Non esisti solo tu

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Lucy si rivestì, soddisfatta del lavoro di Jauregui.
Lauren era vuota, non provava nulla.
La stanza era in assoluta quiete. Nessun movimento. Niente. Solo lei e i suoi respiri.
Camila era scomparsa ma non si sentiva in colpa, non dopo ciò che era successo ieri.

Flashback

- E qual'è la tua opinione ? - sussurrò Lauren al suo orecchio, facendola rabbrividire.
- Lauren, siamo solo amiche - la ragazza si alzò e si mise a sedere, con controvoglia - Ti ringrazio ma io non sono gay, non sono malata - disse Camila, senza guardarla.
Lauren fu sorpresa per la risposta di Camila, ma anche molto delusa e triste.
- Per te sono malata ? - disse Lauren, alzando un sopracciglio.
- Sì, Lauren, ma non ti giudico - sospirò la ragazza - Io sono etero -
- Pff... - Lauren si alzò di scatto dal letto - Che stronzate. Sapessi quante persone l'hanno detto, ma quando hanno conosciuto me...- fu bloccata da Camila.
- Per te esisti solo tu ? - disse con quasi rabbia.
Quella frase rimbombò nella sua testa, risvegliando un brutto ricordo.

Fine flashback

Fece una doccia fredda, e nel mentre, sentì uno strano suono, un pianoforte.
I suoi occhi iniziarono a lacrimare.
Quel dannato pianoforte le ricordava tanti brutti ricordi.
Chi lo stava suonando ? Era solo un' illucinazione ?

Inizio flashback

- Papà, papà ! Andiamo dal nonno ! Devo fargli vedere che sono diventata più brava di tutti i miei cugini a suonare Jingle Ball con il pianoforte ! - esclamò la piccola bruna, contenta.
- Lauren, non ci possiamo andare -
- Ma papà... Lui ha detto che oggi... -
Il padre sospirò.
- Il nonno non può più sentirti -
- Perché ? Gli funziona l'udito, papà -
- Lauren, è in ospedale. Ha un tumore -
La ragazza non rispose, ma fissò un punto vuoto nella stanza. Adesso aveva capito perché il nonno le aveva detto che non avrebbe fatto lezione per tre settimane.
Lo squillo di un cellulare risvegliò Michael e Lauren dai pensieri.
Il padre afferrò il cellulare e con voce tremante rispose.
- Non cel'ha fatta -
Lo sentì pure Lauren.
La ragazzina corse nel salone e mise il giubbotto per poi ritornare dal padre, che stava fissando un punto vuoto nella stanza.
- Papà ! - lo richiamò, con le lacrime agli occhi - Io devo vederlo -
Il padre spostò lo sguardo addolorato su di lei.
Agganciò e corsero subito in auto.
Fu troppo tardi.
C'era confusione. Cugini, zii, nonni, conoscenti... Erano affollati nella camera d'ospedale.
- Io devo passare ! Lasciatemi passare ! - urlò la bruna di dieci anni, che spintonava tutti, provocando delle lamentele.
- Nonno... - lo richiamò - Nonno, nonno, nonno - lo richiamò ancora, vedendo il proprio nonno sdraiato, con accanto una macchina che emetteva un suono monotono.
- Lauren, smettila, lascia spazio agli altri ! Non esisti solo tu per lui ! - urlò il padre, afferrandola dal braccio e portandola nella sala d'attesa.
La ragazza fissò il pavimento mentre piangeva.
Il nonno se n'era andato e lei non avrebbe più toccato quel pianoforte e non avrebbe più suonato Jingle Ball con lui.
Non avrebbe più vissuto momenti felici, ormai lo sapeva, era confermato.

Fine flashback

The Stalker ➳ CamrenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora