"Finalmente avete fatto la pace voi due!"

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"Giuro, lo ammazzo se continua a comportarsi così." Si messaggiò le tempie Trix guardando da lontano Eric.
"Dai troppo peso a quel ragazzo." Fece notare Hermione addentando una mela e Ginny sospirò esasperata.
"Dovresti smetterla di piangerti addosso Trix, se hai qualcosa da dire vai e parla con lui, non ci vuole molto." Suggerì Blaise.
"Il ragazzo ha ragione da vendere." Disse Ginny contenta che qualcuno avesse finalmente detto una cosa sensata.
"Lo so." Sussurrò Trix giocherellando con il suo cibo. Blaise le lasciò un leggero bacio sulla guancia.
"Promettimi di parlarci." Trix annuì poco convinta mentre Blaise aveva già preso ad andar via.
"Per quanto esattamente porterai avanti questo teatrino?" Domandò Ginny assicurandosi che Blaise fosse fuori dal radar. Trix le scoccò un'occhiataccia ed Hermione inarcò il sopracciglio.
"Ginny ha ragione non è affatto bello giocare con i sentimenti altrui." Fece notare Hermione alla rossa mentre leggeva la gazzetta del profeta.
"Non sto giocando." Ribatté Trix con tono duro.
"Sì, lo stai facendo, ti stai comportando esattamente come lui." Disse Hermione alzandosi arrabbiata dal tavolo con un tono che non ammetteva repliche.
"Puoi...puoi andare tu?" Trix supplicò Ginny, conoscendo Hermione sapeva benissimo di dover aspettare che l'ira scemasse prima di poterle parlare ma non le andava affatto che rimanesse sola. Ginny annuì prima di seguire Hermione.
"Fanculo." Sussurrò a bassa voce Trix prima di alzarsi e dirigersi con tutta furia al tavolo delle serpi.
Si fermò di fronte ad Eric e con gli occhi che sprizzavano fuoco colpì il tavolo con i palmi delle mani.
Eric Gaunt la guardò con sufficienza, non voleva vederla.
"Tu ora ti alzi e vieni con me a parlare." Sentenziò la rossa con un tono che non ammetteva repliche.
"Altrimenti?" Domandò Eric alzando il sopracciglio destro in segno di sfida.
Trix respirò profondamente sentendo tutta la rabbia canalizzasti in due punti: le sue mani.
Le era ormai chiaro di non poter restare lì.
"Non è finita Gaunt." E iniziò a correre verso la stanza delle necessità.
Era quasi giunta a destinazione quando s'imbatté nell'unica persona che in quel momento non voleva vedere: Sarah.
(Questa situazione dovrebbe ricordarvi qualcosina...)
"Dove vai così di corsa piccola Trix?" Sorrise falsamente Sarah mentre una morsa attanagliava il suo stomaco. Non l'avrebbe mai voluta quanto voleva lei, lo sapeva e faceva dannatamente male.
"Non sono fatti tuoi biondina." Sputò duramente Trix con gli occhi ridotti ad una fessura. Avrebbe tanto voluto farle del male ma non lo avrebbe fatto, Trix respiró lentamente e si impose di continuare a camminare, dopotutto non era colpa della bionda se Eric la vedeva come una sorella.  Avrebbe sfogato la sua rabbia nella stanza delle necessità.

Probabilmente la Stanza delle Necessità era uno dei luoghi preferiti di Trix che ne aveva scoperto l'esistenza fin dal primo anno ad Hogwarts. La Stanza delle Necessità era un buon rifugio e, soprattutto, era lontana da orecchie ed occhi indiscreti.
Purtroppo per Trix negli ultimi due mesi era diventata il rifugio di tutti ed era sempre più raro trovare la Stanza vuota. Però alla fine dei conti, si continuava a ripetere Trix, era stata lei stessa a proporla come luogo dove radunarsi con l'ES. Fortunatamente la Stanza in quel momento era libera. Trix prese un respiro profondo e poi iniziò a pensare a tutte le cose che in quel periodo stavano andando storte e in un secondo la stanza fu inondata dal ghiaccio.
Trix si sentì subito meglio, si era liberata di tutta la frustrazione accumulata in quella settimana. La rossa era consapevole del fatto che avrebbe dovuto farlo più spesso, era pericoloso e poco intelligente da parte sua non fare spazio al suo potere. Sirius, suo padre, quello biologico si intende, glielo ripeteva in continuazione e, quando Trix passava qualche settimana a Grimmauld Place, esigeva che si esercitasse a controllarlo. Alcune volte la cosa dava molta noia a Trix anche se lei sapeva che Sirius si preoccupava solo del suo bene. Sirius era davvero un buon padre.

Ogni volta che Eric si trasformava in pantera un brivido di libertà lo scuoteva e li percorreva la spina dorsale. Eric era fatto per essere libero, era come l'oceano: non poteva essere domato.
Nulla lo faceva stare così bene quanto trasformarsi, nulla eccezion fatta per Bellatrix.
Quella ragazzina ultimamente aveva creato parecchio scompiglio nella sua mente. Aveva iniziato a voler bene a Trix dal primo istante in cui l'aveva notata tutta sola. Da quel momento erano stati inseparabili poi era arrivato quel viscido di Blaise Zabini. Cosa ci trovasse Trix in quell'emerito deficiente proprio non lo capiva ma, ancora di più, non comprendeva quale fosse la natura di quell'immenso fastidio all'altezza del petto che tornava ogni qualvolta pensava a Blaise e alla rossa insieme. Probabilmente era solo infastidito dal fatto che per lui Trix era la sorellina che mai aveva avuto.
Ad Eric. Trix, mancava da morire, non sapeva neanche perché se la fosse presa al punto da smetterla di parlarle. Le mancava andare con lei di nascosto a Magie Sinistre, gli mancava sentirla ridere, osservarla mentre si sfogava, gli mancavano le loro passeggiate, i momenti passati stesi sull'erba.
Doveva assolutamente parlarle.

Trix stava scendendo le scale con una lentezza disarmante, chiunque avesse inventato quelle maledette scale era un mostro. Insomma a quale persona sana di mente e con un pizzico di sale in zucca sarebbe mai venuto in mente di dare a delle scale il potere decisionale di spostarsi?
Quando fu arrivata in fondo alle scale tiró un sospiro di sollievo, questo prima di essere travolta.
La caduta fu rovinosa, Trix era sicura di essersi appena guadagnata dei grossi lividi violacei ma in quel momento poco importava perché il tornado che l'aveva travolta altri non era che il suo migliore amico.
Eric non si era mai reso conto di quanto Trix fosse bella, o meglio ne era sempre stato consapevole ma fu come se l'avesse vista bene solo in quel momento. Eric non aveva mai visto una ragazza così bella. Trix aveva gli occhi leggermente a mandorla ed il colore era indecifrabile, alcuni giorni avevano le tonalità del mare in tempesta altri quelle del ghiaccio, aveva il nasino a punta e gli zigomi alti cosparsi dalle lentiggini, il volto era incorniciato da una cascata di capelli fiammeggianti. La cosa che catturò maggiormente l'attenzione di Eric furono  le labbra della rossa, erano così perfette e carnose che Eric non faceva altro che domandarsi come sarebbe stato baciare Trix.
"Mi dispiace." Mormorò Eric incantato ed a Trix mancò un battito. Eric le mandava il cervello in pappa.
"Mi sei mancato."  Trix sussurrò flebilmente quelle parole, non sapeva neanche da dove avesse preso il coraggio di parlare.
Eric non poteva più ignorare l'istinto di assaggiare le labbra della ragazza e si avvicinò ancora di più a lei. Trix poteva sentire sulla sua pelle il respiro del ragazzo e il suo cuore stava battendo all'impazzata.
"Finalmente avete fatto pace voi due!" Sia Trix che Eric conoscevano quella voce, si trattava di Blaise. Eric si alzò di scatto e porse a Trix la mano per aiutarla a fare lo stesso. Trix afferrò la mano del ragazzo e una scossa di elettricità percorse i due ragazzi. Trix non aveva i guanti notò Eric. La pelle di Trix era gelida ed Eric non riusciva a togliersi dalla testa il profumo che emanava.
Trix ed Eric si guardarono negli occhi per istanti interminabili, ancora una volta a scuoterli fu Blaise, questa volta con un colpo di tosse.
Eric fulminò Zabini con lo sguardo e poi si avvicinó con le labbra all'orecchio di Trix.
"Ti aspetto a mezzanotte nella Stanza delle Necessità." Il ragazzo dagli occhi verdi lentamente le baciò la guancia e dopo di che a passo felino scomparve dalla visuale di Blaise e di Trix.

Sono una scrittrice penosa, non scrivo da anni e chiedo umilmente scusa per questo. Cercherò di essere più presente da adesso in poi conciliando la mia vita con la storia, scusatemi veramente tanto.

The Black's daughterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora