MANUEL
-Resta a cenare qui.- mi dice la mamma di Jessica.
Vedo Jessy che si agita. Mi viene da sorridere solo a vederla.
-Mi piacerebbe, ma ho dei compiti da finire.- rispondo.
-Potreste finirli ora. Dai andate in camera.- suggerisce suo padre.
A me va più che bene. Guardo Jessy che diventa subito rossa.
-Non credo sia il caso.- interviene sua mamma, che ci guarda cercando di capire.
Siamo io e Jessy sul divano e i suoi genitori seduti sulle due poltrone lì difronte.
-Cosa potranno mai fare?- chiede suo padre alla madre.
Potremmo finire quello che avevamo iniziato, per esempio.
-Non facciamo niente infatti, che non sia studiare.- risponde Jessy sfidando sua madre con lo sguardo.
Quest'ultima continua a guardarci.
-Tenete la porta aperta.-
Detto ciò ci alziamo e andiamo in camera sua.JESSICA
-Scusa per mia madre.- parlo appena entriamo nella mia stanza.
-Tranquilla.- ride Manuel.
Sorrido.
-Allora dobbiamo fini....- inizio ma sento le sue labbra sulle mie.
Mi stacco e lo guardo.
-Hai detto che dobbiamo finire.- dice lui alzando le spalle.
-I compiti. Dai prendi il libro.-
Fa come gli ho detto e si siede alla mia scrivania, mentre io sono sul letto.Ogni venti minuti mia mamma sale a controllarci.
-Se dobbiamo tenere la porta aperta almeno non entrare di continuo.- mi guarda e, senza dire niente, esce.
Sento il letto abbassarsi da un lato e una mano accarezzarmi la schiena.
-Manuel.- mi giro verso di lui.
-Shh.- mi bacia il collo. -Sei senza reggiseno?- chiede con un ghigno.
-Si.- rispondo alzando gli occhi al cielo.
Mi rigiro provando a concentrarmi, cosa non facile.
-Davvero preferisci i compiti a me?- chiede allontanandosi.
-Preferisco che mia madre non ci veda.- rispondo.
-È pronto.- urla mia mamma.
Prima di scendere mi risistemo i capelli continuando a sperare che non si veda il segno sul collo.-Jessy.- mia madre bussa ed entra in camera mia. -Possiamo parlare?- chiede.
La cena è finita, Manuel è tornato a casa e io sono a letto.
-Di cosa?-
Si avvicina al mio letto e si siede al mio fianco.
-Sai che a me e tuo padre puoi dire tutto.- inizia. Non capisco dove voglia arrivare. -Se ti sei fidanzata puoi dircelo senza problemi.- continua.
Ora capisco. -Specialmente se è un bravo ragazzo come Manuel, di cui conosciamo già la famiglia.-
La interrompo.
-Mamma, io non sono fidanzata.- le dico.
-Ma vi stavate baciando e lui era...- fa una pausa. -Senza maglietta.-
-Si, ma non siamo proprio fidanzati. Almeno credo, non ne abbiamo mai parlato. È difficile da spiegare.- e in effetti è così.
-È sempre difficile all'inizio. Io voglio solo assicurarmi che tu non faccia niente di stupido.- mentre lo dice mi sposta i capelli scoprendo il succhiotto, lo guarda e sorride.
L'aveva già visto, benissimo.
-Mamma, non farei mai niente se non fossi sicura della persona che ho accanto.- mi imbarazza parlare di queste cose con mia madre.
Mi da un bacio sulla fronte, mi sorride ed esce.
-Buonanotte.- dice chiudendo la porta.MANUEL
Dopo la cena a casa di Jessy sono andato subito via, non prima di averla baciata ovviamente.
Siamo in classe, é la terza ora e tra meno di cinque minuti la campanella suonerà.
-Perchè stai sorridendo?- mi chiede Jessy.
Neanche me ne sono accorto.
-Tra un po' è ricreazione.-
Alza gli occhi al cielo, ma poi sorride.
Suona la campanella. Con calma, questa volta, mi alzo ed esco dalla classe. Vado sotto le scale e aspetto Jessy. Arriva subito dopo.
La abbraccio subito. Solo a sentire il suo profumo mi rilasso. Sospiro.
Mi allontano un po' e le lascio un leggero bacio sulle labbra.
-Non mi piace non poterti baciare quando ne ho voglia.- le confesso sussurrando.
-Neanche a me piace.- dice lei mantenendo la voce bassa.
La bacio ancora.
-Tua madre ti ha chiesto qualcosa ieri sera?- le chiedo.
-No, niente.- risponde.
-Bene.- sorrido e la bacio ancora.
Continuiamo a baciarci finchè non sentiamo una voce, una ragazza.
-Qui? Sei sicuro?-
-Sicurissimo. Non ci viene mai nessuno qui.- Nicola.
Ci stacchiamo subito cercando un posto dove poterci nascondere, ma non facciamo in tempo.
-Cosa? Ma voi cosa ci fate qua sotto?- chiede Nicola alzando la voce.
Io e Jessy ci guardiamo, poi guardiamo lui.
-Ehm noi stavamo parlando.- dice lei. La guardo ed è tutta rossa, nascondo un sorriso.
-Sisi stavate parlando, dai Jessy non mentire.- continua Nicola sorridendo.
-Bene, allora noi ce ne andiamo.- dico prendendo la mano di Jessy.
Saliamo quei pochi scalini e usciamo da sotto le scale.
-Dobbiamo trovare un altro posto.- dico.Suona la campanlla e l'ultima ora finisce.
-Ti va di venire da me oggi pomeriggio?- chiedo a Jessy appena usciamo da scuola.
-Non lo so, dovrei fare i compiti di matematica e non li capisco.-
-Li facciamo insieme.- propongo. Mi guarda ancora insicura. -Li facciamo i compiti, davvero.- continuo io.
-Va bene.- dice lei ridendo.
Arriviamo alla fermata e aspettiamo l'autobus.JESSICA
-Ecco la nuova coppietta.- Nicola arriva dietro di noi. Mi metto una mano sul petto e mi giro verso di lui.
-Cretino mi hai spaventata.- gli dico tirandogli un piccolo schiaffo sul braccio.
-Nico ma chi era quella ragazza?- gli chiede Manuel.
-Una con cui mi sento da un po'.- risponde lui tranquillo.
-Come da un po'? Da quanto? Perchè non hai detto niente?- mi agito.
-Jessy, queste sono tante domande.- mi dice Manu ridendo e cingendomi i fianchi. Anche Nicola ride.
Ma cosa ridono? Erano semplicissime domande.
-Nico.- lo chiama Manuel. -Non dire a nessuno che eravamo lì.- dice serio.
-Tranquillo bro.-
L'autobus arriva.
-Ma dove sono gli altri?- chiedo non vedendoli.
-Restano qui a mangiare. Gaia presenta un'amica a Michele.- mi spiega Nico.
Ah. E non mi dice niente.
-Bene. Nessuno che mi dice niente, come al solito.-
Saliamo sul bus, io e Manu siamo vicini.
-Perchè te la sei presa?- mi chiede.
-Perchè non mi dite mai niente.- rispondo facendo il muso.
-Non è vero. Io ti dico sempre tutto.- mi prende la mano e la bacia. Mi sciolgo quando fa così. Poggio la testa sulla sua spalla.
-Per che ora devo venire da te?- gli chiedo.
-Il prima possibile.- risponde.Arrivata a casa mangio poi vado in camera a cambiarmi. Metto dei semplici jeans bianchi e una felpa nera leggera, fa ancora caldo. Prendo il libro e il quaderno di matematica, li metto nello zaino e scendo le scale. Prendo il telefono e mando un messaggio a Manuel.
A Manu♡:
"Io sono pronta, vengo ora?"
Risponde subito.
A Jessy:
"Ora."
Esco di casa e vado verso la sua.
Dopo poco più di mezz'ora arrivo.
Non faccio in tempo a suonare il campanello che la porta si apre e rivela sua madre.
-Oh salve.- la saluto cordialmente. L'ultima volta che l'ho vista avevo si e no 10 anni.
-Ciao.- ricambia sorridendo. -Cerchi Manuel? Io sono sua mamma.- parla veloce mantenendo il sorriso.
-Si ehm lo so, sono Jessica, la sorella di Federico.- dico imbarazzata.
-Jessica? Da quanto tempo. Come sta Federico? E i tuoi genitori?- chiede.
-Stanno tutti bene.- sorrido.
-Bene allora io scappo che sono in super ritardo.- dice guardando l'orologio.
-Certo, arrivederci.- la saluto ed entro in casa.
-Manu?- lo chiamo non vedendo nessuno.
-Chi ti ha aperto?- chiede scendendo le scale.
-Tua mamma stava uscendo e io sono entrata.- rido.
Si avvicina, mi prende i fianchi e mi bacia.
Lo allontano.
-Dobbiamo fare i compiti.- dico. Lui sbuffa.
Salgo le scale e vado in camera sua.
-Che ordine.- dico stupita.
-Non so se prenderlo come complimento o no.- dice lui buttandosi sul letto.
Non rispondo e sistemo i miei libri sulla scrivania.
Manuel si alza e viene verso di me, mi prende le mani e mi guida sul letto.
-Manuel...-
-Dopo facciamo i compiti dai.- dice baciandomi il collo. D'istinto chiudo gli occhi. Mi fa sedere su di lui e mi bacia.
Picchietta con la lingua e io schiudo le labbra. Mi metto a cavalcioni su di lui. Le sue mani scendono sui miei fianchi.
Mi stacco piano dalle sue labbra.
-Vuoi ancora fare matematica?- chiede.
-No.- inizio a baciargli il collo. Mi prende il mento e mi bacia. Si toglie la maglia, poi mi sfila la felpa e si ributta sulle mie labbra.MANUEL
È così bello poterla baciare, toccare la sua pelle. Il suo corpo è caldo e le mie mani sono fredde. Ha la pelle d'oca per il contatto. Sposto le mie mani e inizio ad armeggiare con il bottone dei suoi jeans. Lei mi ferma.
-Manuel no.- dice con l'affanno. Mi fermo, ma le mie mani restano lì.
-Che succede? Ti ho fatto male?- le chiedo.
-Nono solo che..- si ferma.
-Cosa? Tu sei...cioè non hai mai...- non finisco la frase.
-No.- risponde abbassando lo sguardo. -Scusami.- continua.
Ma perchè si scusa? Ora che lo so sono più felice.
-Ehi.- le faccio alzare la testa. Sorrido. -Non devi scusarti. Va benissimo, anzi è perfetto.- la rassicuro. Mi fa un piccolo sorriso. -Tranquilla bimba.-
-Bimba?- chiede.
-Si, bimba.- le metto le mani sui fianchi, lei mi abbraccia.
-La mia bimba.- penso.
-Cosa?- mi chiede separandosi dalle mie braccia.
-Non ho detto niente.- riprovo ad abbracciarla, ma lei si alza.
-Si invece. Hai detto che sono la tua bimba.-
Cazzo. Non l'ho pensato allora. Merda.
Mi alzo anche io e vado vicino a lei.
-Manuel.- si allontana ancora. Non ha la felpa e io sto per impazzire. -Noi cosa siamo?- chiede a voce bassa guardandomi fisso negli occhi.
La guardo e mi avvicino di nuovo.
Le prendo le mani e lei rimane ferma a guardarmi. Sospiro.
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Il Migliore Amico Di Mio Fratello
Teen FictionQuesta storia parla di una ragazza, Jessica, di 17 anni, che, trasferitasi dalla città alla campagna quando aveva solo otto anni, incontra l'amore della persona che meno si aspettava. Si è trasferita insieme ai genitori e al fratello Federico, di 18...