Capitolo 2

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quando finalmente mi fanno entrare nella camera di Spencer, fu visibilmente provata.
Era chiaro che lei non ce l'avrebbe fatta, se non con gravi danni, era in una specie di coma indotto, con il capo bendato e una serie di tubicini che le fuoriuscivano da tutto il corpo.
la mattina i medici avevano parlato con sua sorella dicendole che il proiettile era penetrato troppo infondo provocando danni irreversibili e il collasso del polmone destro.
cos'era successo ieri dopo che me ne andai dal mayor time?
perché non ho insistito per portarla con me?
ma soprattutto dov'è adesso Alex, quel tipo strano che stava frequentando da qualche mese?
tutte queste domande a cui non so darmi una risposta mi fanno sentire così oppressa che non posso fare a meno di stringere la mano di quella che un tempo era la mia migliore amica, e piangere.
quando esco dalla stanza, non posso fare a meno di notare che mia fratello stava parlando con un uomo accanto alle macchinette del caffè.
Un uomo sulla quarantina..
Ha degli occhi azzurri, che sembra che potesse congelare chiunque lo guardi.
Devo averlo già visto da qualche parte, di sfuggita.. ma dove?
in palestra? no.. è da mesi che ho smesso di andarci.
al corso di psicologia? nemmeno.
e dove allora?
poi l'intuizione, come un flash.
è il detective della caserma vicino casa mia.
in un attimo mi fu tutto chiaro e sento un brivido lungo la schiena.
cos'altro aveva combinato quella sera Spencer?
mi giro verso mio fratello che mi dice di avvicinarmi a lui e a quell'uomo.
"Emma lui è Wilden, il detective della caserma di polizia accanto casa nostra."
Annuisco
"Spencer era la tua migliore amica vero?"
"si lo è"
"ho sentito i medici parlare delle sue condizioni... mi dispiace"
"bisogna vedere se passerà la notte."
"in questi ultimi tempi ci sono state parecchie vittime nella tua scuola Spencer, te ne avrà sicuramente parlato"
Ascolto tutto senza dire niente
"Emma?!"
Mi richiama Checco
"mi scusi ma non mi sento bene"
dico.
Andando via correndo, vado a sbattere casualmente contro un ragazzo.
"dio guarda dove vai!"
Dico osservando tutto il caffè rovesciato sulla mia maglia bianca
"se magari tu fossi più attenta non sarebbe successo"
Sbuffo ed esco da quel posto nel quale non sarei mai voluta entrare.
Mi appoggio al muro fuori all'ospedale e accendo una sigaretta.
La più veloce, la più brutta, la più mia.
come la più inaspettata delle cose, sento una mano sulla spalla, mi giro, è
.
.
.
Com'è?
⭐️⭐️

Il paradiso non esiste ma stavolta non sarà l'inferno Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora