lasciato lo sportello dove teneva il suo progetto segreto aperto.

" Il vecchio sta perdendo colpi " pensai tra me e me.

La curiosità era tanta, in quei giorni non facevo altro che chiedermi a che cosa diamine stesse lavorando il mio insegnante.

Mi avvicinai allo sportello, di soppiatto, e guardai all'interno.

I miei occhi si spalancarono dallo stupore, quando vidi...

- Un cappello?

Era di stoffa arancione, e sembrava un normalissimo cappello di stoffa, a punta. Lo presi in mano e lo appoggiai sulla scrivania.

- Cosa diamine è? - dissi, esaminandolo da vicino. Sembrava un normalissimo copricapo, ma bastava poggiarci sopra una mano per sentire l'energia fluire.

Quello era uno degli oggetti magici più potenti che io avessi mai avuto l'onore di toccare.

- È un cappello - dissi - me lo dovrò mettere in testa perché funzioni.

E così feci.

Non appena lo abbi poggiato sui miei capelli sottili mi sentii invadere da una sensazione stranissima. Chiusi gli occhi, sentendo il mio corpo mutare.

Tloz [Raccolta Di OneShots E Storie Brevi]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora