Capitolo 8

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MANUEL
-Resta a cenare qui.- mi dice la mamma di Jessica.
Vedo Jessy che si agita. Mi viene da sorridere solo a vederla.
-Mi piacerebbe, ma ho dei compiti da finire.- rispondo.
-Potreste finirli ora. Dai andate in camera.- suggerisce suo padre.
A me va più che bene. Guardo Jessy che diventa subito rossa.
-Non credo sia il caso.- interviene sua mamma, che ci guarda cercando di capire.
Siamo io e Jessy sul divano e i suoi genitori seduti sulle due poltrone lì difronte.
-Cosa potranno mai fare?- chiede suo padre alla madre.
Potremmo finire quello che avevamo iniziato, per esempio.
-Non facciamo niente infatti, che non sia studiare.- risponde Jessy sfidando sua madre con lo sguardo.
Quest'ultima continua a guardarci.
-Tenete la porta aperta.-
Detto ciò ci alziamo e andiamo in camera sua.

JESSICA
-Scusa per mia madre.- parlo appena entriamo nella mia stanza.
-Tranquilla.- ride Manuel.
Sorrido.
-Allora dobbiamo fini....- inizio ma sento le sue labbra sulle mie.
Mi stacco e lo guardo.
-Hai detto che dobbiamo finire.- dice lui alzando le spalle.
-I compiti. Dai prendi il libro.-
Fa come gli ho detto e si siede alla mia scrivania, mentre io sono sul letto.

Ogni venti minuti mia mamma sale a controllarci.
-Se dobbiamo tenere la porta aperta almeno non entrare di continuo.- mi guarda e, senza dire niente, esce.
Sento il letto abbassarsi da un lato e una mano accarezzarmi la schiena.
-Manuel.- mi giro verso di lui.
-Shh.- mi bacia il collo. -Sei senza reggiseno?- chiede con un ghigno.
-Si.- rispondo alzando gli occhi al cielo.
Mi rigiro provando a concentrarmi, cosa non facile.
-Davvero preferisci i compiti a me?- chiede allontanandosi.
-Preferisco che mia madre non ci veda.- rispondo.
-È pronto.- urla mia mamma.
Prima di scendere mi risistemo i capelli continuando a sperare che non si veda il segno sul collo.

-Jessy.- mia madre bussa ed entra in camera mia. -Possiamo parlare?- chiede.
La cena è finita, Manuel è tornato a casa e io sono a letto.
-Di cosa?-
Si avvicina al mio letto e si siede al mio fianco.
-Sai che a me e tuo padre puoi dire tutto.- inizia. Non capisco dove voglia arrivare. -Se ti sei fidanzata puoi dircelo senza problemi.- continua.
Ora capisco. -Specialmente se è un bravo ragazzo come Manuel, di cui conosciamo già la famiglia.-
La interrompo.
-Mamma, io non sono fidanzata.- le dico.
-Ma vi stavate baciando e lui era...- fa una pausa. -Senza maglietta.-
-Si, ma non siamo proprio fidanzati. Almeno credo, non ne abbiamo mai parlato. È difficile da spiegare.- e in effetti è così.
-È sempre difficile all'inizio. Io voglio solo assicurarmi che tu non faccia niente di stupido.- mentre lo dice mi sposta i capelli scoprendo il succhiotto, lo guarda e sorride.
L'aveva già visto, benissimo.
-Mamma, non farei mai niente se non fossi sicura della persona che ho accanto.- mi imbarazza parlare di queste cose con mia madre.
Mi da un bacio sulla fronte, mi sorride ed esce.
-Buonanotte.- dice chiudendo la porta.

MANUEL
Dopo la cena a casa di Jessy sono andato subito via, non prima di averla baciata ovviamente.
Siamo in classe, é la terza ora e tra meno di cinque minuti la campanella suonerà.
-Perchè stai sorridendo?- mi chiede Jessy.
Neanche me ne sono accorto.
-Tra un po' è ricreazione.-
Alza gli occhi al cielo, ma poi sorride.
Suona la campanella. Con calma, questa volta, mi alzo ed esco dalla classe. Vado sotto le scale e aspetto Jessy. Arriva subito dopo.
La abbraccio subito. Solo a sentire il suo profumo mi rilasso. Sospiro.
Mi allontano un po' e le lascio un leggero bacio sulle labbra.
-Non mi piace non poterti baciare quando ne ho voglia.- le confesso sussurrando.
-Neanche a me piace.- dice lei mantenendo la voce bassa.
La bacio ancora.
-Tua madre ti ha chiesto qualcosa ieri sera?- le chiedo.
-No, niente.- risponde.
-Bene.- sorrido e la bacio ancora.
Continuiamo a baciarci finchè non sentiamo una voce, una ragazza.
-Qui? Sei sicuro?-
-Sicurissimo. Non ci viene mai nessuno qui.- Nicola.
Ci stacchiamo subito cercando un posto dove poterci nascondere, ma non facciamo in tempo.
-Cosa? Ma voi cosa ci fate qua sotto?- chiede Nicola alzando la voce.
Io e Jessy ci guardiamo, poi guardiamo lui.
-Ehm noi stavamo parlando.- dice lei. La guardo ed è tutta rossa, nascondo un sorriso.
-Sisi stavate parlando, dai Jessy non mentire.- continua Nicola sorridendo.
-Bene, allora noi ce ne andiamo.- dico prendendo la mano di Jessy.
Saliamo quei pochi scalini e usciamo da sotto le scale.
-Dobbiamo trovare un altro posto.- dico.

Suona la campanlla e l'ultima ora finisce.
-Ti va di venire da me oggi pomeriggio?- chiedo a Jessy appena usciamo da scuola.
-Non lo so, dovrei fare i compiti di matematica e non li capisco.-
-Li facciamo insieme.- propongo. Mi guarda ancora insicura. -Li facciamo i compiti, davvero.- continuo io.
-Va bene.- dice lei ridendo.
Arriviamo alla fermata e aspettiamo l'autobus.

JESSICA
-Ecco la nuova coppietta.- Nicola arriva dietro di noi. Mi metto una mano sul petto e mi giro verso di lui.
-Cretino mi hai spaventata.- gli dico tirandogli un piccolo schiaffo sul braccio.
-Nico ma chi era quella ragazza?- gli chiede Manuel.
-Una con cui mi sento da un po'.- risponde lui tranquillo.
-Come da un po'? Da quanto? Perchè non hai detto niente?- mi agito.
-Jessy, queste sono tante domande.- mi dice Manu ridendo e cingendomi i fianchi. Anche Nicola ride.
Ma cosa ridono? Erano semplicissime domande.
-Nico.- lo chiama Manuel. -Non dire a nessuno che eravamo lì.- dice serio.
-Tranquillo bro.-
L'autobus arriva.
-Ma dove sono gli altri?- chiedo non vedendoli.
-Restano qui a mangiare. Gaia presenta un'amica a Michele.- mi spiega Nico.
Ah. E non mi dice niente.
-Bene. Nessuno che mi dice niente, come al solito.-
Saliamo sul bus, io e Manu siamo vicini.
-Perchè te la sei presa?- mi chiede.
-Perchè non mi dite mai niente.- rispondo facendo il muso.
-Non è vero. Io ti dico sempre tutto.- mi prende la mano e la bacia. Mi sciolgo quando fa così. Poggio la testa sulla sua spalla.
-Per che ora devo venire da te?- gli chiedo.
-Il prima possibile.- risponde.

Arrivata a casa mangio poi vado in camera a cambiarmi. Metto dei semplici jeans bianchi e una felpa nera leggera, fa ancora caldo. Prendo il libro e il quaderno di matematica, li metto nello zaino e scendo le scale. Prendo il telefono e mando un messaggio a Manuel.
A Manu♡:
"Io sono pronta, vengo ora?"
Risponde subito.
A Jessy:
"Ora."
Esco di casa e vado verso la sua.
Dopo poco più di mezz'ora arrivo.
Non faccio in tempo a suonare il campanello che la porta si apre e rivela sua madre.
-Oh salve.- la saluto cordialmente. L'ultima volta che l'ho vista avevo si e no 10 anni.
-Ciao.- ricambia sorridendo. -Cerchi Manuel? Io sono sua mamma.- parla veloce mantenendo il sorriso.
-Si ehm lo so, sono Jessica, la sorella di Federico.- dico imbarazzata.
-Jessica? Da quanto tempo. Come sta Federico? E i tuoi genitori?- chiede.
-Stanno tutti bene.- sorrido.
-Bene allora io scappo che sono in super ritardo.- dice guardando l'orologio.
-Certo, arrivederci.- la saluto ed entro in casa.
-Manu?- lo chiamo non vedendo nessuno.
-Chi ti ha aperto?- chiede scendendo le scale.
-Tua mamma stava uscendo e io sono entrata.- rido.
Si avvicina, mi prende i fianchi e mi bacia.
Lo allontano.
-Dobbiamo fare i compiti.- dico. Lui sbuffa.
Salgo le scale e vado in camera sua.
-Che ordine.- dico stupita.
-Non so se prenderlo come complimento o no.- dice lui buttandosi sul letto.
Non rispondo e sistemo i miei libri sulla scrivania.
Manuel si alza e viene verso di me, mi prende le mani e mi guida sul letto.
-Manuel...-
-Dopo facciamo i compiti dai.- dice baciandomi il collo. D'istinto chiudo gli occhi. Mi fa sedere su di lui e mi bacia.
Picchietta con la lingua e io schiudo le labbra. Mi metto a cavalcioni su di lui. Le sue mani scendono sui miei fianchi.
Mi stacco piano dalle sue labbra.
-Vuoi ancora fare matematica?- chiede.
-No.- inizio a baciargli il collo. Mi prende il mento e mi bacia. Si toglie la maglia, poi mi sfila la felpa e si ributta sulle mie labbra.

MANUEL
È così bello poterla baciare, toccare la sua pelle. Il suo corpo è caldo e le mie mani sono fredde. Ha la pelle d'oca per il contatto. Sposto le mie mani e inizio ad armeggiare con il bottone dei suoi jeans. Lei mi ferma.
-Manuel no.- dice con l'affanno. Mi fermo, ma le mie mani restano lì.
-Che succede? Ti ho fatto male?- le chiedo.
-Nono solo che..- si ferma.
-Cosa? Tu sei...cioè non hai mai...- non finisco la frase.
-No.- risponde abbassando lo sguardo. -Scusami.- continua.
Ma perchè si scusa? Ora che lo so sono più felice.
-Ehi.- le faccio alzare la testa. Sorrido. -Non devi scusarti. Va benissimo, anzi è perfetto.- la rassicuro. Mi fa un piccolo sorriso. -Tranquilla bimba.-
-Bimba?- chiede.
-Si, bimba.- le metto le mani sui fianchi, lei mi abbraccia.
-La mia bimba.- penso.
-Cosa?- mi chiede separandosi dalle mie braccia.
-Non ho detto niente.- riprovo ad abbracciarla, ma lei si alza.
-Si invece. Hai detto che sono la tua bimba.-
Cazzo. Non l'ho pensato allora. Merda.
Mi alzo anche io e vado vicino a lei.
-Manuel.- si allontana ancora. Non ha la felpa e io sto per impazzire. -Noi cosa siamo?- chiede a voce bassa guardandomi fisso negli occhi.
La guardo e mi avvicino di nuovo.
Le prendo le mani e lei rimane ferma a guardarmi. Sospiro.

Il Migliore Amico Di Mio FratelloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora