Il potere del perdono

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IL POTERE DEL PERDONO

In queste settimane stiamo avendo una tregua al lavoro. È stato un periodo più calmo, almeno dal punto di vista di casi da risolvere.

Se poi dobbiamo parlare del clima lavorativo, e anche privato, al contrario, è un'altalena continua. Naturalmente mi riferisco alla mia esperienza personale.

Già, perché ultimamente, specie da quando è tornato il pretino, con Anna non sto capendo più nulla. Un giorno ci ignoriamo, l'altro ci insultiamo, quello dopo ancora ci comportiamo come fossimo fidanzati.

E intendo soprattutto fuori dalla caserma.

Poi, quando c'è Chiara, la situazione sta diventando sempre più complicata da gestire.

Qualche giorno fa proprio Chiara, per cercare di distrarre sua sorella che ultimamente è sempre nervosa, ha proposto di fare una bella gita fuori porta trascinandoci tutti e due al castello medievale di Val Tiberina. Pur se con qualche esitazione, Anna alla fine si è convinta, così loro due sono andate in auto, insieme, e io le ho raggiunte in moto con un po' di ritardo.

Al mio arrivo, erano già lì ad ascoltare la guida spiegare del castello.

Anna era attentissima, Chiara un po' meno.

"...e un giardino all'italiana che è suddiviso in sette spazi, con limonaie, lecci, aiuole, giochi d'acqua e anche un labirinto di siepi di bosso..." Sento dire alla guida.

"Ragazzi, ragazzi, ragazzi," sussurra Chiara all'improvviso, "ma se andassimo nel labirinto?"

Non è male.

"Chiara, non stiamo a casa nostra, dobbiamo seguire la guida." La contraddice immediatamente Anna, sempre prudente.

Io invece sono attratto dall'idea, anche per metterla alla prova.

"A me il labirinto sembra più interessante," dico quindi.

Anna allarga le braccia, sconfitta. "La gita del liceo," commenta, sarcastica, "andiamo a giocare, dai."

Io ridacchio, imitato da Chiara, e tutti e tre ci avviamo verso il labirinto, seguendo le indicazioni sui cartelli poco più avanti.

Chiara apre la fila guardandosi intorno con curiosità, mentre io e Anna restiamo più indietro a parlare. Visto che sono arrivato in ritardo, mi racconta un po' la storia di questo posto.

"La guida ci ha detto che questa prima era una fortezza, e nel Rinascimento è stata trasformata in villa dal Vasari," mi spiega con un tono appassionato che ormai so distinguere senza difficoltà.

"Quindi... anche nella fortezza più inespugnabile può nascondersi un giardino incantato," commento, riferendomi a ben altro che questo castello. Lei lo intuisce immediatamente, e abbassa lo sguardo, le guance che si tingono di rosso.

Chiara sceglie quel momento per interromperci, e spezzare la magia. "Ragazzi, ecco il labirinto!" Ci fa notare, e io spero che non si sia accorta dello scambio appena avuto con sua sorella.

"Wow," sussurra Anna, "sembra di essere in una fiaba!"

"Facciamo un gioco," interviene Chiara, "entriamo, ci sparpagliamo e poi torniamo qua. L'ultimo che arriva perde, okay?"

"Io ci sto!" Accetto immediatamente, lanciando uno sguardo di sfida ad Anna, che ricambia senza esitare. "Io vado di qua." Affermo, scegliendo la strada di fronte a me. Una rapida occhiata dietro le spalle mi indica che le due sorelle hanno appena imboccato altre due direzioni diverse.

Decido allora di lasciare alla sorte la mia scelta: se non so come comportarmi con loro, sarà questa occasione a scegliere per me. Se riesco a vincere in questo intreccio di siepi, la prima che mi raggiunge sarà colei che destino avrà deciso di pormi accanto. Allora mi comporterò di conseguenza.

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