Capitolo 4

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JESSICA
Cosa stava succedendo?
Mio dio stavamo davvero per baciarci oppure ho immaginato tutto?
Le sue parole. Il suo sguardo. Tutto di lui.
Se solo non fosse stato per questo dannato telefono avrei potuto baciarlo.

Sblocco il cellulare e vedo il messaggio di Michele.
Michele.
Michele.
Caro Michele, sappi che ti ucciderò per aver rovinato quel bellissimo momento.
Non gli rispondo neanche, non se lo merita.

Mi riavvicino a Manuel.
-Tutto bene?- mi chiede.
Sembra imbarazzato? Oddio che carino.
Ormoni placatevi. Grazie prego ciao.
-Si, va tutto bene.- gli dico sorridendo.
-Ottimo. Allora..- tossisce. -Allora entriamo? Tuo...tuo fratello si starà chiedendo cosa ci facciamo ancora qui fuori.- finisce con una risatina nervosa. Quelle labbra.
Uffa però. Vuole davvero entrare?
-Si, si certo, andiamo.-
"Si, si certo, andiamo." Patetica.

Camminiamo verso l'entrata, troppo distanti per i miei gusti. Mi avvicino a lui, gli sfioro la mano con la mia e lui sembra riprendersi da uno stato di shock. Lo guardo facendogli un piccolo sorriso, cosa che ricambia.

Uno volta dentro mi guardo intorno cercando gli altri, ma non li trovo. Manuel si avvicina al mio orecchio.
-Riesci a vederli?- chiede.
Scuoto la testa. C'è troppa gente.
-Meglio restare vicini, così non rischiamo di perderci.- continua a urlare nel mio orecchio.
Annuisco.
Sento che mi prende la mano.
Abbasso lo testa rivolgendo lo sguardo alle nostre mani, poi guardo lui, che mi sorride, ma non imbarazzato, questo sorriso è incoraggiante e mi rassicura.

Iniziamo a muoverci tra tutta quella gente, cercando i nostri amici.
Seh. Fosse facile.
Ma dove sono finiti quei tre idioti? Questo posto non è molto grande, non possono essere andati lontani.
Controllo il telefono, forse hanno provato a chiamarci. Nulla. Bene.
Mi avvicino all'orecchio di Manuel.
-Tu vedi qualcosa?-
-Niente, e tu?- mi sfiora il lobo con le labbra.
-No.- deglutisco. -Ci troveranno loro. Andiamo a ballare.- continuo.
Sorride e mi trascina in pista. Lo prendo per un si.
Inizio a muovermi a ritmo della musica ridendo e guardando Manuel sorridere, sembra un bambino.

Dopo circa un quarto d'ora inizio ad avere sete e lo comunico a Manuel.
-Vado a prendere qualcosa al bancone, tu aspetta qui.- dice al mio orecchio, e per la seconda volta mi sfiora il lobo con le labbra.
Giuro che se lo fa un'altra volta impazzisco.

Continuo a ballare da sola aspettando Manuel.

MANUEL
Grazie al cielo non abbiamo trovato quei tre, mi sto divertendo tantissimo a ballare con Jessy, devo dire che sa muoversi.
No Manuel! Cosa cazzo vai a pensare? Smettila subito.

Quando mi ha detto di aver sete mi sono subito offerto di andare a prendere qualcosa, farei di tutto per vederla felice.

Prendo una sprite per lei e una coca e rum per me, tanto non devo mica guidare.

Torno da lei e vedo un essere sudicio che le sta appiccicato, e lei, troppo piccola, che cerca di spingerlo via senza riuscirci.
Corro, per quanto mi è possibile, da lei e le stacco quel coso di dosso, lasciando i due drink in mano a qualcuno.

JESSICA
Sento qualcuno alle mie spalle toccarmi la schiena e i fianchi, pensando sia Manuel mi giro ridendo, poi però mi accorgo che non è chi pensavo.
È un ragazzo altro, magro, che puzza tremendamente di alcool. Mi cinge i fianchi, che schifo. Cerco di allontanarlo, ma non riesco. Mi viene da vomitare per l'odore che emana.
-Ehi piccola, sei qui da sola?- mi dice.
-No, staccati.- gli rispondo acida.
-Sei con un'amica?- avvicina la bocca al mio viso. Dio che puzza.
-No.- dico secca continuando a dimenarmi.
-Allora sei sola.- sibila aumentando la presa sui miei fianchi.
-Ti ho detto di no. Lasciami.- ripeto dimenandomi.
Sposta le sue luride mani dai miei fianchi al mio sedere e si avvicina alla mia faccia cercando di baciarmi.
Due forti braccia mi prendono i fianchi da dietro, sollevandomi da terra e levandomi di dosso quel ragazzo.
Vedo Manuel avvicinarsi minaccioso al tipo e prima che possa fare qualuque cosa mi avvicino e stringo il suo braccio. Lui mi guarda preoccupato.
-Farai meglio ad andartene.- dice tornando a guardare l'ubriaco, che, senza farselo ripetere, si allontana facendosi spazio tra la folla.
Manuel mi abbraccia.
-Stai bene? Ti ha fatto qualcosa?- chiede preoccupato.
-Si sto bene, non mi ha fatto nulla.-
Continuo ad abbracciarlo. Ci sto così bene nelle sue braccia.
-Sei sicura? Ti ha baciata o ti ha...si ehm..ti ha toccata?- sempre più preoccupato.
-Non mi ha baciata, sei arrivato in tempo, mi ha solo toccato il sedere.- lo guardo negli occhi.

MANUEL
SOLO? Dov'è andato quel coglione? Voglio ammazzarlo.
Invece di dire questa frase e farmi prendere per pazzo sospiro e la stringo più forte nelle mie braccia.

Alza lo sguardo.
-Hai preso da bere?- chiede abbozzando un sorriso.
-Si, ma per salvarti ho dato i bicchieri in mano a qualcuno.- rispondo ridendo.
-Salvarmi? Ma allora sei un principe.- ride. Amo la sua risata.
-Ma certo che si principessa.- rido anch'io, cercando di fare un inchino, cosa che non mi riesce perchè sbatto contro qualcuno.
-Manuel.- mi chiama seria.
Oh no.
-Dimmi.- la guardo preoccupato.
-Usciamo di qui?- mi chiede.
-Perchè? Stai male? Ti serve aria?-
-No stai tranquillo. Voglio solo un po' di tranquillità.- dice lanciandomi uno sguardo innocente e mordendosi il labbro inferiore.
Oddio. Oh mio dio. Dimmi che è tutto vero.
Le prendo la mano e la porto verso l'uscita.
-Ehi! Cos'è questa fretta?- chiede sorridendo e sistemandosi i capelli.
-Quale fretta?- domando.
Non mi risponde. Mi guarda negli occhi. Mi ci perdo nei suoi occhi.
Arriviamo nel parcheggio, mi giro verso di lei e le prendo le mani.
-Qui è abbastanza tranquillo?-
-Abbastanza.- dice
La abbraccio. Senza un perchè. Così. Solo perchè mi va.
Poggio la schiena contro una macchina, quella di Nicola, neanche a farlo apposta.
Lei poggia tutto il suo corpo sul mio.
Quanto vorrei essere in un letto con lei in questo momento.
Manuel ti ho detto di contenerti.
Mi lascia un piccolo bacio alla base del collo poi sospira. Sospiro anche io.
La guardo, mi guarda. Sposto lo sguardo sulle sue labbra, di nuovo, lei fa lo stesso.
Mi avvicino.
-Aspetta.- dice.
Aspetta? Ma sei seria? Sai da quanto è che aspetto?
Tira fuori il telefono dalla tasca e lo spegne.
Ah.
-Questa volta non ci interromperà.- si morde il labbro.
Basta. Ne ho bisogno.
Le stringo i fianchi, come per non farla scappare.
Mette le sue braccia dietro al mio collo. Succede tutto lentamente. Si avvicina chiudendo gli occhi e inclinando leggermente la testa da un lato. Stessa cosa faccio io.
Le sfioro le labbra, delicatamente, quelle incantevoli labbra. Finalmente. Ho aspettato troppo, troppo.
Premo le mie labbra sulle sue con più decisione, la sento appoggiarsi a me totalmente.

JESSICA
Ci stiamo baciando. Lo sto baciando. Mi sta baciando. Dopo troppo tempo.
Mi appoggio a lui. Ci siamo solo noi ora. Solo noi due. La musica che si sentiva poco fa è sparita, non ci sono più rumori, non c'è più niente intorno a noi. Niente.

Ci stacchiamo per riprendere fiato.
Sorrido. Non ci credo ancora.
Alzo lo sguardo e noto che anche lui sta sorridendo.
Dovrei dirglielo?
Si.
No.
Si.
No.
Si, lui mi ha detto che gli piaccio, quindi non può dire no.
No, se dovessimo metterci insieme e poi lasciarci? Non voglio. Perderei un amico. Perderei una delle persone più importanti per me.

-Jessica?-
-Mh?-
-Che succede? Prima stavi sorridendo e ora sembri triste. Ho fatto qualcosa che non va? Forse il bacio? Non dovevo, lo sapevo. Scusami, non succederà più. Te lo prometto.- dice tutto d'un fiato, preoccupato, triste.
Oh no. Ora è triste per colpa mia. Come può pensare che il bacio non mi sia piaciuto, che non lo volevo? È l'unica cosa che voglio. Sentire le sue labbra sulle mie.
-No no no no no no. Manuel, no. Non devi neanche pensare che quel bacio sia stato sbagliato.-
-Davvero?- torna a sorridere.
-Certo.- lo rassicuro.
-Menomale. Avrei potuto perdere tutto con quel bacio.-
-Cosa avresti perso?-
-Avrei perso per prima cosa la dignità.- ride. -Poi avrei perso un'amica, una persona speciale. Avrei perso te.- mi guarda fisso negli occhi.
Più dice così più mi convinco che non posso dirgli quello che provo, anche se questo mi distruggerà, resteremo amici, anche se ciò può distruggere lui.
-Tu non mi perderai mai.- guardo i suoi occhi. -Mai e poi mai. Capito?-
Annuisce.
-Io ti amo Jessica.-
Chiudo gli occhi e lo abbraccio. Sto per piangere, non posso fargli questo.
-Manuel.-
-Shh non dire niente ti prego. Voglio solo restare così, con te fra le mie braccia.-
Eccola. Una lacrima.
Annuisco.

Rimaniamo in quella posizione per più di dieci minuti, finchè non sposta il peso da un piede all'altro. Qualcosa gli cade dalla tasca dei jeans. Ci stacchiamo, spero non abbia sentito i miei singhiozzi. Guardo a terra e vedo le chiavi della macchina, le prende.
-Andiamo a casa.- si gira a guardarmi.
Mi asciugo le lacrime il più velocemente possibile.
Annuisco.
Saliamo in macchina, ma poi mi ricordo una cosa.
-Manuel, ma tu non hai la patente.- come sospettavo la mia voce è spezzata.
-Ciò non significa che io non sappia guidare.- sorride ammiccando, poi mi accarezza la guancia.
Mette in moto e parte.

E gli altri? Troveranno un modo.

Il Migliore Amico Di Mio FratelloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora