Falling Down [VaaZel]

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- È come se fossimo sulla vetta del mondo - aveva detto lei. Ci trovavamo sul balconcino della torre più alta della mia reggia, a respirare quel vento che ti faceva venire voglia di spalancare le ali e di volare.

La guardai nei grandi occhi azzurri. Quanto mi aveva cambiato, passando il tempo con me nella reggia? Troppo, penso. Quasi non mi riconoscevo.

Anzi, ad un certo punto, letteralmente, mi sembrava di aver perso me stesso. Come potevo essere io quello, come facevo a provare qualcosa per lei? Non aveva senso.

- Gli Hylian hanno sempre desiderato volare - disse lei, facendosi scorrere tra le dita il vento sottile di quel giorno - I nostri antenati cavalcavano i Solcanubi. Anche io ho sempre voluto poterlo fare...

- Volare?

- Spalancare le ali e non sentire nulla sotto i piedi, vedere il mondo scorrere sotto di me ed urlare la mia libertà al mondo - disse lei, guardando incantata le nuvole attorno alla reggia.

- Mh, lo sai adesso cosa facciamo Zelda? - dissi io, sorridendole e avvolgendole piano un braccio attorno alla vita - Voliamo. Tu hai reso libero me dalla follia. Io una volta tanto ti terrò fuori dalle mura che ti costringono sempre.

Mi separai lentamente da lei, saltando sulla ringhiera di pietra del castello e porgendo una mano alla principessa.

- A me sembra più che altro un tentativo di suicidio, sai? - disse lei, con tono a metà tra il divertito e l'insicuro, sistemandosi una ciocca di capelli biondi che le stava finendo davanti agli occhi.

- Non ti fidi di me, Madame? - chiesi io, porgendole elegantemente la mano con un lieve sorriso dipinto sul volto - Io mi sono fidato di te.

A quella frase il suo viso si incupì. Lo sapevamo entrambi come mi ero fidato di lei.

***

- Allontanati.

- Dovrei?

- Certo che dovresti. Guardami, sono Vaati. Sono quello cattivo, sono quello che la principessa odia, sono quello che fa del male. Perché non dovresti?

- Non dovrei - rispose lei, non vidi quello che stava facendo, ma sentii chiaramente che si stava sedendo di fianco a me, che ero rannicchiato su me stesso nell'angolo della mia stanza - Per il semplice motivo che hai appena detto una grandissima cavolata, Vaati. Cosa ti fa pensare che io ti odi?

- Perché tu devi odiarmi. Come potresti mai non farlo, se sei la principessa? Il tuo principe azzurro deve venire qua a salvarti, brandendo la spada e uccidendo il mostro cattivo, così che voi possiate vivere per sempre felici e contenti! Non è così che funziona?

- Evidentemente non stavolta. Perché stai così male?

- E te lo chiedi pure? - chiesi, sarcasticamente - Io sono il temuto sacerdote dei venti, il terribile Vaati! Che per chissà quale ragione si è infatuato di una ragazzina che desidera vederlo sigillato per sempre. Dimmi se non è penoso!

- Io non desidero vederti sigillato per sempre - rispose lei, con il suo solito fare carino ed innocente. Ogni frase che diceva veniva condita dal suo sguardo luminoso, ricco dell'innocenza che hanno i bambini.

- E allora cosa provi per me? Vuoi dirmi che anche tu mi ami e che rinunceresti al tuo lieto fine con il principe azzurro per stare con me? - chiesi sarcasticamente, rivolgendo uno sguardo alla principessa, che distolse immediatamente il proprio, arrossendo leggermente.

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