Capitolo 7

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JESSICA
Arriviamo al bar.
-Buongiorno- ci saluta la barista. È una donna sulla quarantina, ma che si mantiene giovane, bionda, probabilmente tinta.
-Giorno.- risponde Manuel. -Mi fa due cappuccini?- chiede gentilmente.
-Certo.- risponde la donna iniziando a preparare le due bevande.
-Brioches al cioccolato, giusto?- mi chiede.
-Giusto.-
-Mi da anche una brioches al cioccolato e una alla crema?- si rivolge alla barista.
-Potete prenderle.- risponde lei con il sorriso.
Manuel apre lo sportellino, prende un tovagliolo e mi passa la mia brioches.
-Vai a sederti, ora arrivo.- mi dice.
Vado verso un tavolo portando i due piattini con le brioches. Manuel arriva subito dopo con i cappuccini.
Mangiamo e parliamo un po'.
-Posso farti una domanda?- chiede.
-Dimmi.-
-Perchè Federico è così protettivo nei tuoi confronti?-
Ottima domanda.
-Non lo so, è protettivo e basta.- rispondo.
È così da quando ero in prima media, non so per quale motivo.
-E a te non da fastidio?- chiede ancora.
-Un po'. Soprattutto quando sono con te.- confesso.
Si avvicina e mi da un piccolo bacio sulle labbra.
-E questo?- chiedo.
-Mi andava.- risponde alzando le spalle.
Finiamo di bere e andiamo a pagare.
-Faccio io.- dice.
-No, dividiamo.- rispondo.
-Ho detto che faccio io.- ripete.
-E io ho detto no.- mi impongo, ma niente da fare.
Usciamo dal bar.
-Grazie.- gli dico.
In risposta lui mi prende la mano e la stringe intrecciando le nostre dita.
-Dove andiamo ora?- chiedo camminando.
-Sono le 8.30, abbiamo ancora venti minuti. Potremmo andare nella piazzetta qui dietro.-

MANUEL
-Andiamo.- risponde lei tenendomi per mano. Adoro quando lo fa.
Arriviamo nella piazzetta e non c'è nessuno, come speravo. Finalmente un po' da soli.
Andiamo a sederci su una panchina. Ci guardiamo. Sappiamo entrambi che tra meno di trenta secondi ci baceremo, ma nessuno dei due fa niente.
Mi prende la mano, la avvicina alla sua gamba e se la mette sulla coscia. La cosa mi piace. Fa lo stesso con l'altra mano. Benissimo. Siamo uno difronte all'altra. Mi avvicino e le sfioro le labbra. Iniziamo a baciarci.
Sposto le mani dalle sue gambe ai suoi fianchi e poi sulla sua schiena, inizio a muoverle su e giù. Lei mette le sue mani tra i miei capelli e li accarezza.
Ci stacchiamo per prendere fiato. Lei si sistema sulle mie gambe. Ancora meglio.
Riprendiamo a baciarci, ma questa volta le mie mani non sono sulla sua schiena, nè tantomeno sui suoi fianchi. Le faccio scivolare sul suo sedere e lei inizia a muovere i fianchi su di me. Non va bene. Le afferro i fianchi e lei capisce. Ritorno con le mani sul suo sedere e approfondisco il bacio, muove ancora i fianchi. Meglio fermarsi.
Mi stacco e la guardo negli occhi.
-Scusami.- dice con l'affanno.

JESSICA
Mi tocca il sedere. Le sue mani sanno esattamente dove devono andare. Non resisto. Inizio a muovermi e sento qualcosa.
Ops.
Mi prende i fianchi e mi fa stare ferma.
Dopo poco mi rimette le mani sul sedere e approfondisce il bacio. La sua lingua che cerca la mia, le sue mani che si muovono, agito i fianchi, di nuovo, lo sento sotto di me. Sono stata io? Davvero?
Rimette le mani sui miei fianchi per fermarmi.
Ci stacchiamo.
-Scusami.- dico respirando a fatica.
-Tranquilla, però finiamola qui.- dice anche lui con l'affanno.
Scendo dalle sue gambe e mi siedo sulla panchina. Lui si stende e mette la testa sulle mie gambe. Inizio ad accarezzargli i capelli e lui chiude gli occhi.
Rimaniamo così per un po'.
-Manuel?- lo chiamo.
-Mh?-
-Sei sveglio?- chiedo.
-Ancora per poco.-
Prendo il telefono dalla tasca.
8.45.
Smetto di toccargli i capelli.
-Manuel dobbiamo andare. Tra cinque minuti suona la campanella.-
Apre gli occhi, ma non si muove.
-Hai capito?- chiedo.
-Si, ma sto così bene qui, con te.-
Lo bacio.
-Anche io sto bene qui con te, però dobbiamo andare.-
Sbuffa.
-Ti ricordi che siamo seduti vicini vero? Stiamo insieme anche in classe.- gli dico.
-Però in classe non posso toccarti, e non posso baciarti.- dice mettendosi seduto.
Ha ragione, anche io ci avevo pensato. Mi viene un'idea.
-Hai presente al piano terra, sotto le scale?- chiedo.
-Si.-
-Lì non c'è mai nessuno e non possono vederci. A ricreazione ci mettiamo lì.-
Sorride.
-Solo a ricreazione?-
-Manuel è tardi, andiamo per favore.-
Ci alziamo e andiamo verso scuola.

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