Fede - Qualsiasi altra persona ti avrebbe ritenuto pazzo

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Fede rientrò in casa di corsa dopo aver sentito Alessio urlare. Non fece in tempo a chiedere cosa stesse succedendo che l'amico provvide a mettere tutti a parte delle cose importanti.

«Gennaro è al Life! Dobbiamo andare»

«Ma non vi siete già visti l'altro ieri?» chiese Lorenzo.

«E quindi?!»

«No, qui la vera domanda è: ti ha invitato lui?» domandò Michele avvicinandosi al gruppo di amici, con il tono di chi già sapeva la risposta.

«Mi ha invitato...» iniziò Alessio convinto. «...Cioè, mi ha detto che lui è lì. Se me lo ha detto vuol dire che vuole che vada» continuò un po' meno sicuro.

«Gli hai chiesto tu dove fosse?» chiese Federico sperando che la risposta fosse "No".

«Beh... Sì. Però...»

«Alé, questo ti denuncia per stalking se continui così» sbottò Lorenzo.

«Oddio che tu potresti controbattere con la denuncia per violenze, visti i segni che ti ritrovi» valutò Michele.

«Se li vedessero nessuno crederebbe che è Gennaro ad aver usato violenza su Alessio: è la metà.» commentò Federico pragmatico guardandosi intorno, fermando gli occhi su Benjamin che aveva due bicchieri in mano e li teneva a mezz'aria palesemente preso in contropiede dalla situazione.

Sicuramente lo avrà preso per Michele.

«È per questo che stiamo andando tutti insieme, così Gennaro non penserà che lo sto stalkerando e non sarò costretto a denunciarlo per violenze, perdendo la causa» sintetizzò Alessio trionfante, come se avesse appena trovato la soluzione al problema del secolo.

A quel punto tutti si guardarono e decisero unanimemente ed in silenzio di assecondare Alessio. Fede guardò Benjamin.

«Tu vieni?»

Lui lasciò i due bicchieri sul tavolino e sorrise guardando Alessio. «Certo che vengo»

«Grazie, Ben. Ti conosco da solo 5 giorni ma sei già uno dei miei migliori amici», disse Alessio mentre andava verso Benjamin a braccia aperte per abbracciarlo. 


Mezzora più tardi erano tutti al Life. La discoteca aveva luci al neon che davano sul viola e sul verde, alterando i colori di ogni superficie che toccavano. La pelle di Benjamin, che portava una maglietta a maniche corte, assumeva sfumature diverse e cangianti a secondo del neon che la colpiva e Fede si ritrovò un paio di volte a guardare i giochi di luce sul corpo.

Alessio sparì prima ancora che avessero capito dove si trovassero. Michele e Lorenzo erano andati a ballare e lui rimase con Benjamin. Continuava a non guardarlo come aveva fatto a casa ma sembrava più rilassato. Il suo viso aveva abbandonato l'atteggiamento di sfida di poco prima.

Chissà che è cambiato, magari gli piace la discoteca e lo ha messo di buon umore.

«Ti posso offrire qualcosa da bere?»

Ben si era avvicinato al suo orecchio con le labbra sfiorandogli i capelli, per sovrastare la musica assordante della discoteca. Fede combatté contro i brividi che minacciavano di increspargli la pelle più di quanto già non stesse facendo e sorridendo annuì. Mettendo anche qualche centimetro di distanza tra lui e il piercing che ogni volta catalizzava la sua attenzione.

Si avvicinarono al bancone, Ben non gli chiese cosa volesse e prese per entrambi un Moscow Mule.

Passò a Fede il bicchiere e poi alzò il suo per brindare. Lo guardò negli occhi e alzò gli angoli della bocca facendogli chiudere lo stomaco.

«Alle nuove amicizie» disse, sempre avvicinandosi al suo viso, facendo sfiorare le guance stavolta.

Fede gli avrebbe fatto notare che aveva cambiato atteggiamento nel giro di trenta minuti e che nessuno avrebbe potuto stargli dietro o lo avrebbe ritenuto sano. Avrebbe potuto, se solo il profumo del bagnoschiuma mischiato a quello del dopobarba di Ben non lo avesse distratto, e se lui allontanandosi non si fosse bagnato il labbro inferiore facendo uscire di pochissimo la lingua, rendendolo umido e irresistibile. Avrebbe potuto, ma non ce la fece. Rimase imbambolato a guardarlo per qualche istante finché non tornò consapevole del bicchiere ghiacciato che aveva tra le mani.

Prese un sorso, sperando di calmarsi, ma non riusciva a staccare gli occhi di dosso all'altro che di tanto in tanto lo guardava e sorrideva, come se...

Fede ci mise un attimo per permettere a quel pensiero di formularsi.

...Come se fosse felice di stare con me.

Le loro spalle si scontrarono e lui si voltò  verso Ben automaticamente. Lo vide distogliere lo sguardo e ruotare di un quarto per ritrovarsi completamente rivolto verso di lui. Lo vide tenere gli occhi chiusi e iniziare a muoversi a tempo di musica. Dapprima lentamente, con piccoli movimenti delle gambe, poi unendo le spalle e la testa.

Quando Ben riaprì gli occhi lui lo stava ancora fissando, incantato da come riuscisse a essere perfettamente a suo agio anche in quella situazione. La sua espressione era una tacita richiesta di ballare con lui che Fede accolse allegro e eccitato. Senza che lo ordinasse, sul volto gli si aprì un sorriso e cominciò a muoversi a tempo di musica cercando di seguire i movimenti di Ben.

La musica si fece sempre più forte sempre più presente e sembrò unirsi al profumo dell'altro che, in quel momento che si trovavano più vicini, sembrava ancora più buono. D'un tratto, come sciolto improvvisamente dalle corde che lo tenevano ancorato alla realtà, smise di preoccuparsi di seguire i movimenti e si fece trasportare solo dalla musica, avvicinandosi impercettibilmente sempre più al corpo davanti a lui.

Le loro mani, che seguivano i movimenti del busto mollemente, si sfiorarono un paio di volte, prima che Ben facesse un passo avanti riducendo al minimo la distanza tra di loro, lasciandolo senza respiro.

Fede lo guardò in viso cercando i suoi occhi, sperando di leggervi qualcosa attraverso, sperando di capire cosa lo portasse a voler stare a due centimetri da lui.

I pensieri gli si congelarono non appena Ben alzò lo sguardo, puntando gli occhi nei suoi e iniziando a giocare con il piercing attirando lo sguardo di Federico su quelle labbra piene, che erano così vicine e sembravano così morbide, e così invitanti e...

«Fede! Eccoti» Lorenzo lo aveva preso per il braccio e lo aveva tirato via da Ben all'improvviso, lasciandolo per brevissimi istanti un po' confuso dal cambio di situazione.

Lorenzo era visibilmente scosso ed aveva il fiatone. Era palese che ci fosse qualcosa non andasse.

«Che è successo?» chiese con l'apprensione che saliva ad ogni sillaba.

«È Alessio! Devi venire. Subito»

E senza aspettare altro seguì Lorenzo attraverso il marasma di gente che ballava come poco prima stava facendo anche lui.



My ♡ prince || FenjiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora