10- Ho Bisogno Del Tuo Aiuto.

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Entrai titubante nella mia abitazione con passi lenti. Non volevo tornare lì dentro, ma non avevo altra scelta, non avevo nessun altro posto in cui andare.
"Ehi scemo, dov'eri?" Mi chiese mia "sorella", con tono superiore. Mi sorpresi del nomignolo con cui mi aveva chiamato, di solito era più cattiva con i soprannomi che mi dava.
Non risposi, cercai di superarla per nascondermi in camera mia, ma lei mi fermò prendendomi dalla maglia e mi spinse contro il muro.
"Ti ho fatto una domanda."
"Lasciami." Non alzavo la voce, perché non volevo che quell'uomo mi sentisse e venisse da me. Cercavo in tutti i modi di mantenere la calma.
"Rispondimi!" Ma lei iniziò ad alzare la voce. Sapevo che l'aveva fatto di proposito, l'aveva fatto per attirare l'attenzione di suo padre.
"No! Lasciami!" Cercavo di liberarmi poiché ormai il danno era fatto, quell'uomo sarebbe arrivato a momenti. Non riuscii a liberarmi perché la ragazza era più grande e forte di me, così tutti i miei sforzi erano inutili.
Sentii i passi di quell'uomo avvicinarsi a noi, ed io iniziai a tremare per la paura.
"Allora, ti sembra l'ora di tornare a casa? Eh, ragazzino!?" Lo si percepiva benissimo l'odio che prova nei miei confronti. Abbassai la testa, sempre più spaventato.
"Allora!? Rispondimi!" Mi urlò contro.
"Scusa... Non volevo tornare così tardi..." Mi tremava la voce e a fatica riuscii a rispondergli, sentivo gli occhi lucidi e il petto pesante.
"Delle semplici scuse secondo te bastano?" Tanto lo so che non ti dispiace davvero. Lo dici solo per accontentarmi!" Continuò ad urlarmi contro.
"N-no! Io... Mi dispiace davvero..." Ero a spalle al muro, quell'uomo e quella ragazza erano di fronte a me. Non avevo vie di fuga.
"C'è solo un modo per educare i ragazzini come te! Joy, vai a prendermi una cintura!" La giovane ragazza obbedì all'ordine del padre senza protestare.
"No! Perché?" Urlai sapendo benissimo cosa mi sarebbe successo da li a poco. Cercai anche una possibile via di fuga, ma in tutte le direzioni che potevo usare, sarei stato comunque catturato da quell'uomo.
"Perché? Semplice, perché tua madre è troppo debole, e non è riuscita ad educarti come si deve. Quindi lo farò io al posto suo." Ghignò, prendendo tra le mani la cintura che la figlia gli aveva appena consegnato.
Si arrotolò parte della cintura alla mano e si preparò a colpirmi. Ma prima che riuscisse a farlo, gli tirai addosso un vaso trovato su un tavolino lì vicino, fermandolo.
Era la prima volta che succedeva, che mi proteggevo, che mi ribellavo.
Ancora non riuscivo a credere a ciò che avevo appena fatto.
E mentre guardavo i pezzi del vaso distrutto a terra, lui mi colpì con forza sul viso. Caddi per terra poiché non me lo aspettavo, tenendomi la guancia sinistra da cui sentivo un gran male.
"Era meglio se insieme a tuo padre nell'incidente, morissi anche tu." Si preparò a tirarmi un altro colpo, ma io in un attimo di follia, riuscii ad alzarmi, spingere quell'uomo lontano da me e scappare. Non so bene dove riuscii a trovare la forza ed il coraggio per scappare, ma per la prima volta ci riuscì. Uscii fuori da quella casa, dirigendomi verso il cimitero, con le guance rigate dalle lacrime.
Aiuto. Ho bisogno di aiuto. Sono troppo debole e da solo non riesco a difendermi. Vorrei parlare con mamma di tutto questo, ma lei non c'è mai. Il mio papà ormai non può più aiutarmi. Adesso ho solo Jeno. Ho bisogno di Jeno, del suo aiuto. Ma come faccio a chiedergli aiuto? E se poi lui non riuscisse ad aiutarmi? E se poi lui non volesse aiutarmi? E se poi mi abbandonasse anche lui?
E se io rimarrò da solo di nuovo?
Non voglio stare da solo. Non mi piace la solitudine. Ma non c'è nessuno che riesca a capirmi, e a parlare di me verrei solo frainteso. Come posso fare?

.Quando Piove. ~JaeNo~ -Ita-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora