Erano le nove del mattino. A quest'ora a casa di Jaemin non c'era nessuno.
Mi cambiai, e diedi a Jaemin un paio di pantaloni comodi e una felpa leggera per uscire. Prese l'ombrello e poi uscimmo insieme da casa mia.
"Forse l'ombrello non è una buona idea..." Dissi a Jaemin.
"Eh? Ah, beh... Sì. Hai ragione. Attira molta attenzione... Allora lo lascio a casa." Disse, per poi appoggiare l'oggetto della nostra discussione, al muro di casa mia.
Ci incamminammo per la strada che portava a casa di Jae. E lo guardavo camminare, poco più avanti di me, con passo lento verso quello che per lui era l'inferno.
Si notava benissimo quanto fosse infastidito dal sole. I raggi del mattino non erano molto pesanti, ma riscaldavano abbastanza. Aveva in volto una smorfia mista tra sofferenza e noia.
"Scusa la domanda..." Iniziai, attirando la sua attenzione.
Si girò a guardarmi e rallentò il passo, arrivando a stare accanto a me. Mi guardava con sguardo stufo di camminare, e desideroso di nascondersi in uno stanzino buio.
"... Ma non ho capito perché non sopporti il sole..." Dal suo sguardo capii che non voleva parlarne. Si girò dall'altra parte e ignorò la mia domanda.
"Jaemin..." Lo richiamai.
Ancora nessuna risposta.
"È una storia lunga." Disse, seccato dal mio insistere sul sapere di più di lui.
"Oh... Se non ti va di parlarne-"
"Te ne parlerò più avanti." Rispondeva in maniera secca. Mi sembrava distante, dal suo tono di voce.
Non gli chiesi più nulla.
Era sotto al sole e stava tornando a casa sua. Era emotivamente a pezzi. Non me la presi per come mi aveva risposto, avremmo parlato e chiarito più tardi.
Arrivammo anche troppo in fretta a casa di Jae. Lui prese, da dietro un sasso appoggiato al muro accanto alla porta, una chiave. Che usò per aprire la porta d'ingresso.
Fece piano, non voleva fare rumore.
Vedevo che era spaventato e molto nervoso. E potevo, a modo mio, capire il perché.
Entrammo in silenzio, Jaemin chiuse la porta dietro di me, e io andai in soggiorno.
La casa era grande e maestosa. Era una tipica villa d'epoca. I mobili, le pareti e gli oggetti che vedevo, sembravano molto costosi e vecchi. Avevo paura ad avvicinarmi troppo alle cose, soprattutto ai vasi, perché non volevo rompere nulla.
"Andiamo di sopra, in camera mia." Seguii Jaemin e mi incamminai su per le scale, che davano di fronte alla porta d'ingresso, con un distacco da essa molto ampio.
La scala era a chiocciola in legno scuro lavorato. Era davvero bella, e non scricchiolava.
Percorsi la scalinata subito dietro a Jae, e arrivati al primo piano, girò verso sinistra.
Lo seguii, aveva adottato un passo molto svelto, e faticavo a stargli dietro.
Il corridoio mi sembrava immenso. Appesi alle pareti c'erano quadri di ogni tipo, dai ritratti di persone a paesaggi, e specchi grandi e piccoli e quadrati e ovali.
Aprì improvvisamente una porta, e ci entrò subito dentro. Lo vidi e lo seguii.
Appena entrai, mi sentii come se fossi in un'altra casa. Camera sua era molto moderna. Le pareti erano di un celeste chiaro e il pavimento in parquet di betulla. I mobili erano bianchi e azzurri. Non riuscivo a credere che fossi nella stessa villa, che quella camera era parte del resto dell'abitazione.
In quel poco della casa che vidi, era tutto in legno scuro e antico. E poi mi ritrovai in una camera da letto così moderna. Rimasi a bocca aperta.
Anche quella camera era enorme. C'erano due porte.
Jaemin aprì un armadio che conteneva borsoni valige e zaini, prese due grandi borsoni neri e li mise sul letto. Aprì entrambi.
Guardavo il tutto poco lontano da lui. Mi sentivo un pesce fuor d'acqua, nel guardare come velocemente apriva cassetti e prendeva oggetti su oggetti.
Poi si girò, e si avvicinò alla porta posta sul lato sinistro della camera, e l'aprì.
Era un enorme armadio. C'erano solo vestiti, accessori e scarpe.
L'armadio di Jaemin era grande quasi il doppio di camera mia.
Jaemin si addentrò all'interno della camera armadio, e iniziò a guardare e toccare ogni indumento che lo attirava, cercando quelli più belli e importanti.
Mentre lui era intento a scovare gli abiti e indumenti migliori, io andai ad aprire l'altra porta, posta nella parete sulla destra della stanza. Aprii la porta di poco, e guardai denro. Era un bagno.
Con il pavimento in piastrelle miste tra grigio chiaro e bianche,le pareti grigie e le piastrelle sulle pareti della doccia e della vasca, erano grigie grio scuro grigio chiaro e bianche. Lo specchio sul lavandino era enorme, e il ripiano dove poggiava il lavabo era in marmo, sempre con i colori ricorrenti al resto del bagno.
Rimasi a bocca aperta.
Tornai in camera di Jae, chiudendomi la porta del bagno alle spalle.
Mise i vestiti che voleva tenersi in un borsone e poi lo chiuse. L'altro borsone era già quasi pieno.
"Bene, adesso andiamo in soggiorno." Disse, uscendo dalla camera.
Lo seguii velocemente e chiusi la porta alle mie spalle, quando mi disse di chiuderla.
Andammo in soggiorno, e Jae mise per terra i borsoni, e si avvicinò ad un quadro enorme.
Lo prese con cautela e lo appoggio lentamente al muro accanto a lui.
Il quadro nascondeva una cassaforte gigantesca.
La aprì e vidi un oceano di monete e banconote.
"Passami il borsone con i vestiti!" Mi ordinò.
Eseguii senza obbiettare, e gli passai il borsone.
Lo aprì e iniziò a buttarci dentro bracciate di soldi su soldi, e ancora soldi.
Guardavo da dietro le sue spalle a bocca aperta. Stava rubando alla sua famiglia?
"Jaemin, ma... È giusto quello che stai facendo?"
"Questi sono i soldi di mio papà e dei miei nonni paterni. Loro mi hanno rubato quello che mi aspettava di diritto, perché così potevano vivere al meglio con pochi sforzi."
"Oh, beh... Se sono tuoi allora non è un problema."
"Sì. Mi sto solo riprendendo quello che era già mio!"
Chiuse un borsone e gli passai l'altro.
Che aprì velocemente e iniziò a riempire pure quello.
Quando si stancò, chiuse la cassaforte e la rinascose dietro al quadro.
"Per terra ci sono monete e banconote che mi sono cadute, mettiti in tasca quello che riesci." Mi disse, per poi avvicinarsi ad un mobile imponente.
Iniziai a mettere tutto quello che riuscivo a prendere, nelle tasche dei pantaloni e della felpa. Ma purtroppo non avevo molto spazio disponibile.
Jaemin aprì il mobile e prese un raccoglitore, sfogliò velocemente le pagine e prendeva tutte le foto che gli piacevano, per poi metterle nel borsone con ancora un po' di spazio disponibile.
"Quello che non riesci a metterti in tasca lo prendo io. Se vuoi vai in cucina, dovrebbe esserci il succo di frutta all'albicocca in frigo." Mi disse indicando una porta doppia che dava sul soggiorno.
"E il bicchiere?" Chiesi, dirigendomi verso la cucina.
"Sono nel ripiano sopra al lavandino."
Entrai in cucina, e mentre prendevo il succo e il bicchiere, guardai fuori la finestra, che dava sul cortile, e mi si gelò il sangue nelle vene.
"Oh no..."Scusate se non aggiorno da un po'. Cercherò di aggiornare più spesso, e soprattutto di fare capitoli decenti.
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.Quando Piove. ~JaeNo~ -Ita-
Fiksi PenggemarDove Jeno odia la pioggia, ma per Jaemin inizia ad amarla. Lee Jeno+Na Jaemin. NCT Dream. Boyxboy.